A Roma muore uomo di 34 anni e un Rom di origine montenegrina di 33 anni. Le vittime del Covid-19 più giovani nel Lazio

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Consiglio leggere questo articolo di Lorenzo D’Albergo su Repubblica.it di oggi. E mi rivolgo in particolare a coloro che si illudono (e qualcuno ne è pure contento, nel nome dell’eugenetica di infausta memoria), che il Sars-CoV-2 fa morire solo “i vecchi” e i malati di Covid-19 con patologie pregressi. Tra i suoi colleghi nel call center dove lavorava è scattata la paura.

Coronavirus Roma, l’autopsia sul giovane di 34 anni: “Emanuele era sano, vittima del Covid”
Gli esami sul corpo di Emanuele Renzi, il giovane che lavorava nel call center Youtility morto sabato notte, hanno evidenziato che non aveva nessuna patologia pregressa. Mercoledì, sempre a Roma, morto un ragazzo di 33 anni: disposta autopsia
di Lorenzo D’Albergo
Repubblica.it, 26 marzo 2020
Emanuele Renzi era sano, sanissimo. Il 34enne, uno dei responsabili del call center Youtility, non aveva nessuna patologia pregressa. A dirlo sono i risultati dell’autopsia effettuata allo Spallanzani e trasmessi ieri ai medici del policlinico Tor Vergata che hanno seguito il caso del ragazzo di Cave, a 50 chilometri dalla capitale. Sabato notte a strappare Lele alla figlia, alla famiglia e agli amici è stato un improvviso peggioramento dell’infiammazione causata dal coronavirus.
Il referto degli esami effettuati sulla vittima – che potrebbe aver contratto l’infezione durante un addio al celibato a Barcellona, dov’era stato dal 6 all’8 marzo – evidenzia un quadro complesso. Racconta come il Covid-19, nella sua forma più aggressiva, non faccia poi troppe differenze tra giovani e anziani. Pericardite, miocardite, coagulopatia intravascolare disseminata. Un colpo dietro l’altro, in rapida successione. Per Emanuele non c’è stato nulla da fare.
Al 34enne, a casa per sei giorni con la febbre e poi trasportato in ospedale già gravissimo, era stata applicata la terapia standard: antivirali e il farmaco contro l’artrite che sembra aiutare i pazienti intubati a limitare i danni. Armi che nella storia clinica di Emanuele si sono rivelate spuntate. La morte del ragazzo, come spiega Stefano Andreoni, virologo del Tor Vergata, è tra quelle ” inattese” .
“In letteratura – spiega il primario, senza nascondere l’amarezza – sono già presenti casi in cui l’autopsia non ha evidenziato la presenza di morbosità pregresse. Parliamo quindi della morte di un giovane sano, venuto a mancare nonostante siano stati applicati tutti i trattamenti a disposizione. È una nostra sconfitta, dovuta alle armi che abbiamo ora. Aiutano, ma non sono sicuramente vincenti e questo caso ne è la dimostrazione. La ricerca ci deve dare qualcosa in più”.
Nel frattempo continua la psicosi tra i colleghi di Renzi. Youtility spiega di aver sanificato subito il call center, ancor prima della Asl, e di rispettare le prescritte distanze tra i lavoratori. Ma i sindacati attaccano: secondo i Cobas, l’azienda di Settebagni non ha informato i lavoratori e non ha nemmeno fermato il travaso di operatori tra le sedi di Roma e Frascati, “mettendo tutti a rischio”.

Salute Lazio @SaluteLazio
+++ #Coronavirus: Istituto Spallanzani: deceduto uomo di 84 con patologie pregresse e un ragazzo di 33 anni del Montenegro per il quale è stato disposto l’esame autoptico per accertare le cause del decesso +++ @INMISpallanzani
15:52 – 25 mar 2020

Mercoledì, sempre a Roma, è morto un ragazzo rom di origine montenegrina di appena 33 anni, ancora più giovane di Emanuele. Il giovane, deceduto allo Spallanzani, abitava in una delle case popolari del Quarticciolo. Anche in questo caso sarà l’autopsia a chiarire le cause della morte.

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