Il farmaco Avigan. Un chiarimento

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Avigan è il nome commerciale di favipiravir, un farmaco antivirale sviluppato dall’azienda farmaceutica Toyama Chemical (del gruppo giapponese Fujifilm) attivo contro alcuni tipi di virus a RNA. È stato progettato con l’obiettivo di bloccare i meccanismi utilizzati dai virus per replicarsi nell’organismo, in modo da aiutare il sistema immunitario a sbarazzarsene, in tempi più rapidi e con minori conseguenze per la salute.

Secondo quanto riporta Sky Tg24 l’Avigan è stato messo in commercio in Giappone nel 2012 ma in seguito è stato tolto dalla vendita a causa dei gravi effetti collaterali come malformazioni nei feti e crisi depressive che avrebbero portato anche a suicidi. Il farmaco è utilizzato in Giappone e in Cina solo in alcuni casi e in ospedale. Dopo il via libera dell’OMS, l’AIFA-Agenzia Italiana del Farmaco ha deciso di partire con la sperimentazione dell’Avigan per il trattamento del Covid-19 nei pazienti italiani.

“Il Direttore generale di AIFA, Nicola Magrini, mi ha comunicato che la riunione del Comitato Tecnico-Scientifico di questa mattina, dopo una prima analisi sui dati disponibili relativi ad Avigan, sta sviluppando un programma di sperimentazione e ricerca per valutare l’impatto del farmaco nelle fasi iniziali della malattia. Nei prossimi giorni i protocolli saranno resi operativi, come già avvenuto per le altre sperimentazioni in corso”. L’ha dichiarato oggi il Ministro della Salute, Roberto Speranza, dopo l’incontro con il Direttore generale di AIFA.

Il Governatore della Lombardia, Attilio Fontana, ha aperto il consueto punto stampa per dare il bilancio giornaliero dell’emergenza Coronavirus in Lombardia con una “buona notizia: “Il farmaco Avigan potrà essere testato dall’AIFA grazie alle sollecitazioni che abbiamo inviato a Roma per capire se può funzionare. La sperimentazione comincerà domani e speriamo che dia buoni risultati”.

Nei giorni scorsi era andato virale online un video, postato nel pomeriggio di sabato 21 marzo su Facebook da Cristiano Aresu, 41enne farmacista che frequenta spesso il Giappone, in cui parla con toni entusiastici di Avigan (favipiravir), un farmaco antivirale disponibile in Giappone, che avrebbe dato esiti positivi in una sperimentazione su pazienti affetti da Coronavirus.

Nel video Aresu mostra una piazza di Tokyo sostenendo che la popolazione sia tornata a condurre una vita normale, anche grazie all’impiego dell’Avigan per trattare i malati di Covid-19, la malattia causata dal Sars-CoV-2. Nel video dice che il farmaco “ha fatto rinascere il Giappone” e lo ha fatto “tornare a respirare”, aggiungendo poi che gli italiani dovrebbero chiedere “a gran voce” al governo di avere l’Avigan per risollevarsi come hanno fatto i giapponesi.

Il video è stato ripreso da giornali e televisivioni, accompagnato da polemiche nei confronti delle istituzioni che autorizzano i farmaci, con accuse di non essersi occupate della questione, mentre in realtà Avigan è stato sperimentato su un numero ristretto di pazienti con esiti scientifici ancora incerti, e non è un medicinale tenuto segreto: è noto da tempo all’AIFA-Agenzia Italiana del Farmaco, autorità che ha il compito di vigilare sulla sicurezza dei medicinali e di autorizzarne l’uso in Italia.

Domenica 22 marzo il Corriere della Sera ha pubblicato un articolo su Aresu, dal titolo “L’esperienza da Tokyo: l’antinfluenzale per i casi lievi”, con una lunga serie di virgolettati nei quali il farmacista sosteneva che la somministrazione dell’Avigan “blocca il progredire della malattia nel 91 per cento dei casi”.

Scrive Il Post oggi: “Il farmaco è stato approvato dalle autorità di controllo giapponesi nel 2014, prevedendo un suo possibile utilizzo nel caso delle pandemie influenzali, quindi causate da virus diversi dal coronavirus. A oggi ci sono però ancora dubbi sull’efficacia dell’Avigan, soprattutto nella sua capacità di proteggere le cellule che compongono i tessuti delle vie aeree superiori, dove di solito i virus influenzali fanno più danni.
A differenza di quanto sostiene Aresu, a oggi l’impiego dell’Avigan in Giappone è consentito solamente in particolari condizioni di emergenza, quando altri antivirali si dimostrano inefficaci. Inizialmente Toyama Chemical sperava che l’approvazione da parte delle autorità potesse includere più casi, facendo dell’Avigan un sostituto del Tamiflu, farmaco sul mercato ormai da tempo e che dà risultati positivi nel trattamento di alcune sindromi influenzali. Attualmente l’impiego dell’Avigan è consentito in Giappone e da circa una settimana in Cina, mentre il farmaco non è ancora approvato dalle principali autorità per i farmaci al mondo come la statunitense FDA e l’europea EMA.
Lo studio più citato finora sull’Avigan e il coronavirus è una ricerca condotta in Cina da Qingxian Cai (Università di Shenzhen) e colleghi su 80 pazienti, per mettere a confronto gli effetti del farmaco con quelli di altri antivirali (lopinavir/ritonavir). Secondo lo studio, l’impiego dell’Avigan avrebbe ridotto di 4 giorni circa il tempo di scomparsa del coronavirus dai pazienti, rispetto agli 11 giorni mediamente necessari nel gruppo di controllo trattato con gli altri medicinali. Lo studio parla anche di un miglioramento delle TAC ai polmoni nel 91 per cento dei casi, cosa comunque diversa dall’affermazione sulla capacità dell’Avigan di “bloccare la malattia” segnalata da Aresu.
La ricerca non è stata ancora pubblicata e ha comunque riguardato una quantità ridotta di pazienti, senza una loro selezione prima del trattamento, cosa che ha probabilmente falsato alcuni risultati. In Cina, tuttavia, test e verifiche con l’antivirale stanno proseguendo già da diverse settimane, per valutarne gli effetti”.

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