De Luca mostra “mascherine di Bunny il coniglietto” di Borrelli e Boccia. Dott. Pone che denunciò ricoverato con Covid-19

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Dott. Domenico Pone è ricoverato nel reparto Covid-19 dell’ospedale Umberto Parini di Aosta, dove da 12 anni lavora come urologo. Dopo aver accusato alcuni sintomi sospetti da giorni, il peggiorare delle sue condizioni ha portato alla sua ospedalizzazione. Dott. Pone aveva diffuso via WhatsApp un video, poi finito sui social network, in cui spiegava di aver ricevuto, insieme a tanti medici impegnati nell’emergenza al Parini, mascherine-fazzoletto totalmente inadatte come presidio medico contro possibili contagi di Coronavirus. Il video-denuncia molto duro in cui Dott. Pone aveva espresso la sua rabbia per le mascherine in dotazione anche al Pronto Soccorso del Parini dove era in servizio, aveva acceso forti polemiche sulle mascherine date al personale sanitario valdostano.

La rabbia del medico di Aosta per le mascherine date in dotazione al Pronto Soccorso.

Presa visione delle nuove mascherine da indossare per scongiurare un eventuale contagio contraibile durante l’assistenza ai pazienti, Dott. Pone aveva deciso di lasciare un messaggio sui social, senza neppure tentare di nascondere la propria amarezza. “Buon giorno a tutti”, comincia il medico nel video. “Eccomi qua, stamane, nel mio turno di consulenza al pronto soccorso presso l’ospedale Parini presso il quale, orgogliosamente, lavoro da circa 12 anni. Ebbene, qual’è la sorpresa di questa mattina 16 marzo? Questa stupenda mascherina”, dichiara, mostrando l’oggetto in questione. “Pensate un po’, un banale fazzoletto che improvvisamente assurge a presidio medico di protezione. Ringrazio fervidamente chi ha avuto questa brillante idea. E a te, che hai avuto questa fantastica idea, va il mio personale pensiero: sei un gran figlio di p…a. Con questa idea, hai voluto firmare la nostra condanna. La condanna di medici, sanitari, personale parasanitario che in questo momento difficile sta affrontando un problema serio. Mettendo a repentaglio la propria vita per gli altri. Ti stai approfittando del nostro senso del dovere, della nostra passione, che mettiamo ogni giorno nella nostra professione. Ci ripaghi così, con questa roba qui. Se ci riesci, usala per te che hai avuto l’idea. Per la tua igiene intima. Io preferisco lavorare senza”.

La mascherina della beffa. Nel Dpcm del 3 marzo 2020, il Governo di Giuseppe Conte aveva recepito le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e sdoganato per gli operatori sanitari le mascherine chirurgiche a 4 veli e persino quelle “prive del marchio CE previa valutazione dell’Istituto Superiore di Sanita”. Lasciamo stare che non sono omologate, sono inutilizzabile.

Un intervento molto duro, quello del Dott. Pone, subito richiamato all’ordine dall’azienda. Giorni dopo, infatti, il medico si era scusato con l’Usl che aveva minacciato di sospenderlo. Però, non era sicuro che le sue scuse sarebbero bastate per evitargli un provvedimento disciplinare. Infatti, l’Usl della Valle d’Aosta aveva usato parole dure contro Dott. Pone, spiegando che avevo “provveduto a scusarsi con l’azienda, definendo la circostanza come un suo sfogo personale che non doveva essere pubblicizzato” e invece “elogiando l’attività svolta dalla sanità valdostana”. L’azienda ha aggiunto che “le scuse appaiono decisamente opportune” perché “nelle emergenze si rema tutti nella stessa direzione e, se ci sono dei problemi, li si affronta con i canali istituzionali a ciò deputati, non mettendo in cattiva luce il lavoro di chi si sta impegnando per proteggere la salute dei cittadini. Siamo tutti sotto pressione, ed è il momento di tenere i nervi saldi, non di lasciarsi andare a sfoghi personali che non fanno altro che aumentare il panico nella gente”. Era stata ventilata la possibilità che Dott. Pone rischiava una settimana di sospensione. Per l’azienda, il suo comportamento era considerato gravissimo: “È un problema di comportamento, ha fatto dichiarazioni lesive nei confronti di tutti noi”, aveva detto – indossando una mascherina in tessuto non tessuto come quella dichiarata inadatta da Pone – il Direttore sanitario dell’Usl valdostana, Dott. Pier Eugenio Nebiolo. “Non ne avevamo una fornitura sufficiente di altro tipo”, ha aggiunto Nebiolo, spiegando che “queste mascherine in tessuto non tessuto servono a far sì che le altre persone, a contatto con noi possibili positivi, possano non ricevere una possibile infezione”. Puntualizzando ancora (e da notare il linguaggio burocratico con cui parla del medico del Pronto Soccorso): “Quell’operatore lavora in un reparto in cui non serviva protezione di altro genere”.
La sospensione era un’ipotesi sul tavolo del capo del personale. Ora Dott. Pone è grave col Covid-19. Intanto #cihapensatoilvirus a risolvere le polemiche, dando nel contempo ragione al Dott. Pone.
Nel video-denuncia, Pone si lamentava di una mascherina fornitagli. Per questo l’Usl aveva anche fatto il punto su mascherine e guanti, i cosiddetti DPI (Dispositivi di Protezione Individuale): “È un problema nazionale e internazionale, insieme a quello dei ventilatori polmonari”. Per questo, l’azienda valdostana aveva “rastrellato camici e mascherine ovunque possibile”, aveva “recuperato più di 30 mila mascherine, che dovrebbero essere consegnate nei prossimi giorni con due container in arrivo dalla Cina” e aveva anche “recuperato cinque ventilatori invasivi, dei quali due dalla clinica di Saint-Pierre e uno dal Day hospital”.
Dopo aver denunciato l’inadeguatezza delle mascherine nel filmato diffuso tramite i social network- nascondere tutta la propria rabbia per quelle strisce di carta che poco avevano delle caratteristiche di un reale Dispositivo di Protezione Individuale – richiamato dall’azienda ospedaliera, chinò la testa e chiese scusa. Ma ora Dott. Pone si trova ricoverato proprio perché malato di Covid-19: le sue condizioni sono peggiorate. I fatti gli hanno, purtroppo, dato ragione.

