#iorestoacasaeprego – ”Misure drastiche non sempre buone”, oggi sono tornate “misure dure per il bene di tutti noi”

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Papa Francesco il 13 marzo 2020 ha detto: “Le misure drastiche non sempre sono buone” e oggi, 22 marzo 2020: “(…) autorità che devono prendere misure dure, ma per il bene nostro. (…) si compiano le cose che il governo chiede di fare per il bene di tutti noi”… un passo da tango, a modo di processione danzante di Echternach, due passi in avanti e uno indietro. E il proverbio “tutto è bene quel che finisce bene”, acquisisce ancora più valore, in tempo di Coronavirus.

Nella quinta Santa Messa trasmessa in diretta streaming dalla Cappella dello Spirito Santa nella Domus Sanctae Marthae il 13 marzo 2020, Papa Francesco ha pregato per i malati, ma anche per i pastori perché prendano misure che non lascino da solo il popolo di Dio e lo accompagnino col conforto della Parola di Dio, dei sacramenti e della preghiera. E pronuncia la frase che fatto scalpore: “Le misure drastiche non sempre sono buone”. Vatican News – che riportava la frase anche nel titolo dell’articolo – “chiarisce”: “Il Papa, ovviamente, non si riferisce alle misure prese dal governo per contenere i contagi evitando gli assembramenti pubblici”. Veramente? Allora scherzava? Certamente no, allora ce l’aveva con la CEI e il suo Vicario generale per la Città di Roma?… Ma non tutti l’hanno capito in quel senso.

Prendendo alla lettera la frase papale, che “le misure drastiche non sono sempre buone”, nel nome della libertà di culto al tempo di Coronavirus, si arriva anche a trasgredire le regole imposte dalle autorità (sia civili, sia ecclesiastiche) per evitare e contenere il contagio, che corre anche così. A Settimo Torinese si erano radunate trenta persone per pregare in un magazzino vuoto, adibito al deposito merci, all’interno dell’area commerciale Città Commerciale Piemonte, in via Torino. Uomini e donne erano entrati alla spicciolata, per non attirare l’attenzione. Ma ciò aveva insospettito la guardia giurata presente nell’area, che ha chiamato la polizia municipale. Quasi non credevano ai loro occhi gli agenti, quando sono entrati in quel magazzino alle porte della città. In pochi metri quadrati si erano radunati uomini e donne, tutti italiani e di fede cattolica. Non solo settimesi, molti provenivano dai Comuni del circondario. Anche da Torino. Tra loro non c’era un sacerdote, ma non è escluso che vi fosse un diacono. Saranno denunciati per aver violato il Dpcm che vieta gli assembramenti. “Hanno chiuso le chiese e quindi ci siamo radunati qui per pregare”, si sono “giustificati”. Innanzitutto, si può anche pregare in casa, in famiglia, che è “chiesa domestica”.

Ed ecco, 11 giorni dopo, un passo indietro. Alla fine dell’Angelus Domini di oggi, domenica 22 marzo 2020, dopo aver annunciato per venerdì 27 marzo alle ore 18.00 una preghiera pubblica, per chiedere la fine della pandemia che lui stesso guiderà dal sagrato della basilica di San Pietro “con la piazza vuota”, Papa Francesco lancia un appello alla gente affinché, in tempo di Coronavirus, faccia quanto chiesto dalle autorità: “La nostra vicinanza alle autorità che devono prendere misure dure, ma per il bene nostro. La nostra vicinanza ai poliziotti, ai soldati che sulla strada cercano di mantenere sempre l’ordine, perché si compiano le cose che il governo chiede di fare per il bene di tutti noi. Vicinanza a tutti”.

