Mons. Delpini invita a ‘svegliare’ la bellezza

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In un Duomo a porte chiuse, dove i fedeli entrano solo virtualmente attraverso i media, partecipando alla Celebrazione eucaristica nella V Domenica della Quaresima ambrosiana, mons. Mario Delpini ha raccontato il dolore provato nei giorni scorsi, recandosi al Policlinico e nei Cimiteri cittadini, ma non rinunciando a parlare con chiarezza della speranza che il Signore dà la vita, risorgendo dalla morte:

“Porto qui davanti al Signore, ciò che ho visto attraverso le strade del Policlinico, Sono troppi i malati: i medici, il personale, lavorano troppo per assicurare a tutti le cure necessarie. Troppo dolore. Sono stato nei Cimiteri di Milano, soprattutto al Maggiore e a Lambrate, dove si concentrano i troppi morti di questa epidemia. Ho visto il personale che lavora in solitudine, senza parenti, senza riti.

Porto in Duomo la loro fatica, la fede di tutti voi che mi state ascoltando: chi è troppo solo in casa, chi condivide una casa troppo piccola nella quale la lunga segregazione rende difficili i rapporti e innervosisce, porto qui la preghiera di tutti quelli che ci seguono e il desiderio di consolazione di tutti gli altri.. Troppe cose devo portare all’altare del Signore, aiutatemi con la vostra preghiera e la testimonianza di fede”.

Nell’omelia l’arcivescovo ha invitato a non ‘abbassare’ la gioia attraverso un piccolo racconto: “Gesù voleva molto bene a Lazzaro, a Maria, a Marta, gli amici di Betania. E una volta aveva portato in dono dei semi… Dunque li avevano presi in consegna, avevano preparato vasi con terra buona, li avevano messi nel locale più riparato dal vento freddo del nord e dal vento ardente del deserto, li curavano con ogni cura. Ma, in effetti, con scarsi risultati”.

Da questo racconto l’arcivescovo offre un suggerimento per affrontare la vita senza abbattersi: “Per far sbocciare i fiori speciali che Gesù ci ha consegnato, bisogna esporli al sole. Voglio raccomandare a tutti, specialmente ai ragazzi e ai più giovani di cercare Gesù, luce del mondo.

A tutti i ragazzi e i giovani e a quelli che sono giovani dentro, voglio ripetere il comando di Gesù che Papa Francesco ha scelto come titolo per la Giornata Mondiale della Gioventù che si celebra domenica prossima: ‘Giovane, dico a te, alzati!’”.

Ed ecco l’incoraggiamento di mons. Delpini a sentire il profumo della vita: “«Dico, dunque, a tutti voi: siate fiori che cantano, irradiate la gioia perché il mondo sta morendo di tristezza. Contrastate con il contagio della gioia il contagio del virus e di ogni male. Siate fiori che colorano la terra: svegliate la bellezza che si è assopita sotto la coltre del grigiore.

Fate risplendere il bello che c’è in ogni uomo e in ogni donna. Siate fiori che profumano: diffondete il buon profumo di Cristo, che renda desiderabile abitare insieme, sedersi a mensa e dare vita ad affetti più intensi e alle amicizie più vere. Diffondete profumo di pane e di amicizia”.

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