Sars-CoV-2. Divulgazione scientifica – Parte 4: Covid-19 è pericolosa per cani e gatti? Possono trasmetterla all’uomo?

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“Vorrei ci fossero due tipi di telegiornali, due versioni di carta stampata, due versioni di informazione on line e via discorrendo. La prima per i decerebrati e la seconda per la gente educata al pensiero. Chiedo troppo vero?” (Valentina Villano).

“Lei è un cretino si informi”. Con questa frase magistrale, Totò ha definito in modo energico e risolutivo il problema aggiunto al già micidiale nuovo Coronavirus, presentato dalle catene di Sant’Antuono, con cui dei decerebrati, che non s’informano, moltiplicano in modo virale, più velocemente del Coronavirus, scemenze, bufale, fake news, false informazioni, procurando allarme infondato.

Oltre ogni ragionevole dubbio, possiamo affermare che Certe mutazioni dell’Homo sapiens sapiens rappresentano i virus più virulenti e letali, che si diffondono in modo inarrestabile sulla Terra. Uno dei suoi strumenti prediletti, per diffondere le scemenze che producono in quantità industriale nel buco nero che hanno tre le orecchie, sono proprio le catene di Sant’Antuono. Smettiamola per favore a mettere in giro notizie che possono creare disastri infiniti, nel parlare e scrivere senza collegare al cervello la lingua in bocca e le dita sulla tastiera.

Secondo l’ultima bufala, che mi è stata segnalata ieri, cani e gatti trasmetterebbero il contagio da Sars-CoV-2 agli esseri umani. Questo procurato allarme viene diffuso da stronzi decerebrati, partendo da informazioni scientifiche che non sono in grado di comprendere, con il cervello è “un buco nero tra le orecchie con una tale forza di gravità che rende impossibile l’uscita non solo della luce e delle radiazioni, ma anche del pensiero” (secondo la magistrale definizione del insuperabile Governatore della Campania, Vincenzo De Luca).

Ma da dove ha origine questa pericolosa bufala, che gira in queste ore sui social (Facebook e Twitter, Messenger e WhatsApp, principalmente)? Viene attribuita al TG3 che avrebbe detto, riportando delle dichiarazioni della virologa Illaria Capua, che cani e gatti sarebbero contagiosi per il nuovo Coronavirus Sars-CoV-2, quindi trasmetterebbero la malattia infettiva Covid-19 all’uomo.

Capire l’origine del procurato allarme, con pesanti conseguenze per cani e gatti – perché stimola i fenomeni di abbandono e uccisione – è fondamentale.

Non c’è dubbio che si tratta di una bufala a tutti gli effetti (raramente le catene di Sant’Antuono diffondono cose vere e anche se lo fanno sono comunque dannosi perché mettono a dormire la metacognizione e la vera Fede). Questo nonostante il fatto che, analizzandola bene, il principio dal quale si parte con questo messaggio virale (sì, questo molto contagioso) appare positivo. In sostanza, questa nuova catena di Sant’Antuono parte dal – meritevole – tentativo di smentire che cani e gatti possano essere pericolosi al riguarda il Sars-CoV-2, anche per la salute dell’uomo. Tuttavia, le imprecisioni sono tante e le buone intenzioni non giustificano la bufala.

Questo è il testo della nuova catena di Sant’Antuono, bufalina e virale:

“Purtroppo stasera quegli stronzi del TG 3 hanno detto che la virologa Ilaria Capua ha parlato di una possibilità di cani e gatti affetti da COVID 19 e quindi contagiosi…… ma non ci sono ancora conferme….. solo che così gli ignoranti si scateneranno ancor di più ad abbandonare ed uccidere cani e gatti! Bisogna chiedere una smentita al. TG3 per procurato allarme! Puoi far girare questo tra tutti i tuoi contatti che amano gli animali? Grazie e buona serata“.

