Papa Francesco prega per le persone vulnerabili

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Nell’ultima domenica quaresimale, che introduce alla Settimana Santa, il Vangelo racconta la commozione di Gesù per la morte del suo amico Lazzaro ed il papa al termine della recita dell’Angelus dalla biblioteca del palazzo apostolico ha invitato le nazioni a ‘cessare’ le guerre per l’emergenza del coronavirus, come ha chiesto il Segretario Generale delle Nazioni Unite:

“Mi associo a quanti hanno accolto questo appello ed invito tutti a darvi seguito fermando ogni forma di ostilità bellica, favorendo la creazione di corridoi per l’aiuto umanitario, l’apertura alla diplomazia, l’attenzione a chi si trova in situazione di più grande vulnerabilità. L’impegno congiunto contro la pandemia, possa portare tutti a riconoscere il nostro bisogno di rafforzare i legami fraterni come membri di un’unica famiglia.

In particolare, susciti nei responsabili delle Nazioni e nelle altre parti in causa un rinnovato impegno al superamento delle rivalità.  I conflitti non si risolvono attraverso la guerra! È necessario superare gli antagonismi e i contrasti, mediante il dialogo e una costruttiva ricerca della pace”.

Infine ha pregato per tutte le persone ‘vulnerabili’: “In questo momento il mio pensiero va in modo speciale a tutte le persone che patiscono la vulnerabilità di essere costretti a vivere in gruppo: case di riposo, caserme… In modo particolare vorrei menzionare le persone nelle carceri. Ho letto un appunto ufficiale delle Commissione dei Diritti Umani che parla del problema delle carceri sovraffollate, che potrebbero diventare una tragedia. Chiedo alle autorità di essere sensibili a questo grave problema e di prendere le misure necessarie per evitare tragedie future”.

Nell’Angelus papa Francesco ha sottolineato l’amicizia di Gesù con Lazzaro: “Qui tocchiamo con mano che Dio è vita e dona vita, ma si fa carico del dramma della morte. Gesù avrebbe potuto evitare la morte dell’amico Lazzaro, ma ha voluto fare suo il nostro dolore per la morte delle persone care, e soprattutto ha voluto mostrare il dominio di Dio sulla morte.

In questo passo del Vangelo vediamo che la fede dell’uomo e l’onnipotenza di Dio, dell’amore di Dio si cercano e infine si incontrano. E’ come una doppia strada: la fede dell’uomo e l’onnipotenza dell’amore di Dio che si cercano e alla fine si incontrano”.

Gesù ha chiesto di credere nella vita di resurrezione ed anche l’uomo oggi è chiamato a togliere la ‘pietra’: “Dio non ci ha creati per la tomba, ci ha creati per la vita, bella, buona, gioiosa… Dunque, siamo chiamati a togliere le pietre di tutto ciò che sa di morte: ad esempio, l’ipocrisia con cui si vive la fede, è morte; la critica distruttiva verso gli altri, è morte; l’offesa, la calunnia, è morte; l’emarginazione del povero, è morte.

Il Signore ci chiede di togliere queste pietre dal cuore, e la vita allora fiorirà ancora intorno a noi. Cristo vive, e chi lo accoglie e aderisce a Lui entra in contatto con la vita. Senza Cristo, o al di fuori di Cristo, non solo non è presente la vita, ma si ricade nella morte”.

Ed ha invitato a credere nella vita, implorando la vicinanza della Madre di Dio: “La risurrezione di Lazzaro è segno anche della rigenerazione che si attua nel credente mediante il Battesimo, con il pieno inserimento nel Mistero Pasquale di Cristo. Per l’azione e la forza dello Spirito Santo, il cristiano è una persona che cammina nella vita come una nuova creatura: una creatura per la vita e che va verso la vita.

La Vergine Maria ci aiuti ad essere compassionevoli come il suo Figlio Gesù, che ha fatto suo il nostro dolore. Ognuno di noi sia vicino a quanti sono nella prova, diventando per essi un riflesso dell’amore e della tenerezza di Dio, che libera dalla morte e fa vincere la vita”.

Durante la celebrazione eucaristica papa Francesco ha sottolineato che il pianto di Gesù per l’amico e per l’umanità: “E con quanta tenerezza piange Gesù! Piange dal cuore, piange con amore, piange con i suoi che piangono. Il pianto di Gesù. Forse, ha pianto altre volte nella vita (non sappiamo); sicuramente nell’Orto degli Ulivi.

Ma Gesù piange per amore, sempre. Si commosse profondamente e molto turbato pianse. Quante volte abbiamo sentito nel Vangelo questa commozione di Gesù, con quella frase che si ripete: ‘Vedendo, ne ebbe compassione’. Gesù non può vedere la gente e non sentire compassione. I suoi occhi guardano con il cuore; Gesù vede con gli occhi, ma vede con il cuore ed è capace di piangere”.

Concludendo l’omelia ha chiesto di non indurire il cuore in questa domenica del ‘pianto’, che si tramuta in gioia nella Pasqua di Resurrezione: “Oggi, davanti a un mondo che soffre tanto, a tanta gente che soffre le conseguenze di questa pandemia, io mi domando: sono capace di piangere, come sicuramente lo avrebbe fatto Gesù e lo fa adesso Gesù? Il mio cuore, assomiglia a quello di Gesù?

E se è troppo duro, anche se sono capace di parlare, di fare del bene, di aiutare, ma il cuore non entra, non sono capace di piangere, devo chiedere questa grazia al Signore. Signore, che io pianga con te, pianga con il tuo popolo che in questo momento soffre. Tanti piangono oggi. E noi, da questo altare, da questo sacrificio di Gesù, di Gesù che non si è vergognato di piangere, chiediamo la grazia di piangere. Che oggi sia per tutti noi come la domenica del pianto”.

Inoltre nell’omelia dalla basilica di san Pietro l’arciprete della basilica di san Pietro e vicario generale per lo Stato della Città del Vaticano, card. Angelo Comastri, ha invitato a far risplendere la ‘lampada della fede’: “Gesù ha portato nel mondo la più bella notizia, Gesù è colui che ha restituito senso e dignità alla vita e alla morte dell’uomo. Dio è il proprietario esclusivo della gioia.

Ma bisogna avere un cuore sintonizzato con il cuore di Dio, sintonizzare il nostro cuore con i sentimenti del cuore di Dio, chi vive così non ha più paura della morte. Pensate alla morte di Giovanni Paolo II che poco prima di morire ha esclamato ora lasciatemi andare nella Casa del Padre, o Madre Teresa di Calcutta che a tutti trasmetteva la certezza che la morte è l’abbraccio con Dio, la gioia di Dio è una gioia inimagginabile.

Dio è l’unico che può vincere la morte. La resurrezione di Lazzaro è semplicemente un messaggio per dirci non abbiate paura della morte. Facciamo brillare la lampada della fede”.

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