I vescovi affidano il mondo alla Madonna

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“Stiamo percorrendo un sentiero che all’improvviso si è inoltrato in una valle oscura. Il dolore, lo smarrimento e l’ansia hanno invaso i nostri ambienti e i nostri giorni… Sentiamo vivo il bisogno di un rifugio sicuro, di una roccia salda, di una mano potente, di un cuore amorevole a cui affidarci”:

in queste poche parole di mons. Pierantonio Tremolada il significato della recita del Rosario dalla Basilica–Santuario di Santa Maria delle Grazie a Brescia, promossa da Avvenire, Tv2000, InBluradio, Sir, la Federazione dei settimanali cattolici e il circuito radiofonico Corallo, d’intesa con la Segreteria generale della Cei, e trasmessa questa sera alle 21 da Tv2000 e InBluradio.

La provincia di Brescia è uno dei territori più feriti dalla diffusione del coronavirus e la Chiesa, nell’affidarsi alla Vergine, si sente sostenuta “in questa invocazione filiale dalla presenza amica di san Paolo VI, luminosa figura di sapienza e carità, Pontefice della Chiesa universale e figlio amato di questa nostra terra bresciana”, ha sottolineato il vescovo di Brescia nell’introduzione al momento di preghiera.

I misteri del Rosario sono stati introdotti dagli scritti di san Paolo VI, devoto per tutta la vita al santuario della Madonna delle Grazie: “In lei si realizzano le promesse della nostra salvezza; in lei si rispecchia la bellezza primigenia con cui Dio aveva concepito l’umanità; in lei rinasce il colloquio degli Angeli con l’uomo innocente; in lei rifulge un’integrità virginale che il mondo ammira e non ha. In lei il sovrano mistero dell’Incarnazione si compie per la gloria di Dio e la pace sulla terra”.

Per il giovane mons. Giovanni Battista Montini la Madonna “è la lampada che porta la luce: se la luce non fosse nella lampada, questa sarebbe un oggetto spento; se invece si accende la luce, la lampada diventa provvidenziale. Con questi paragoni potremmo capire Maria Santissima sotto un aspetto stupendo, essenziale: la portatrice di Gesù, colei che ha introdotto Cristo nel mondo”.

Ed al termine del rosario con parole semplici e chiare mons. Tremolada ha rivolto una supplica finale a san Paolo VI in questo periodo di pandemia: “Sostienici nella lotta, tieni viva la nostra speranza, presenta al Signore della gloria la nostra umile preghiera”.

Ed a Genova il card. Cardinale Angelo Bagnasco ha presieduto nella cattedrale un momento di preghiera a porte chiuse davanti all’immagine della Madonna Regina, per la città, per l’Italia e per l’Europa recitando la preghiera per chiedere a Dio aiuto, conforto e salvezza in questo tempo di prova:

“Dio Padre, Creatore del mondo, onnipotente e misericordioso, che per amore nostro hai inviato tuo Figlio come medico delle anime e dei corpi, guarda ai tuoi figli che, in questo difficile momento di sconcerto e smarrimento in molte regioni di Europa e del mondo, si rivolgono a Te cercando forza, salvezza e sollievo, liberaci dalla malattia e dalla paura, guarisci i nostri malati, conforta i loro familiari, dà saggezza ai nostri governanti, energia e ricompensa a medici, infermieri e volontari, vita eterna ai defunti.

Non abbandonarci nel momento della prova, ma liberaci da ogni male. Lo chiediamo a Te che, con il Figlio e lo Spirito Santo, vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.Maria, Madre della salute e della speranza, Regina di Genova prega per noi!”

Ma non solo in Italia è stata pregata la Madre di Dio nella solennità dell’Annunciazione; anche negli altri santuari dedicati a Maria si è fatta la preghiera di consacrazione di numerose nazioni al Sacro Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria per ottenere la fine della pandemia di coronavirus, come a Fatima.

A Gerusalemme mons. Pierbattista Pizzaballa ha sottolineato che in questo tempo dominato dal coronavirus c’è ‘bisogno di Dio’: “Abbiamo bisogno di Dio, perché da soli siamo perduti. E la coscienza della presenza di Dio nella vita dell’uomo e del mondo ci porta anche a credere che a Dio nulla è impossibile, che Lui non ci lascia soli. Lui fa nascere la vita anche laddove essa umanamente non è più possibile…

Credere significa anche stare in questa difficile e drammatica situazione di oggi con speranza cristiana, che è l’atteggiamento di chi decide di vivere nell’amore: non si rinchiude in se stesso, ma offre la sua vita, dicendo il suo ‘si’ anche nei momenti più pesanti. Credere è dunque ascoltare, accogliere, fidarsi, offrirsi”.

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