Santa Sede conferma 4 casi Sars-CoV-2 in Vaticano. Predisposto “protocollo per la comunicazione tempestiva”. Finalmente. Alcuni rilievi

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Comunicazione della Sala Stampa della Santa Sede, 24 marzo 2020 ore 18.17: «Rispondendo alle domande dei giornalisti, il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, ha affermato quanto segue: “Allo stato attuale sono quattro i casi di positività al coronavirus riscontrati: oltre al primo di cui si è data precedentemente notizia, si tratta di un dipendente dell’Ufficio Merci e di due dipendenti dei Musei Vaticani. Le quattro persone erano state poste in isolamento in via cautelativa prima che risultassero positive al test e il loro isolamento dura ormai da oltre 14 giorni; attualmente sono in cura in strutture ospedaliere italiane o presso la propria abitazione”».

Del secondo caso positivo in Vaticano (Dipendente dell’Ufficio Merci), ho dato notizia con largo anticipo già tre giorni fa: Secondo caso positivo Covid-19 nello Stato della Città del Vaticano. L’Argentina decreta la quarantena nazionale #ilviruseugualepertutti – 21 marzo 2020.

Questa e la prova che le nostre idee non erano per nulla strampalate. Oltre a confermare il secondo caso accertato (Dipendente Ufficio merci), hanno dovuto dire per forza che c’è ne sono altri due positivi (ai Musei Vaticani), perché gli ospedali su territorio italiano impediscono l’insabbiamento. Complimenti. I vaticanisti da doppia spunta blu restano al palo a leggere le mie notizie e a mangiarsi i gomiti.

Finalmente è stato predisposto anche “un protocollo per la comunicazione tempestiva dei casi alle autorità sanitarie del luogo di residenza e a quelle dello Stato della Città del Vaticano”. Ora la verità non la potranno più occultare.

Però, prendendo in esame le parole del Direttore della Sala Stampa della Santa Sede: “Le quattro persone erano state poste in isolamento in via cautelativa prima che risultassero positive al test”, dobbiamo, purtroppo, riscontrare alcune inesattezze.

Il primo caso positivo dello Stato della Città del Vaticano è il monsignore bergamasco convocato dalla Direzione di Sanità ed Igiene per le visite di assunzione, senza alcuna riserva sul luogo della sua provenienza da parte di chi cura le visite mediche di assunzione, con la colpevole responsabilità oggettiva del Direttore DSI Prof. Alfredo Pontecorvi, Primario di Endocrinologia del Gemelli.

Il Vice Direttore DSI Dott. Andrea Arcangeli, nell’intervista rilasciata a Massimiliano Menichetti per Vatican News dell’8 marzo 2020, comunica (e ora è d’obbligo un chiarimento in merito), che il monsignore in questione “dopo essere transitato in vaticano il giorno dopo si porta autonomamente presso il pronto soccorso dell’Ospedale Gemelli”. A seguito delle cure ricevute e dagli esami svolto, il monsignore risulta positivo al test del tampone per il Sars-CoV-2. Quindi per il religioso in questione non è stato posto in essere alcuna misura preventiva. Questo è un fatto da sottolineare e ci duole doverlo fare nuovamente.

Anche avendo la massima comprensione della situazione in cui si trova la comunicazione della Santa Sede, oggi costretta a comunicare in maniera imprecisa quello che non vorrebbe mai comunicare, purtroppo dobbiamo contestare la Dichiarazione del Direttore della Sala Stampa Santa Sede, il quale afferma un percorso diverso per il monsignore bergamasco rispetto a quanto dichiarato dal Vice Direttore DSI.

Si attendono gentilmente dalla Direzione di Sanità ed Igiene della Santa Sede informazioni più precise in merito ad ogni singola persona risultata positiva al Sars-CoV-2, poiché alcune informazioni date sono rimaste in sospeso. Il riferimento è chiaro e preciso per quanto riguarda anche i 5 dipendenti DSI posti in isolamento preventivo, venuti a contatto con il monsignore suddetto. In particolare, da comunicazione del Direttore della Sala Stampa della Santa Sede è stata data una notizia riferita ai 5 dipendenti DSI, poi rimasta sospesa nel vuoto per giorni e ad oggi ancora sospesa nel vuoto. Cioè, ci sono stati opportuni aggiornamenti in merito alla condizione di saluti dei 5 dipendenti DSI.