In Campania si prega dal tetto della chiesa. Sacerdote con altoparlante, fedeli affacciati ai balconi

Nelle chiese non si celebrano e così il sacerdote guida la preghiera dal tetto della parrocchia, mentre i fedeli partecipano affacciati ai balconi circostanti. In modo più intelligenti a vivere la fede in tempo di Coronavirus, come ha raccomandato Papa Francesco oggi, dopo la recita della Angelus Domini, “perché si compiano le cose che il governo chiede di fare per il bene di tutti noi”. E il governo non vieta certamente di celebrare Messa o di pregare in casa, in famiglia, che è Chiesa domestica.
Il governo non vieta neanche di celebrare Messa sul tetto di una chiesa. È l’esperienza avviata dalla comunità di Santa Maria della Salute a Napoli, guidata da don Francesco Gravino, nata “quasi per caso”, come racconta don Lorenzo Fedele. “Eravamo saliti sul tetto per provare l’altoparlante per il Rosario come aveva auspicato Papa Francesco e c’era tanta gente sui balconi. Era mezzogiorno e abbiamo deciso di recitare l’Angelus e tutti hanno partecipato”. Quindi, alle 18.00 c’è stata una preghiera di avvicinamento alla Pasqua a cui hanno assistito in tanti dai balconi vicini, fedeli di tutte le età tra cui alcuni bambini. Oggi c’è stato la Messa: “Il Cardinale Sepe – racconta don Lorenzo – ha approvato l’esperienza e il suo placet ci incoraggia” (ANSA).

La preghiera mariana con il Cardinale Angelo Comastri per chiedere la liberazione dall’epidemia

Dall’11 marzo 2020 per una settimana, ad eccezione di domenica, per iniziativa del Cardinale Angelo Comastri, Vicario generale per la Città del Vaticano e Arciprete della Basilica di San Pietro, ogni giorno alle 12.00 è stata recitata la preghiera dell’Angelus seguita dalle litanie lauretane, per invocare l’intercessione di Maria in questo momento così difficile. Un atto di invocazione filiale a Maria per essere liberati dall’epidemia del Coronavirus che sta dilagando nel mondo. Un’iniziativa “per invocare l’intercessione di Maria in questo momento così difficile”. “Nei momenti di pericolo, spontaneamente, i figli si rivolgono alla mamma. Nella particolare circostanza che stiamo vivendo, ci rivolgiamo a Maria, la Madre che Gesù ci ha donato dalla croce”. “Mentre era sulla Croce, cioè nel momento della massima manifestazione del suo amore per noi, Gesù – ha detto il Cardinale Comastri l’11 marzo nella Basilica di San Pietro, ai piedi della statua della Vergine collocata vicino all’Altare della Cattedra – ci ha fatto l’ultimo prezioso dono, l’ultimo regalo: ci ha donato la sua mamma. Infatti, indicando con gli occhi l’apostolo Giovanni, che rappresentava tutta l’umanità, Gesù disse a Maria: ‘Donna, ecco tuo figlio’, cioè: fagli da mamma”. Ha ricordato che “il primo compito della mamma è proteggere i figli nell’ora del pericolo”. Da qui l’invocazione a Maria “affinché ci liberi dal flagello dell’epidemia”:

L’invocazione alla Madre
O Maria, per il tuo sì umile e libero
sei diventata la prima culla di Dio,
il primo tabernacolo dell’Altissimo,
l’inizio dell’ultimo capitolo della storia.
Tu hai visto gli apostoli felici attorno a Gesù.
Poi li hai visti tristi nell’ora della Passione
e hai raccolto nel cavo della tua mano
le loro lacrime di paura e di smarrimento.
Maria, Madre della Chiesa,
tu non hai avuto paura quando è giunta la Croce.
E provasti di nuovo l’emozione di Betlemme
quando Gesù dalla Croce ti chiamò Madre
aprendo nuovi orizzonti alla tua maternità.
Tu hai sentito il fremito della Pentecoste
e hai visto gli apostoli uscire dal Cenacolo
spinti da un’onda di entusiasmo
che giunge inalterata fino a noi.
Maria, Madre della Chiesa,
stringici al petto
e donaci il battito del Cuore del tuo Figlio Gesù.
Amen.

Capi di Stato lungimiranti

1. Elisabetta II, Regina del Regno Unito, in isolamento a Windsor (19.03.2020)
2. Alberto II, Principe di Monaco, in isolamento a Palazzo Grimaldi (19.03.2020)
3. Angela Merkel, Cancelliere della Germania, in isolamento a casa (21.03.2020)
4. …

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