Papa Francesco: nessuno approfitti della pandemia per propri interessi

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Chiudendo la settimana che precede quella Santa nella messa mattutina, trasmessa in streaming da Santa Marta, papa Francesco ha pregato affinché nessuno approfitti della pandemia per i propri interessi: “In questi momenti di turbamento, di difficoltà, di dolore, tante volte alla gente viene la possibilità di fare una o l’altra cosa, tante cose buone. Ma anche non manca che a qualcuno venga l’idea di fare qualcosa non tanto buona, approfittare del momento e approfittarne per se stesso, per il proprio guadagno. Preghiamo oggi perché il Signore ci dia a tutti una coscienza retta, una coscienza trasparente, che possa farsi vedere da Dio senza vergognarsi”.

Nell’omelia il papa, commentando il vangelo dell’apostolo Giovanni, ha spiegato il motivo per cui i farisei e i sacerdoti riuniscono il Sinedrio per decidere la sorte di Gesù, descrivendo come i dottori della legge da una piccola inquietudine con l’arrivo di Giovanni e poi di Gesù siano arrivati alla decisione di ucciderlo:

“E’ da tempo che i dottori della legge, anche i sommi sacerdoti, erano inquieti perché passavano cose strane nel Paese. Prima questo Giovanni, che alla fine lo lasciarono stare perché era un profeta, battezzava lì e la gente andava ma non c’erano altre conseguenze. Poi è venuto questo Gesù, segnalato da Giovanni. Incominciò a fare dei segni, dei miracoli, ma soprattutto a parlare alla gente e la gente capiva, e la gente lo seguiva, e non sempre osservava la legge e questo inquietava tanto”.

Ha raccontato i numerosi segni compiuti da Gesù a favore del popolo che irritavano farisei e sacerdoti: “… E poi, dopo la risurrezione di Lazzaro (questo che abbiamo sentito oggi) tanti giudei andavano lì a vedere le sorelle Lazzaro, ma alcuni sono andati a vedere bene come stanno le cose per riportarle, e alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. Altri credettero in Lui. E questi che sono andati, i chiacchieroni di sempre, che vivono portando (le chiacchiere) … sono andati a riferire loro”.

Eppoi pensavano alla ‘salvezza’ del loro ‘posto di lavoro’, tutelato dai Romani: “In questo c’era parte della verità ma non tutta, era una giustificazione, perché loro avevano trovato un equilibrio con l’occupatore, ma odiavano l’occupatore romano, perchè politicamente avevano trovato un equilibrio”.

Il capo dei sacerdoti, Caifa, quindi propone di processarlo per condannarlo a morte: “E’ stato un processo, un processo che incominciò con piccole inquietudini al tempo di Giovanni Battista e poi finì in questa seduta dei dottori della legge e dei sacerdoti. Un processo che cresceva, un processo che era più sicuro della decisione che dovevano prendere, ma nessuno l’aveva detta così chiara: ‘Questo va fatto fuori’.

Questo modo di procedere dei dottori della legge è proprio una figura di come agisce la tentazione in noi, perché dietro di questa evidentemente era il diavolo che voleva distruggere Gesù e la tentazione in noi generalmente agisce così: incomincia con poca cosa, con un desiderio, un’idea, cresce, contagia altri e alla fine si giustifica”.

In questa decisione il papa ha sottolineato la tentazione del potere da parte del diavolo: “Questi sono i tre passi della tentazione del diavolo in noi e qui sono i tre passi che ha fatto la tentazione del diavolo nella persona del dottore della legge. Cominciò con poca cosa, ma è cresciuta, è cresciuta, poi ha contagiato gli altri, si è fatta corpo e alla fine si giustifica: “E’ necessario che muoia uno per il popolo’, la giustificazione totale. E tutti sono andati a casa tranquilli”.

Infine il papa ha sottolineato che anche noi agiamo così, perché cerchiamo la tranquillità: “E tutti noi, quando siamo vinti dalla tentazione, finiamo tranquilli, perché abbiamo trovato una giustificazione per questo peccato, per questo atteggiamento peccaminoso, per questa vita non secondo la legge di Dio.

Dovremmo avere l’abitudine di vedere questo processo della tentazione in noi. Quel processo che ci fa cambiare il cuore da bene in male, che ci porta sulla strada in discesa. Una cosa che cresce, cresce, cresce lentamente, poi contagia altri e alla fine si giustifica”.

Edi nuovo ha ribadito l’astuzia del diavolo: “Difficilmente vengono in noi le tentazioni di un colpo, il diavolo è astuto. E sa prendere questa strada, la stessa l’ha presa per arrivare alla condanna di Gesù…

La vita di Gesù è sempre un esempio per noi e le cose che sono accadute a Gesù sono cose che accadranno a noi, le tentazioni, le giustificazioni, la gente buona che è intorno a noi e forse non la sentiamo e i cattivi, nel momento della tentazione, cerchiamo di avvicinarci (a loro) per far crescere la tentazione.

Ma non dimentichiamo mai: sempre, dietro un peccato, dietro una caduta, c’è una tentazione che è incominciata piccola, che è cresciuta, che ha contagiato e alla fine trovo una giustificazione per cadere. Lo Spirito Santo ci illumini in questa conoscenza interiore”.

Quindi il papa ha terminato la celebrazione con l’adorazione e la benedizione eucaristica, invitando a fare la Comunione spirituale: “Gesù mio, credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento dell’altare. Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell’anima mia. Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore. Come già venuto, io ti abbraccio e tutto mi unisco a Te. Non permettere che mi abbia mai a separare da Te. Amen”.

Inoltre nella quarta predica di quaresima p. Raniero Cantalamessa ha sottolineato la ricchezza che c’è dietro al titolo di Maria Madre dei credenti: “Maria è vista, come diceva sant’Agostino, come il membro più eccellente della Chiesa, ma un membro di essa, non al di fuori o al di sopra di essa”.

La Madre di Dio è quindi un modello di fede e di speranza: “Viene un’ora nella vita, in cui ci occorre una fede e una speranza come quella di Maria. E’ quando Dio sembra non ascoltare più le nostre preghiere, quando si direbbe che smentisca se stesso e le sue promesse, quando ci fa passare di sconfitta in sconfitta e le potenze delle tenebre sembrano trionfare su tutti i fronti intorno a noi; quando si fa buio dentro di noi, come si fece buio, quel giorno”.

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