Se si da una notizia che prevede sviluppi, una comunicazione serie fa’ seguire gli opportuni sviluppi del caso. Una Direzione sanitaria vaticana seria informa e tiene informata una comunicazione della Santa Sede seria, che informa e tiene informati.

Confidiamo in questo protocollo informativo SCV ad hoc, posto in essere dalla comunicazione della Santa Sede in collaborazione con la DSI, sia per quanto riguarda lo stato di salute delle persone laiche, sia per quanto riguarda lo stato di salute dei religiosi.

#ilvirusringrazia
#ilviruseugualepertutti
#dioperdonailvirusno

Ricapitolando:
I casi positivi confermati ufficialmente sono 4, di cui:
– 1 monsignore bergamasco
– 1 dipendente Ufficio Merci
– 2 dipendenti Musei Vaticani
I casi in isolamento dal 7 marzo confermati ufficialmente:
– 5 dipendenti DSI

Sala Stampa della Santa Sede
Bollettino N. 177
Martedì, 24.03.2020
Comunicato della Sala Stampa della Santa Sede
Facendo seguito alle disposizioni emanate l’11 marzo e allo scopo di evitare l’ulteriore diffusione del Covid-19, la Santa Sede ha stabilito che i Dicasteri e gli Enti ad essa collegati non sospendano la propria attività. Ai responsabili dei Dicasteri è affidato il compito di continuare ad assicurare i servizi essenziali alla Chiesa Universale predisponendo contingenti minimi di personale in ufficio e incentivando per quanto possibile il lavoro da remoto, in modo da limitare gli spostamenti dei dipendenti e al contempo garantire l’esercizio del ministero petrino.
Inoltre, in caso di contatto di dipendenti della Santa Sede o cittadini dello Stato della Città del Vaticano con il coronavirus, la Direzione Sanità e Igiene ha predisposto un protocollo per la comunicazione tempestiva dei casi alle autorità sanitarie del luogo di residenza e a quelle dello Stato della Città del Vaticano.

Ricordiamo, che nel frattempo, la Domus è ferma in quel porto apparentemente sicuro di Piazza Santa Marta. Ma lo sappiamo bene che #cipensailvirus #ilviruseugualepertutti #ilvirusnononperdona

Infine, con un Comunicato il Cardinale Konrad Krajewski ha fatto sapere urbi et orbi, che si è recato presso la Casa Generalizia delle Figlie di San Camillo a Grottaferrata e presso la Congregazione delle Suore Angeliche di San Paolo sulla via Casilina, entrambe messe in quarantena venerdì scorso. Sì, una visita in quarantena!

Ah annamo bene… proprio bene… Idea geniale. Così, al rientro il virus ha ringraziato per il libero accesso nello Stato della Città del Vaticano! #ilvirusringrazia

Coronavirus: visita dell’Elemosiniere alle suore di Grottaferrata
Far sentire la vicinanza e l’affetto del Papa in un momento di prova. Per questo, portando in dono alcuni prodotti delle Ville Pontificie, il cardinale Konrad Krajewski ha raggiunto due comunità di religiose in isolamento, perché positive al Covid 19
Gabriella Ceraso
Vatican News, 23 marzo 2020
Questa mattina Elemosiniere di Papa Francesco, il cardinale Konrad Krajewski, si è recato presso la Casa Generalizia delle Figlie di San Camillo a Grottaferrata e presso la Congregazione delle Suore Angeliche di San Paolo sulla via Casilina.
Lo fa sapere la Sala Stampa vaticana [c’è una buonanima che è disposta ad informare l’house organ del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, che il Comunicato è della Sala Stampa della Santa Sede? V.v.B.] in un comunicato in cui ricorda che, dallo scorso venerdì, entrambe le Comunità sono state messe in isolamento, perché molte delle religiose sono state trovate positive al coronavirus. Dunque per fare sentire loro la vicinanza e l’affetto del Santo Padre, in questo momento di dura prova e difficoltà, il cardinale Konrad Krajewski ha portato in dono alcuni prodotti delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo, come latte fresco e yogurt.
La medesima donazione è avvenuta anche per la Casa di riposo Giovanni XXIII, gestita dall’Associazione Sorelle della Carità. La struttura è stata posta in quarantena, dopo aver riscontrato due casi positivi di coronavirus tra gli operatori sanitari.

Foto Vatican Media.
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