La sanità del Sud era la migliore già nel Regno delle Due Sicilie, dal settecento

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La sanità napoletana anche in questa dura lotta al Coronavirus si sta dimostrando essere un’eccellenza mondiale
Fonte; Areanapoli.it, 9 aprile 2020
Nonostante Napoli sia continuamente vittima di pregiudizi, la città partenopea si sta dimostrando una eccellenza mondiale nella lotta al Coronavirus.
Dalla scoperta del Tocilizumab, utilizzato per la prima volta in Italia dal Professor Paolo Ascierto (foto), Direttore dell’unità di immunologia clinica dell’Istituto “Pascale” alla professionalità del Cotugno, unico ospedale in Italia che non ha medici infettati dal Covid-19. Tutto ciò proprio a Napoli? Si sono chiesti in molti dal Nord e non solo. Si proprio a Napoli e non è certo un caso.
Già nel censimento di fine ‘700 delle Accademie, delle Scienze e delle Lettere, il Regno delle Due Sicilie si era classificato primo in Europa per numero di ospedali (quello Dell’Annunziata, della Pietà, Ascolesi, della Pace, del San Giovanni, dei Poveri, ecc.). La struttura sanitaria del Sud – si legge sul “Salvadanaio”, edito da Guida Editori – disponeva di oltre 9 mila medici, usciti tutti dalle Università meridionali, che operavano in ospedali ed ospizi sparsi in tutto il territorio. Il Regno dei Borbone poteva vantare la più bassa mortalità infantile d’Italia, ma soprattutto si era classificato al primo posto per la ricerca scientifica ed, in particolare, per le prime sperimentazioni proprio sulle malattie infettive da parte del celebre Cotugno, al quale è intestato appunto l’attuale ospedale, per le avanzate tecniche chirurgiche e per le scoperte nel campo della neurochirurgia.
Per non parlare dell’assistenza sanitaria, che era gratuita, mentre l’Università di Napoli, divenne al pari della Sorbona di Parigi, il più grande polo culturale dell’Europa. A Napoli dunque non sono nuove le eccellenze scientifiche e mediche. E di questa grande tradizione di studi e ricerche oggi potrà beneficiare tutta l’Italia.
Tra i sovrani dell’epoca, fu S.M. Re Ferdinando IV di Borbone, diventato poi Ferdinando I , a credere per primo alla validità della vaccinazione anti vaiolo e fu lui a dare l’esempio facendosi vaccinare. In 18 anni nel Regno delle Due Sicilie i vaccinati furono due milioni…

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