Il Papa: di fronte ai contrasti Dio ci insegna a perseverare nella misericordia

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In più di trenta mila in Piazza San Pietro questa mattina hanno ascoltato le riflessioni del Papa sulla preghiera alla scuola di San Paolo. Un dialogo tra il credente e Dio che Benedetto XVI ha sintetizzato con “il «sì» fedele di Dio e l’«amen» fiducioso dei credenti.” Paolo nella lettera ai Corinzi risponde ad una Chiesa che lo mette in discussione e apre il suo cuore per rassicurare della sua fedeltà a Cristo. Molte “le tribolazioni, le difficoltà e le afflizioni che Paolo ha dovuto attraversare, ma non ha mai ceduto allo scoraggiamento, sorretto dalla grazia e dalla vicinanza del Signore Gesù Cristo, per il quale era diventato apostolo e testimone consegnando nelle sue mani tutta la propria esistenza.” Anche in carcere l’Apostolo si sente libero e scrive: “ la Parola di Dio non è incatenata!” Benedetto XVI spiega la preghiera di benedizione che introduce la Seconda Lettera ai Corinzi come dominata dalla consolazione, “da non intendersi solo come semplice conforto, ma soprattutto come incoraggiamento ed esortazione a non lasciarsi vincere dalla tribolazione e dalle difficoltà” e “ci rende capaci di consolare a nostra volta quelli che si trovano in ogni genere di afflizione.”

Il Papa spiega: “ la nostra vita e il nostro cammino sono segnati spesso da difficoltà, da incomprensioni, da sofferenze. Tutti lo sappiamo. Nel rapporto fedele con il Signore, nella preghiera costante, quotidiana, noi sentiamo concretamente la consolazione che viene da Dio.” E questo perché “la fede non è primariamente azione umana, ma dono gratuito di Dio, che si radica nella sua fedeltà, nel suo «sì», che ci fa comprendere come vivere la nostra esistenza amando Lui e i fratelli.” Il modo di agire di Dio non è il nostro, dice il Papa e, con una noto che sembra biografica aggiunge: “Di fronte ai contrasti nelle relazioni umane, spesso anche familiari, noi siamo portati a non perseverare nell’amore gratuito, che costa impegno e sacrificio. Invece, Dio non si stanca mai di avere pazienza con noi e con la sua immensa misericordia ci precede sempre, ci viene incontro per primo.” A rendere possibile il nostro sì è lo Spirito Santo che crea la voglia di seguire Gesù nel suo amore. “Non c’è persona- ha detto il Papa- che non sia raggiunta e interpellata da questo amore fedele, capace di attendere anche quanti continuano a rispondere con il «no» del rifiuto o dell’indurimento del cuore. Dio ci aspetta, cerca sempre l’uomo, lo vuole accogliere nella comunione con Sé per donargli pienezza di vita, di speranza e di pace.” Ecco allora l’amen della Chiesa che risuona nella liturgia come il nostro si Dio che non deve essere ripetuto banalmente.

L’«amen» che nella liturgia giudaica è anche dire la verità, è diventato l’«amen» delle prime comunità cristiane e l’incipit del libro dell’ Apocalisse, l’amen della Chiesa. Il Papa conclude : “la preghiera è l’incontro con una Persona viva da ascoltare e con cui dialogare; è l’incontro con Dio che rinnova la sua fedeltà incrollabile, il suo «sì» all’uomo, a ciascuno di noi, per donarci la sua consolazione in mezzo alle tempeste della vita e farci vivere, uniti a Lui, un’esistenza piena di gioia e di bene, che troverà il suo compimento nella vita eterna.” La fedeltà aDio non riusciamo ad averla con le nostre forze, ma viene dal sì di Dio. “E’ in questo «sì» che dobbiamo entrare, nell’adesione alla volontà di Dio, per giungere con san Paolo ad affermare che non siamo noi a vivere, ma è Cristo stesso che vive in noi. Allora l’«amen» della nostra preghiera personale e comunitaria avvolgerà e trasformerà tutta la nostra vita.”

Dopo i saluti ia diversi gruppi il pensiero del Papa è andato alle popolazioni dell’ Emilia colpite dal terremoto. ‘Il mio pensiero va ancora una volta alle care popolazioni dell’Emilia, colpite da ulteriori forti scosse sismiche, che hanno causato vittime e ingenti danni, specialmente alle chiese. Sono vicino con la preghiera e l’affetto ai feriti, come pure a coloro che hanno subito disagi, ed esprimo il piu’ sentito cordoglio ai familiari di quanti hanno perso la vita”, ha aggiunto. ”Auspico – ha concluso il Pontefice – che con l’aiuto di tutti e la solidarieta’ dell’intera Nazione possa riprendere al piu’ presto la vita normale in quelle terre cosi’ duramente provate”.

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