++++ Domus Sanctae Marthae, la residenza di Papa Francesco a rischio quarantena ++++
Possibile quinto caso positivo a Covid-19 per lo Stato della Città del Vaticano. Si attendono conferme dalla comunicazione della Santa Sede che proprio ieri ha fatto sapere di aver istituito un percorso informativo dedicato ai casi positivi a Covid-19 nello Stato della Città del Vaticano, in collaborazione con la Direzione di Sanità ed Igiene, la quale dovrà indicare i nominativi risultati positivi alle autorità italiane, secondo un protocollo di accordo bilaterale con le Autorità italiane.
Questa mattina dopo aver presentato alcuni sintomi chiari, un monsignore dipendente della Segreteria di Stato e residente alla Domus Sanctae Martae (di cui ho riferito poco dopo mezzogiorno e di cui sono in possesso delle generalità) è stato condotto presso l’ospedale Gemelli per effettuare accertamenti e test del tampone.
Al momento non si conoscono gli esiti di tali esami.
La Domus Sanctae Marthae è la residenza del Santo Padre e come lui di un numero considerevole di religiosi, senza dimenticare i dipendenti che prestano all’interno il proprio servizio. È una vera e propria bomba a orologeria, che sembra in procinto di esplodere da un momento all’altro, nel caso della conferma della positività del monsignore in questione.
Se fosse confermata dalla comunicazione della Santa Sede la positività del monsignore, la Domus Sanctae Marthae dovrebbe essere sottoposta a quarantena e il Santo Padre condotto in luogo sicuro, da come stiamo ormai dicendo e sollecitando dal 7 marzo 2020, nell’Appartamento Privato al Palazzo Apostolico Vaticano o meglio ancora nella Residenza Pontifica a Castel Gandolfo.
Appare nonostante ciò incedibile, la situazione paradossale di normale attività, che si conferma all’interno della Domus Sanctae Marthae, poiché al suo interno la vita quotidiana non ha subito nessuna variazione di sorta, né per la tutela dei religiosi, né per la tutela dei dipendenti laici (e delle loro famiglie) che lavorano al suo interno.
