Da Mosca un invito a riscoprire la preghiera

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Anche a Mosca la Cappellania dei cattolici italiani celebrano la Settimana Santa con le restrizioni a cui tutto il mondo si è adeguato a causa del coronavirus e quindi sarà possibile seguire dall’Italia le celebrazioni del Triduo Pasquale tramite due connessioni alla rete Internet con dirette TV trasmesse dal canale di YouTube di Vatican Media Live oppure dal sito web di TV2000 (www.tv2000.it/live).

L’arcivescovo, mons. Paolo Pezzi, ha chiesto ai credenti “di pregare a casa e, se non assolutamente necessario, di non frequentare la chiesa. In questo momento concedo a tutti coloro che sono credenti una dispensa dall’obbligo di partecipare ai servizi di culto della domenica e nei giorni festivi”.

Mons. Pezzi ha inoltre sottolineato che responsabilità di ogni credente è la protezione della vita: “Al momento, dobbiamo renderci conto che la concreta umanità di ogni credente è una via di salvezza non solo per sé stesso ma per l’intera società. Pertanto, dobbiamo proteggere la salute di ogni persona, in particolare dei più vulnerabili e degli anziani”.

Anche se queste misure non sono piacevole l’arcivescovo di Mosca ha invitato i fedeli a pregare san Giuseppe: “Comprendo molto bene che le misure che sto adottando, e che potrebbero non essere le ultime, potrebbero indurvi a essere frainteso, imbarazzati o addirittura indignati.

E’ in questi momenti che dobbiamo rivolgerci a san Giuseppe, che non ebbe paura di prendere tutte le misure necessarie per preservare la vita di Gesù e di sua moglie Maria. Anche se non capiva tutto fino alla fine, nei momenti più difficili era sicuro della volontà di Dio, che l’angelo gli aveva annunciato. Per noi oggi, l’Angelo è la voce della Chiesa, motivata solo dalla preoccupazione per il benessere dei suoi figli”.

Comunque ha precisato che le chiese non chiudono: “La Santa Messa non viene cancellata, le chiese non si chiudono! I sacerdoti continueranno a celebrare le Sante Messe in forma privata. Queste messe sono celebrate per il bene della gente e voi dovete conoscerlo e comprenderlo.

In queste difficili circostanze, esorto tutti voi a prendere parte alla comunione spirituale. Questo può essere fatto durante il rito di comunione, se state partecipando alla trasmissione della Santa Messa, o in qualsiasi altro momento opportuno leggendo la seguente preghiera:

Ai tuoi piedi, o mio Gesù, ti do e ti porto il pentimento del mio cuore spezzato, immerso nella mia insignificanza e nella tua santa presenza. Ti adoro nel sacramento del tuo amore e desidero accoglierti nel povero monastero che il mio cuore ti offre.

In previsione del momento felice in cui ti riceverò nella Santa Comunione, desidero riceverti spiritualmente. Vieni da me, o mio Gesù, affinché io possa venire da te. Il tuo amore infiammerà tutto il mio essere, nella vita e nella morte. Credo in te, spero in te, ti amo”.

Inoltre in una lettera, inviata nelle scorse settimane ai cristiani di Mosca mons. Pezzi aveva sottolineato che questo virus non è una ‘punizione’ di Dio: “Il coronavirus non è una maledizione o una punizione da parte di Dio. Tuttavia, in queste circostanze dolorose, Dio ci mostra che non siamo creature onnipotenti, ma al contrario siamo fragili e vulnerabili.

Nonostante tutti i suoi risultati, la scienza non può risolvere il problema della sofferenza, della morte e del male. Dio ci mostra che abbiamo bisogno l’uno dell’altro, che dobbiamo prenderci cura dei nostri fratelli e sorelle, che dobbiamo imparare a vivere accettando Dio stesso nella nostra vita. In questa prospettiva, la Quaresima può essere un buon momento per cambiare il nostro stile di vita e ricostruire relazioni strette in famiglia, specialmente tra genitori e figli”.

E don Giampiero Caruso ha scritto ai fedeli della Cappellania italiana, invitandoli a riscoprire la bellezza della preghiera: “Tenere fisso lo sguardo su Gesù è un guardare domandando. Mi sembra che il guardare domandando sia come il vertice dell’umano.

Penso che anche i papà e le mamme si commuovano molto di più quando il loro bambino guarda domandando di essere voluto bene che non quando obbedisce a qualcosa che loro gli dicono. Questo guardare domandando è come l’espressione suprema di quello che il cuore dell’uomo può compiere.

E’ per questo che vi invito, soprattutto in questo momento particolare della vita di ciascuno, di riscoprire la bellezza della preghiera personale e familiare. Ad esempio, la recita del santo rosario, a Gesù che è presente, che ci conforti, che ci guarisca e ci salvi”.

Invitando a prepararsi a vivere con gioia la Pasqua don Caruso ha sottolineato che san Paolo parlava di ‘momento favorevole’: “Io credo che la condizione particolare che tutti noi stiamo vivendo ci stia offrendo un’occasione per ritrovare noi stessi, personalmente e in quanto parte delle società, di una comunità.

E’ un’occasione per crescere, per desiderare, volere e far emergere nella nostra vita concreta ciò che siamo, e ciò di cui abbiamo veramente bisogno. In poco tempo siamo stati spogliati di molte cose che credevamo indispensabili. E’ un tempo di autocoscienza”.

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