Sars-CoV-2. Più di 150.000 contagiati e i morti sono quasi 20.000. I numeri (che sono persone) continuano a salire

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Nell’ambito del monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del Coronavirus sul territorio nazionale, al momento 100.269 persone risultano positive al virus. Ad oggi, In Italia, dall’inizio dell’epidemia almeno 152.271 persone hanno contratto il virus Sars-CoV-2 (+4.694 in più rispetto a ieri per una crescita del 3,2%) . Di queste, 19.468 (+619 +3,3%) sono decedute e 32.534 (+2.079 +6,8% ) sono state dimesse. Attualmente i soggetti positivi dei quali si ha certezza sono 100.269 (+1.396, +1,4%; il conto sale a 152.271 — come detto sopra — se nel computo ci sono anche i morti e i guariti, conteggiando cioè tutte le persone che sono state trovate positive al virus dall’inizio dell’epidemia).
I pazienti ricoverati con sintomi sono 28.144; 3.381 (-116, -3,3%; un dato in calo costante da sette giorni) sono in terapia intensiva, mentre 68.744 sono in isolamento domiciliare fiduciario.

Sotto la nostra lente

Calabria: 66 decessi (+1)
Campania: 238 decessi (+7)
Puglia: 253 decessi (+15)
Sicilia: 154 decessi (+6)
Ci soffermiamo con la nostra lente sul dato dei decessi, 619 nelle ultime 24 ore a livello nazionale (+49 da ieri).
Come già detto in più occasioni, il trend non è in calo. Ed è significativo quanto scritto da Il Sole 24 Ore (sempre portato a vedere il trend in calo): “Oggi, 11 aprile, battuta di arresto nel rallentamento della curva epidemica nazionale per quanto riguarda l’incremento dei contagi totali giorno su giorno”. BATTUTA DI ARRESTO NEL RALLENTAMENTO (non in calo). Veramente illuminante la formulazione.
Sotto la nostra lente è sempre più considerato il dato dei decessi, a parer nostro unico e solo dato certo e affidabile sul quale basarsi per fare il punto della situazione dello sviluppo della pandemia a livello nazionale.
Continua a peggiorare il dato sui decessi per la città di Milano (+273 nelle ultime 24 ore) numeri che da più di una settimana sono in aumento a dir poco vertiginoso e preoccupante, complice del triste risultato raggiunto la strage silenziosa che si sta compiendo nelle residenze per anziani (RSA) un caso su tutti nel capoluogo lombardo ė il Pio Albergo Trivulzio che vede il Direttore dello stesso indagato dalla procura per omicidio colposo.

I dati Regione per Regione

Lombardia 57.592 (+1.544, +2.75%)
Emilia Romagna 19.635 (+507, +2,65%)
Veneto 13.768 (+347, +2,6%)
Piemonte 16.008 (+996, +6,6%)
Marche 5.211 (+127 +2,5%)
Liguria 5.376 (+185 +3,6%)
Campania 3.517 (+75 +2,2%)
Toscana 6.958 (+231, +3,4%)
Sicilia 2.364 (+62, +2,7%)
Lazio 4.723 (+140, +3,0%)
Friuli Venezia-Giulia (2.393 +44, 1,9%)
Abruzzo 2.120 (+106, +5,3%)
Puglia 2.904 (+95, +3,4%)
Umbria 1.309 (+7, +0,5%)
Bolzano 1.957 (+2, +0,1%)
Calabria 915 (+14, +1,55%)
Sardegna 1.091 (+28, +2,6%)
Valle d’Aosta 902 (+23, +2,6%)
Trento 2.970 (+154, +5,5%)
Molise 246 (+3, +1,2%)
Basilicata 312 (+4, +1,3%)
I dati sono stati forniti dalla Protezione civile.

“Quello che temevo sta accadendo: mi segnalano, infatti, l’imminente arrivo di barconi di #migranti verso le coste siciliane. Il che contribuisce ad accentuare un clima di preoccupazione che già da tempo si registra nella comunità isolana a causa dell’epidemia in corso. Non si può continuare a scaricare sul sistema siciliano il peso del cinismo europeo. Né si può restare insensibili all’appello degli esausti imprenditori di #Lampedusa, al cui grido di dolore mi unisco. Al presidente Giuseppe Conte – e gliel’ho anche scritto – desidero ribadire che il governo della Regione Siciliana è contrario a ogni soluzione che non sia quella di approntare un’adeguata nave da ormeggiare in rada in cui far trascorrere la quarantena ai migranti, prima di destinarli ad altri paesi europei. Non sono appassionato alla polemica e non faccio propaganda su vite umane, ma se proprio ieri abbiamo dovuto isolare l’hotspot di #Pozzallo, per la presenza di un giovane positivo, approntare strutture adeguate è indispensabile anche per la tutela del diritto alla #salute di ciascuno” (Nello Musumeci, Presidente della Regione Siciliana – Facebook 11 aprile 2020 ore 20.10).

