Beato Tommaso da Tolentino apre la via verso la Cina

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Tommaso nacque a Tolentino intorno al 1250 ed entrato giovanissimo nell’Ordine Francescano, fu tra i più accesi sostenitori dell’ideale di povertà in conformità della Regola e per questo motivo fu imprigionato due volte. Liberato dal carcere per intervento del generale dell’Ordine, Raimondo Godefroy, fu insieme ad Angelo Clareno, Marco da Montelupone, Pietro da Macerata ed Angelo da Tolentino nella missione di Armenia.

Il re di Armenia, Heitung II, lo incaricò di varie ambascerie in Europa presso il papa e il re di Francia. Tornando nuovamente a Roma in cerca di missionari, ripartì nel 1302 per l’Oriente con dodici compagni. Nel 1307 partecipò al concilio di Sis che approvò l’unione della Chiesa armena con la romana.

Durante la sua attività apostolica gli giunsero alcune lettere di frà Giovanni da Montecorvino, il quale sollecitava l’invio di aiuti dalla Cina. Nel 1308 San Tommaso fu a Poitiers dove prospettò al Papa Clemente V le necessità delle missioni in Oriente. In seguito al suo intervento il Papa istituì la prima gerarchia ecclesiastica in Cina.

Negli anni successivi il campo dell’attività missionaria di san Tommaso dalla Persia fu esteso presumibilmente in India e in Cina. Verso la fine del 1320 s’imbarcò in Ormuz con i francescani Giacomo da Padova, Pietro da Siena, Demetrio da Tifliz e con il domenicano Giordano da Severac, diretto in Cina.

Sbarcati contro la loro volontà nell’isola di Salsetta, i cinque missionari furono accolti da una famiglia di nestoriani a Tana. Preso insieme ai suoi confratelli, difese dinanzi ai mussulmani la divinità di Gesù Cristo e con il nome della Madonna sulle labbra venne crudelmente martirizzato il 9 aprile del 1321.

Qualche anno dopo, Odorico da Pordenone trasportò il corpo del beato a Zaiton in Cina. Il capo, alla fine del secolo XIV, fu portato da un mercante pisano a Tolentino, dove con l’approvazione di papa Bonifacio IX, venne innalzata una cappella in onore del martire. Le venerate reliquie, custodite in un busto d’argento, sono conservate attualmente nella cattedrale di s. Catervo, ora chiusa al culto dopo il sisma del 2016. Papa Leone XIII, nel 1894, ne confermò il culto.

Ed in previsione del settimo centenario della sua morte, avvenuta il 9 aprile 1321, il prof. Paolo Cicconofri sta ultimando un libro riguardante la vita del beato tolentinate, in collaborazione con Carlo Vurachi e l’aiuto di Franco Casadidio, ripercorrendo e ricostruendo  la storia della memoria e del culto tra Italia e India.

Nel testo in preparazione il professore settempedano racconta il recupero del corpo del beato ed il suo ‘trasferimento’ a Tolentino: “Qualche anno dopo Odorico da Pordenone ne trasla in Cina i resti e, inserendo nella sua Relatio il lungo racconto dei ‘Martiri di Tana’ e dei miracoli da loro compiuti di cui è testimone, ne assicura una fama che durerà nei secoli.

​Probabilmente nel 1350, il mercante pisano Giovannino di Ugolino da Pisa entra in possesso di una reliquia di Tommaso e la porta con sé in Italia. Tra la fine degli anni ’50 e gli anni ’60 del 1300, la reliquia è poi fatta arrivare a Tolentino, dove verrà conservata nella chiesa del convento di san Francesco quello in cui il giovane Tommaso si era formato  ed era diventato frate.  

Nella chiesa gli viene dedicata una cappella dove verrà conservato, prima in un Reliquiario dorato in legno, poi dal 1725 in un reliquiario d’argento, il capo del beato Tommaso. Dal 1816 la reliquia è conservata nella cattedrale di san Catervo.

La gloria del martirio e la reliquia favoriscono la nascita di una precoce tradizione iconografica, di una memoria ininterrotta e di un culto spontaneo, che viene sancito nel 1894 dalla beatificazione del frate francescano con decreto di papa Leone XIII.

Vent’anni dopo, nel 1914, il culto del beato Tommaso viene inserito alla data del 9 aprile nel calendario liturgico della diocesi di Tolentino e nei calendari liturgici dell’arcidiocesi di Goa e della diocesi di Damão in India, dove la memoria dei quattro Frati Minori era sopravvissuta per secoli e dove una chiesa era stata fondata nel luogo dove i martiri erano stati processati e dove l’11 aprile era stato ucciso il giovane frate Pietro da Siena.

Tra Tolentino e la lontana città di Thane si stabilisce così un legame, che, reso più forte dalla comune presenza di reliquie del Beato, si manifesta con la visita, nel 1964, del vescovo di Macerata e Tolentino a Thane nei luoghi del martirio, e, nel novembre del 1965, con il pellegrinaggio dei vescovi indiani, guidati dall’arcivescovo di Bombay, card. Gracias,  a Tolentino”.

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