Andando alla “fonte”, si scopre che il TG3 aveva preso spunto dalle dichiarazioni sul Corriere della Sera della virologa italiana di fama mondiale Ilaria Capua, Capo del One Health Center of Excellence all’Università della Florida, messa alla gogna da pm e giornali, che l’ha pure confermato in un tweet: “Buonasera, ho detto che ci sono due gatti infetti uno in Belgio uno a Hong Kong e che questo potrebbe diventare un problema di sanità pubblica da affrontare. E che c’era da aspettarselo. Lo avevo anche scritto qui“.

Quindi, è vero che il TG3 ha riportato alcune dichiarazioni di Ilaria Capua a proposito di cani e gatti che “sono suscettibili a SARS-CoV-2”, cioè che possano essere “contagiati” da padroni infetti. Cosa ben diversi dall’essere “contagiosi”. Ma pretendere che dei decerebrati comprendono queste “sottigliezze” è veramente chiedere troppo.

In sostanza, la bufala si basa sulla sola parola “contagiosi”, che a conti fatti, non è mai stato riportato dal TG3, né pronunciata da da Illaria Capua, a proposito di cani e gatti, in riferimento al Covid-19. Anche perché, secondo la maggioranza dei virologi, sulla base dei dati scientifici attuali, cani e gatti non trasmettono il Sars-CoV-2 a umani. Questa è la verità. Quindi, è molto male asserire il contrario o anche soltanto lanciare dubbi al riguardo, vista l’infinita ignoranza in ambito scientifico. Siamo noi umani, affermano, che “forse” potremmo infettare loro e non viceversa, quindi sono “casomai” loro che rischiano l’infezione dagli umani.

In un periodo già per di suo molto delicato per la situazione sanitaria che si è venuta a creare in Italia a causa del nuovo Coronavirus, è molto importante capire bene cosa abbia riportato il TG3 e detto Ilaria Capua veramente sull’argomento, prima di diffondere degli allarmi.

Ilaria Capua ha dichiarato, che esclude la scomparsa del Coronavirus con l’arrivo dell’estate e ha ricordato, che tutto il problema del nuovo Coronavirus è partito dalle dagli animali e che con i primi possibili contagi sui gatti si apre, nuovamente, un altro fronte, prima che arrivasse anche la raccomandazione dell’Istituto Superiore di Sanità di isolare gli animali domestici a contatto con padroni affetti da Covid-19, perché “sono suscettibili a Sars-CoV-2. Questo è un fenomeno di portata epocale. Siamo di fronte ad una emergenza sanitaria, ma non è un tunnel senza fine. Ne usciremo ma saremo tutti diversi”, ha aggiunto.

In una diretta Instagram con il Sindaco di Firenze Dario Nardella, Ilaria Capua ha spiegato che in passato il virus della Sars “è scomparso con l’estate ma non per il caldo. La Sars è stata fermata da un contenimento”. Secondo la virologa a diffondere così tanto il nuovo Coronavirus è stata anche la globalizzazione, con la possibilità di spostarsi rapidamente da una parte all’altra del mondo. “Rispetto alla pandemia spagnola che ci ha messo due anni a fare il giro del mondo perché è andata a piedi, con le navi, il Coronavirus – ha spiegato – non è un virus super resistente, anzi è fragile, ma si trasmette con grande facilità”.

E così gli ignoranti – questi cretini, ma come si fa a credere a queste idiozie – hanno tradotto le parole della Capua in “i gatti trasmettono il Coronavirus agli umani”. Quindi, hanno stimolato ancore di più l’abbandono e l’eutanasia di cani e gatti al primo manifestarsi di un malessere, da sommarsi ai problemi che ci sono già in questo tempo così difficile, anche per gli animali domestici. E questo dopo solo un mese. Per cosa poi? Visto che si tratta di una mera supposizione e di due casi isolati, pur piuttosto dubbi.