Covid-19. I morti nelle case di “riposo eterno” prevedibili… e non conteggiati da quelli che danno i numeri alle 18.00 – 9 aprile 2020

Le case dell’eterno riposo

TgCom24: Coronavirus, indagati il direttore del Pio Albergo Trivulzio e 3 dirigenti del Don Gnocchi per omicidio colposo
Giuseppe Calicchio è accusato anche di epidemia colposa. Inchiesta pure sulla casa di riposo di Mediglia. Nelle Rsa lombarde sono morti più di 1.833 anziani
Il direttore generale del Pio Albergo Trivulzio, Giuseppe Calicchio, è il primo indagato nell’inchiesta della Procura di Milano sui contagi da coronavirus e sulle morti tra gli anziani nelle Rsa della Lombardia (1833 al 10 aprile). Calicchio è iscritto nel registro degli indagati con le ipotesi di reato di epidemia colposa e omicidio colposo. Si indaga per oltre 100 vittime nella Baggina. Nel mirino degli inquirenti anche 3 dirigenti del Don Gnocchi di Milano. Inchiesta anche sulla casa di riposo di Mediglia.
Sono giorni decisivi per accertare la verità su quanto accaduto nelle case di riposo lombarde. Quasi duemila decessi hanno fatto scattare le indagini della Procura della Repubblica di Milano, con il Procuratore capo Francesco Greco che ha istituito una task force di magistrati. Una lunga serie di riunioni operative, tutte in videoconferenza, sta consentendo di ricostruire cosa sia realmente accaduto in quello che è diventato anche un fronte di scontro politico, con il rimpallo di responsabilità tra il governo e la Regione Lombardia.
L’iscrizione al registro degli indagati del direttore generale del Pio Albergo Trivulzio, dove sono oltre 100 le morti già accertate per l’epidemia da coronavirus, è anche il primo risultato ottenuto dai sostituti procuratori Mauro Clerici e Francesco De Tommasi, che fanno parte del pool diretto dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano sui reati legati alle colpe mediche e ai soggetti deboli. Calicchio “ha preso atto della notizia” dell’iscrizione nel registro degli indagati “dalla stampa, ma è a disposizione per qualsiasi chiarimento”, ha spiegato il suo legale, l’avvocato Vinicio Nardo. Ascoltato venerdì sera, Calicchio ha spiegato di aver rispettato tutte le procedure, i protocolli interni ma anche le direttive della Regione Lombardia e quelle ministeriali.
Secondo quanto ricostruito dal Corriere della Sera, il pool dell’aggiunto Siciliano ha avviato una dozzina di inchieste, la maggior parte contro ignoti. Oltre a quella sulla Baggina, sono stati aperti fascicoli su quello che è accaduto all’interno delle residenze per anziani del Comune al Corvetto, nella “Anni azzurri” a Lambrate e alla “Don Gnocchi”. Ultimi in ordine di tempo, i fascicoli sulla Sacra Famiglia di Cesano Boscone (avviato dal pm Mauro Clerici, sono indagati i vertici dell’istituto) e quello contro ignoti sulla “Monsignor Bicchierai”, Rsa dell’Istituto Auxologico italiano.
Indagati tre dirigenti dell’istituto Palazzolo-Don Gnocchi di Milano nell’ambito della vicenda dei contagi e delle morti nella Rsa milanese. L’indagine, per diffusione colposa dell’epidemia e omicidio colposo, è coordinata dal pm Letizia Mocciaro. Indagato anche il presidente del Cda della Ampast, la cooperativa di cui fanno parte i lavoratori della Rsa.
Aperta un’inchiesta anche per i 60 morti all’Rsa di Mediglia – E’ stata avviata un’inchiesta per epidemia colposa e omicidio colposo anche sulla casa di riposo di Mediglia (Milano), la prima in cui è stato segnalato un aumento impressionante di morti tra gli anziani (oltre 60 in tutto) e sulla gestione degli ospiti in piena emergenza coronavirus. Il fascicolo è stato aperto dalla Procura di Milano dopo le denunce di alcuni familiari e trasmesso di pm di Lodi, competenti sulla zona.

