Papa Francesco prega per i sacerdoti ‘santi’ e calunniati

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La messa ‘in coena Domini’ nella basilica di san Pietro si è svolta senza il rito della lavanda dei piedi e senza  processione offertoriale e niente reposizione del Santissimo:è la messa al tempo di pandemia, con alcuni sacerdoti, il coro e qualche laico.

Nell’omelia il papa ha ricordato i sacerdoti ed il personale sanitario deceduto in questo periodo: “Non posso lasciar passare questa Messa senza ricordare i sacerdoti: sacerdoti che offrono la vita per il Signore, sacerdoti che sono dei servitori. Questi giorni sono morti più di 60 qui in Italia, nell’attenzione ai malati negli ospedali, anche con i medici, infermieri, infermiere. Sono i santi della porta accanto, sacerdoti che servendo hanno dato la vita”.

All’inizio il papa ha ricordato che nell’Eucarestia il Signore è presente: “La realtà che oggi viviamo, in questa celebrazione: il Signore che vuole rimanere con noi nell’Eucaristia. E noi diventiamo sempre tabernacoli del Signore, portiamo il Signore con noi; al punto che Lui stesso ci dice che, se non mangiamo il suo corpo e non beviamo il suo sangue, non entreremo nel Regno dei Cieli. Mistero, questo, del pane e del vino, del Signore con noi, in noi, dentro di noi”.

Eppoi ha riflettuto sul significato di servizio, compiuto da Gesù lavando i piedi: “Quel gesto che è condizione per entrare nel Regno dei Cieli. Servire, sì, tutti. Ma il Signore, in quello scambio di parole che ha avuto con Pietro, gli fa capire che per entrare nel Regno dei Cieli dobbiamo lasciare che il Signore ci serva, che il Servo di Dio sia servo di noi. E questo è difficile da capire. Se io non lascio che il Signore sia il mio servitore, che il Signore mi lavi, mi faccia crescere, mi perdoni, non entrerò nel Regno dei Cieli”.

Per questo il papa ha manifestato vicinanza ai sacerdoti: “Oggi vorrei essere vicino ai sacerdoti, ai sacerdoti tutti, dall’ultimo ordinato fino al Papa. Tutti siamo sacerdoti. I vescovi, tutti… Siamo unti, unti dal Signore; unti per fare l’Eucaristia, unti per servire”-

I sacerdoti, come il personale sanitario, sono i ‘santi della porta accanto’, che sono sempre vicino al popolo: “Sono i ‘santi della porta accanto’, sacerdoti che servendo hanno dato la vita. E penso a coloro che sono lontani. Oggi ho ricevuto una lettera di un sacerdote, cappellano di un carcere, lontano, che racconta come vive questa Settimana Santa con i detenuti. Un francescano.

Sacerdoti che vanno lontano per portare il Vangelo e muoiono lì. Diceva un vescovo che la prima cosa che lui faceva, quando arrivava in questi posti di missione, era andare al cimitero, sulla tomba dei sacerdoti che hanno lasciato la vita lì, giovani, per la peste del posto: non erano preparati, non avevano gli anticorpi, loro.

Nessuno ne conosce il nome: i sacerdoti anonimi. I parroci di campagna, che sono parroci di quattro, cinque, sette paesini, in montagna, e vanno dall’uno all’altro, che conoscono la gente… Una volta, uno mi diceva che conosceva il nome di tutta la gente dei paesi. ‘Davvero?’, gli ho detto io. E lui mi ha detto: ‘Anche il nome dei cani!’. Conoscono tutti. La vicinanza sacerdotale. Bravi, bravi sacerdoti”.

Riferendosi al card. Pell il papa ha ricordato i sacerdoti troppo spesso ‘calunniati’: “Oggi vi porto nel mio cuore e vi porto all’altare. Sacerdoti calunniati. Tante volte succede oggi, non possono andare in strada perché dicono loro cose brutte, in riferimento al dramma che abbiamo vissuto con la scoperta dei sacerdoti che hanno fatto cose brutte.

Alcuni mi dicevano che non possono uscire di casa con il clergyman perché li insultano; e loro continuano. Sacerdoti peccatori, che insieme ai vescovi e al papa peccatore non si dimenticano di chiedere perdono, e imparano a perdonare, perché loro sanno che hanno bisogno di chiedere perdono e di perdonare. Tutti siamo peccatori. Sacerdoti che soffrono delle crisi, che non sanno cosa fare, sono nell’oscurità”.

Ed infine li invita a lasciarsi lavare i piedi: “E così, con questa coscienza della necessità di essere lavati, siate grandi perdonatori! Perdonate! Cuore grande di generosità nel perdono. E’ la misura con la quale noi saremo misurati. Come tu hai perdonato, sarai perdonato: la stessa misura.

Non avere paura di perdonare. A volte ci vengono dei dubbi… Guardate il Cristo. Lì c’è il perdono di tutti. Siate coraggiosi; anche nel rischiare, nel perdonare, per consolare. E se non potete dare un perdono sacramentale in quel momento, almeno date la consolazione di un fratello che accompagna e lascia la porta aperta perché ritorni”.

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