Va ricordato, che alla fine del 2019 sono stati resi noti in Cina i primi casi nell’uomo di una nuova malattia infettiva denominata Covid-19. Attualmente, migliaia di persone in tutto il mondo sono malate e la questione della provenienza del nuovo Coronavirus Sars-CoV-2 non è stata ancora completamente risolta. Secondo le attuali conoscenze scientifiche al riguardo, la malattia respiratoria è stata trasmessa all’uomo attraverso animali quali pipistrelli, pangolini e serpenti. Ad oggi l’Istituto tedesco FLI-Friedrich Löffler Institut ha valutato improbabile la trasmissione della malattia infettiva Covid-19 dall’uomo a cani e gatti, e viceversa.

Già nelle prime settimane della pandemia furono diffuse delle “segnalazioni” in merito al presunto lancio di cani e gatti dalle finestre in Cina, per il timore che potessero essere “contagiosi”.

Sebbene pochi giorni fa in Belgio si sia riscontrato il caso di una donna affetta da Covid-19, che soffriva di difficoltà respiratorie e diarrea, il cui gatto presentava una infezione da Sars-CoV-2, il FLI continua a sottolineare che si tratta di un caso isolato. Il gatto è attualmente sotto controllo veterinario e sta bene, considerate le circostanze.

I Coronavirus sono stati trovati anche sul naso e sulla bocca di due cani di Hong Kong. Tuttavia, poiché il loro titolo anticorpale contro il virus era molto basso, i medici hanno concluso che si è trattato di una contaminazione derivata dall’ambiente.

Quindi, con il primo contagio da Covid-19 su un gatto è arrivato subito anche il colpo di coda, come era da aspettare, ha sottolineato Illaria Capua. “Essendo un Coronavirus di origine animale, ora torna a infettarli. Bisogna così gestire anche l’infezione degli animali, sia domestici come gli esemplari felini e canili, che quelli negli allevamenti. E questo sarà un enorme problema di gestione sanitaria pubblica”.

Sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità si sottolinea che “fino al 2 aprile sono solamente 4 i casi documentati di animali domestici positivi: in tutti i casi all’origine dell’infezione vi sarebbe la malattia dei loro proprietari affetti da Covid-19”. “Il dato, per quanto limitato a poche osservazioni, merita attenzione – si sottolinea – a questi casi di infezione avvenuta naturalmente, si stanno infatti aggiungendo i risultati degli studi sperimentali effettuati in laboratorio su alcune specie domestiche. Questi confermerebbero la suscettibilità del gatto, del furetto e, in misura minore, del cane all’infezione da Sars-CoV-2”.

L’ISS spiega anche che nei due cani e nel gatto osservati ad Hong Kong, l’infezione si è evoluta in forma asintomatica. Il gatto descritto in Belgio ha, invece, sviluppato una sintomatologia respiratoria e gastroenterica a distanza di una settimana dal rientro della proprietaria dall’Italia. L’animale ha mostrato anoressia, vomito, diarrea, difficoltà respiratorie e tosse ma è andato incontro a un miglioramento spontaneo a partire dal nono giorno dall’esordio della malattia.

Corollario

Quali animali domestici potrebbero essere contagiati dal Covid-19? Un esperimento
Alcuni ricercatori cinesi hanno inoculato il virus in animali da compagnia per verificare l’efficacia e la resistenza dei loro sistemi immunitari e la possibilità che la malattia venisse trasmessa ai loro simili
AGI, 3 aprile 2020