È un autentico dramma, quello dei medici e operatori sanitari, divenuti veri e propri soldati di trincea. Fin dall’inizio della pandemia Sars-CoV-2, hanno fatto il possibile per salvare la vita ai pazienti contagiati, senza mai tirarsi indietro. Turni infiniti, passati a combattere contro una nuova, sconosciuta malattia, con la consapevolezza di poter diventare da un momento all’altro loro stessi delle vittime. Ecco spiegata la ragione dell’accesa polemica sorta nei giorni scorsi subito dopo la distribuzione delle nuove mascherine, definite da molti come dei semplici fazzoletti di carta. Ad unirsi al coro indignato dei sanitari e dei Governatori delle Regioni maggiormente colpite dal morbo, come Dott. Domenico Pone.

Ieri 27 marzo, il Governatore della Campania Vincenzo De Luca ha mostrato le mascherine: “Ci hanno mandato quelle di Bunny il coniglietto”.

Bravissimo, il Governatore Vincenzo De Luca: “Queste sono le mascherine di Bunny il coniglio”. Non è nuovo a comunicazioni istrioniche il Governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca (memorabile l’invito ad utilizzare il lanciafiamme verso le persone che volevano festeggiare le proprie lauree) che sta facendo tutto quello che si può, con la sanità campana che era stata commissiariata fino a pochi mesi fa. Nella sua lunga diretta ieri, dopo aver fatto l’esegesi magistrale dei “porta-seccia”, ecco come definisce le mascherine inviategli per arginare la pandemia Coronavirus, mostrandone una: “La Protezione Civile ha inviato 552mila mascherine? Amici cari, vediamo di capirci bene. Ci vuole veramente una fantasia accesa per definirle mascherine, a meno che non ci si riferisca alle maschere che usano i nostri nipoti a Carnevale. Questa è la mascherina del coniglietto Bunny: le vostre orecchie escono da queste fessure e avete la faccia di Bunny il coniglietto. Non la metto per non pregiudicare in maniera definitiva quel poco di estetica che le ingiurie del tempo mi hanno lasciato. Per quel che mi riguarda, comunque, ho scoperto che queste mascherine hanno una grande efficacia per pulire gli occhiali. Per le lenti sono veramente un prodotto eccezionale, ma per gli ospedali… vi voglio bene, ma lasciamo perdere”.

Il Capo del Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli e il Ministro degli Affari regionali Francesco Boccia, con la mascherina “di Bunny il coniglio” appesa all’orecchio.

Proprio una di quelle mascherine finite al centro delle polemiche, perché paragonate dall’Assessore della Lombardia Gallera a “carta igienica” e dal Governatore della Campania “di Bunny il coniglio”, sono buone per pulire gli occhiali. “Ironia” indegna in pieno caos mascherine: ce ne servono 90 milioni al mese e sono introvabili.

Carlo Calenda: “Boccia ha dimostrato di non avere le qualità per ricoprire un ruolo istituzionale in questo momento. Non esiste sulla faccia della terra che un ministro si metta a fare pagliacciate durante una pandemia nella sede della Protezione civile. Conte dovrebbe chiedere le dimissioni”.

Matteo Renzi: “Fare ironia sulle mascherine è assurdo, un atteggiamento indegno delle nostre istituzioni. A maggior ragione dopo ciò che sta accadendo sulle mascherine dalla Lombardia alla Sicilia e dopo le giuste proteste di Fontana e Musumeci”.

I sindaci leghisti della Lombardia: “Purtroppo abbiamo visto tutti il video della conferenza stampa del ministro Francesco Boccia con Angelo Borrelli. Il teatrino con la mascherina del ministro è stato indegno e il ghigno di Borrelli disumano. Li invitiamo qui da noi, entrino nei nostri ospedali e guardino in faccia i medici e gli infermieri”.

Francesco Boccia si è “difeso” con una “spiegazione” che è peggio dell’offesa per i morti, i malati, gli operatori sanitari: “Penso che in questo momento gli italiani abbiano bisogno di risposte e non di sterili polemiche. La mascherina che ho indossato durante la conferenza stampa è del tipo che indosso quotidianamente e che indossano i miei collaboratori. Inutile e indegno lo sciacallaggio che leggo sui social su una cosa che facciamo ogni giorno dalla mattina alla sera”. Quanto al sorriso di Borrelli, dice: “Sorrideva perché, dopo il primo clic, c’erano già le prime dieci domande di medici volontari. Ma nemmeno in un momento così si riescono ad evitare polemiche inutili?”.
Antonio Misiani: “Boccia sta svolgendo con grandissimo impegno un lavoro importante e prezioso di raccordo tra il Governo, la Protezione Civile e le Regioni. È questa la sostanza che conta. Le polemiche strumentali lasciamole perdere”.

Quos Deus perdere vult, dementat prius. Intanto #cipensailvirus #ilvirusringraziapermascherinedacartaigienica

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