TgCom24: Coronavirus, il gruppo Facebook “Noi denunceremo” a Tgcom24: “Le storie delle vittime per chi vorrà far luce su un sistema che non ha funzionato”
Con oltre 35mila iscritti la pagina, nata a metà marzo, raccoglie e vaglia le testimonianze di chi ha perso un caro per Covid-19: “Niente contro chi combatte in prima linea, ma chi dall’alto ha sottovalutato la situazione dovrà assumersi le sue responsabilità”
“Siamo oltre 35mila iscritti alla pagina Facebook ‘Noi denunceremo’: se anche solo la metà avesse perso un parente per Covid-19, avremmo raggiunto i numeri ufficiali dei decessi. Ma sappiamo che le vittime sono molte di più e nel loro nome ci aggreghiamo da tutta Italia e chiediamo giustizia, non vendetta”. E’ stato il dolore per la perdita del papà, ricoverato in un centro privato riabilitativo della Bergamasca e poi deceduto a metà marzo per coronavirus, che ha spinto Luca Fusco, commercialista 58enne di Bergamo, a esporre sui social la sua storia per trovarne tante altre simili. “Tutte le nostre testimonianze – precisa – sono a disposizione della magistratura; qualcuno dovrà pagare nelle sedi opportune per questa tragedia. Niente contro chi combatte in prima linea, operatori sanitari inclusi, ma dall’alto la situazione è stata sottovalutata e il sistema non ha retto”.

“Noi denunceremo”: il gruppo si presenta con un nome bellicoso?
“È un nome di pancia; ci è venuto in mente dopo la morte di mio padre per coronavirus. La cosa più dura da affrontare è stata non poter celebrare il funerale e dover lasciare mia madre da sola, in quarantena e senza conforto per la perdita del marito dopo 60 anni di matrimonio. Quella sera ero con mio figlio che riflettevo sulla situazione e ci è venuto in un minuto; il minuto dopo avevamo creato la pagina Facebook. Ma le finalità, come spieghiamo anche in due video, non sono bellicose. Chiediamo giustizia, non vedetta. Non abbiamo fini politici, vorremmo che chi ha sbagliato nella valutazione del problema paghi, nelle sedi opportune e quando sarà il tempo. Non vogliamo tribunali popolari. Il nome può essere equivocato, ma non avrebbe senso cambiarlo ora “.

In un paio di settimane il gruppo ha raggiunto oltre 35mila follower. Se lo aspettava?
“Avevo il sentore, vivendo a Bergamo, che la vicenda di mio padre potesse essere comune a tante altre famiglie, ma non immaginavo di raggiungere questi numeri. Gli iscritti alla pagina non sono solo parenti delle vittime di questa emergenza sanitaria. Da tutta Italia ci arrivano messaggi di solidarietà e sostegno. Io ripeto a tutti di stare a casa, di seguire tutte le direttive perché è una guerra e quello che viviamo qui non può immaginarlo nessuno, neanche a Milano”.

I grandi numeri raggiunti rischiano di fare allontanare il gruppo dal suo obiettivo?
“C’è una squadra di 15 volontari, impegnata 10 ore al giorno, che valuta tutte le testimonianze che ci arrivano, verifica i profili e filtra tutti i post, eliminando quelli politici, diffamatori. E’ diventato un lavoro. Onestamente, in partenza non ce lo aspettavamo. Ma un primo obiettivo lo abbiamo raggiunto: la procura di Bergamo indaga su quanto è accaduto all’ospedale di Alzano. L’ipotesi sul fascicolo contro ignoti è di epidemia colposa. Noi non sappiamo chi sono i responsabili, né è nostro compito individuarli, ma abbiamo storie circostanziate, se possono servire alle indagini. Alzano era una bomba a orologeria pronta a esplodere; a un passo dall’esplosione poteva essere disinnescata, è stata lasciata esplodere, a mio giudizio”.

Come continuerà questa battaglia?
“Nella raccolta delle storie, tutte circostanziate, che mettiamo a disposizione della magistratura. Più siamo, più possiamo farci sentire e possiamo portare avanti le nostre ragioni. Se poi si arriverà nell’aula di un tribunale sarà necessario dare vita a un’associazione che possa rappresentarci. Non ci interessano i risarcimenti, vorremmo conoscere la verità di quanto è accaduto; vorremmo sapere cosa non ha funzionato e se chi non ha preso decisioni in tempo lo ha fatto perché non informato”.

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