Furetti e gatti possono essere infettati dal nuovo Coronavirus e trasmetterlo ad altri animali, mentre i cani sembrano essere più resistenti. Questo è quanto sostengono su bioRxiv i ricercatori dello State Key Laboratory of Veterinary Biotechnology di Harbin, in Cina, che hanno inoculato il virus in animali da compagnia per verificare l’efficacia e la resistenza dei loro sistemi immunitari e la possibilità che la malattia venisse trasmessa ai loro simili.
“Polli, galline, anatre e maiali sembrano non essere sensibili al Covid-19. Abbiamo deciso di indagare dopo che alcuni animali domestici sono stati infettati, due cani a Hong Kong e un gatto in Belgio mostravano sintomi, mentre un gatto domestico ha contratto il Coronavirus senza manifestare alcun sintomo. In tutti e quattro i casi analizzati si pensa che gli animali siano stati contagiati dai padroni umani”, spiega Jianzhong Shi dello State Key Laboratory of Veterinary Biotechnology.
“Gatti e cani sono a stretto contatto con l’uomo, per questo motivo è importante capire la loro suscettibilità alla SARS-CoV-2”, sostengono i ricercatori.
“Al momento non ci sono prove che possano confermare la capacità degli animali domestici di diffondere il virus”, osservano i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie. “Abbiamo inoculato il virus in alcuni gatti, che hanno manifestato infezione in passaggi nasali, tonsille, palati molli e apparati respiratori.
Anche gli esemplari messi a contatti con soggetti infetti hanno poi mostrato segni di infezione. Tutti i gatti hanno poi sviluppato anticorpi in grado di combattere il virus”, spiega Shi. “I proprietari di animali domestici non hanno grandi motivi di preoccupazione al momento”, rassicura il ricercatore.
“Gli animali in questione hanno ricevuto dosi massicce di materiale infettante, che non riflettono le condizioni della vita domestica. Inoltre non abbiamo prove che questi gatti possano trasmettere il virus agli umani”, aggiunge la virologa Linda Saif della Ohio State University. “Saranno necessari ulteriori studi per comprendere meglio la trasmissione del virus”, precisano gli esperti, dichiarando di aver effettuato dei test anche su altri animali, scoprendo che polli, anatre e maiali non sembravano in grado di contrarre il Covid-19. “I furetti, invece, sono risultati altamente sensibili, il che li rende adeguati per la sperimentazione di vaccini e trattamenti farmacologici”, conclude Shi.

Articoli precedenti:

0 – Sars-CoV-2. Divulgazione scientifica volta a contrastare disinformazione e false notizie che imperversano nocivamente – Introduzione
1 – Sars-CoV2. Divulgazione scientifica – Parte 1 – Covid-19: Casi asintomatici e periodo d’incubazione – 21 marzo 2020
2 – Sars-CoV-2. Divulgazione scientifica – Parte 2: Persistenza del virus nell’ambiente e sulle superfici
3 –Sars-CoV-2. Divulgazione scientifica – Parte 3: Genesi e sviluppo di zoonosi che diventano pandemie. Dipendono solo da noi

Chanel e Seville.

Postscriptum

Mentre stavo scrivendo, Seville è venuto a controllare, salendo sulla scrivania e strusciando il pc (come fa spesso) e mi ha ringraziato per questo articolo. Mi ha confermato anche che pure Chanel (che è ancora molto timida) ringrazia.
Sono due deliziose creature, che ovviamente come felini creano guai in casa (essendo comunque gatti di stirpe nobile, hanno stile e classe, ma visto che vivano in appartamento, in qualche modo devono scaricare l’energia).
Però, tra i guai che combinano, non va annoverata la contagiosità per il loro coinquilino (e fornitore di cibo, acqua, pulizia,…), per quanto riguarda il nuovo Coronavirus.
Di Coronavirus ne hanno già abbastanza da loro (e le più importanti vaccinazioni hanno avuto da piccoli). Per il resto, gli procuro il meno stress possibile, sono protetti contro le intemperie e dei pericoli esterni, pulisco la loro lettiera, fornisco acqua pulita in abbondanza, crocchettine e scatolette di umido.
E sto attento di non ammalarmi io del Covid-19 e quindi non c’è possibilità neanche rimota che posso trasmettere questa pestilenza a loro.

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