Tolentino: mons. Marconi inaugura una Cappella con reliquia di san Giovanni Paolo II

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A febbraio a Tolentino, a conclusione della visita pastorale nell’Unità Pastorale 9 e prima che tutto si fermasse a causa del Coronavirus, dal vescovo della diocesi di Macerata, mons. Nazareno Marconi, è stata inaugurata una nuova Cappella nella chiesa dello Spirito Santo dedicata agli sposi dove si venera l’icona, raffigurante Cristo a Cana di Galilea, dipinta dal vice parroco don Vitantonio Zecchino, in collaborazione con il parroco don Diego Di Modugno, dove è conservata definitivamente una reliquia di san Giovanni Paolo II, concessa dal postulatore per le cause dei Santi.

In occasione del suo 15^ anniversario della ‘salita al Cielo’ e nel 100^ anniversario della nascita ho domandato a don Vitantonio di spiegarci l’idea di dedicare la cappella a san Giovanni Paolo II:

“L’idea di ristrutturare la cappella è nata dal desiderio e dall’esigenza di dare uno spazio di intimità e preghiera dedicato soprattutto ai giovani e alle giovani coppie. Inizialmente volevamo creare una cappella dedicata alla Vergine Maria e l’affresco delle nozze di Cana voleva essere per tutti un invito a ‘fare quello che il Signore ci dirà’ come Maria invita i servi nel primo miracolo a Cana. Un invito a riscoprire la vocazione di ognuno di noi seguendo Cristo e obbedendo alla sua parola. Nell’affresco infatti i servi non sono presenti. Ogni fedele che guarda l’immagine è chiamato ad essere quel servo che dando la propria disponibilità a Cristo non perde nulla, ma riceve da lui il vino buono della gioia”.

In cosa consiste e quale significato riveste la reliquia del papa santo?

“Durante i lavori abbiamo pensato al legame che c’era tra Giovanni Paolo II, la Vergine Maria e i giovani. E’ stato infatti lui a dare origine alle Giornate Mondiali della Gioventù e a scrivere diversi documenti sulla famiglia come ‘Familiaris consortio’, ‘Gratissimam sane’, ‘Magnum matrimonii sacramentum’… e il suo motto papale come affidamento totale a Maria ‘totus tuus’.

Per questo abbiamo richiesto al postulatore della causa di Beatificazione di Giovanni Paolo II la possibilità di ottenere la reliquia come una presenza permanente del Santo Padre molto amato da tutti e chiedere attraverso di lui grazie a Dio. La cappella sarà sempre a disposizione di tutti per la preghiera personale”.

Per quale motivo la cappella è dedicata agli sposi?

“Nella nuova cappella, nata dal desiderio e dall’esigenza di dare uno spazio di intimità e preghiera dedicato soprattutto ai giovani e alle giovani coppie, abbiamo voluto impreziosirla con la reliquia di san Giovanni Paolo II e un’icona raffigurante il primo segno che Gesù compie a Cana: trasformare l’acqua in vino.

Avevo 15 anni quando ho partecipato alla mia prima GMG a Tor Vergata nel 2000 e le parole di Giovanni Paolo II sono rimaste da quella sera impresse nel mio cuore. ‘Voi non vi rassegnerete ad un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restando analfabeti, mancano di lavoro. Voi difenderete la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno, vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti… non abbiate paura di affidarvi a lui… se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo’.

Avere la sua reliquia, quindi la sua presenza nella nostra cappella è un monito costante a questo impegno, seguire Cristo, amarlo, anche a costo di andare controcorrente, per essere le sentinelle del mattino. Per questo a confermare la parola del Papa c’è l’invito della Vergine Maria a Cana: fate quello che lui vi dirà.

Questo è quello che dobbiamo fare, riconoscere di essere servi e quel vuoto delle nostre giare, la nostra acqua affidata a Cristo può essere trasformata e diventare più buona. La Vergine Maria vede la tristezza degli sposi per la mancanza di vino e intercede per noi a suo Figlio. Come Giovanni Paolo II vogliamo allora affidare a lei le nostre i nostri giovani, le nostre coppie attraverso quel ‘totus tuus’ che ci conduca alla pienezza della vita”.

Perché hai scelto di dipingere l’icona delle nozze di Cana per questa cappella?

“C’è un racconto d’amore che attraversa tutta la storia umana dal quale emerge che nel cuore di ogni uomo e di ogni donna è presente, perenne e insopprimibile, il desiderio di amare. San Giovanni Paolo II scrive nella sua prima enciclica, Redemptor hominis: ‘L’uomo non può vivere senza amore. Esso rimane per se stesso un essere incomprensibile, la sua vita è priva di senso se non gli viene rivelato l’amore, se non si incontra con l’amore, se non lo sperimenta e non lo fa proprio, se non vi partecipa vivamente’.  Questo desiderio innato viene svelato in pienezza e portato a compimento nella missione di Gesù, il Figlio di Dio venuto tra noi come nostro Salvatore.

La pagina del vangelo di Giovanni, che narra le nozze di Cana, ci aiuta a leggere in maniera sapienziale, semplice e toccante l’esperienza dell’amore umano tra due sposi che, dando inizio a una nuova famiglia, diventano un segno della gloria del Figlio di Dio in mezzo a noi.

Il racconti evangelico è la sintesi armonica di umano e di divino, testimonianza luminosa di un’esperienza antica e sempre nuova, sorprendente ‘novità’ legata a Gesù e al suo irrompere nel cuore degli sposi e dell’umanità.

Mi piace ricordare ciò che ha detto san Giovanni Paolo II nell’udienza generale del 26 febbraio 1997 su questo episodio evangelico: ‘L’episodio delle nozze di Cana ci esorta ad essere coraggiosi nella fede e a sperimentare nella nostra esistenza la verità della parola evangelica: Chiedete e vi sarà dato’.

In questo modo la ‘piccola chiesa domestica’ della famiglia e la ‘grande Chiesa’, nell’obbedienza alla fede, continuano insieme a farsi epifania e annuncio della ‘buona notizia’ a ogni persona e al mondo intero: l’amore di Dio è in mezzo a noi”.

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