Da Brescia l’appello di mons. Tremolada agli operatori sanitari per consolare i malati

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Nella provincia di Brescia (esclusa la Valcamonica) fino a sabato 21 marzo ci sono 4955 persone positive al virus ed i decessi raggiungono 646 persone morte per coronavirus; mentre i guariti sono stimati in numero di 1.514.

In questa situazione il vescovo della diocesi di Brescia, mons. Pierantonio Tremolada, ha rivolto un appello a medici ed infermieri a farsi anche ‘ministri di consolazione’, suggerendo alcuni semplici gesti come tracciare sulla fronte il ‘segno della croce’: “Il mio pensiero va anzitutto ai nostri fratelli e sorelle che a causa del contagio versano in gravi condizioni nei nostri ospedali, che non possono essere accompagnati dai loro cari negli ultimi istanti della loro vita e che non possono ricevere i conforti religiosi.

Mi rivolgo allora a voi cari medici e infermieri che credete nel Signore: siate voi ministri di consolazione per questi nostri fratelli e sorelle, nel rispetto della libertà loro e dei loro parenti. Aggiungete all’ammirevole cura che state dimostrando anche questo gesto:

quando li vedete in particolare difficoltà o ormai alla fine della loro vita terrena, affidateli al Signore con una semplice preghiera silenziosa e se i loro cari vi esprimeranno il desiderio di saperli accompagnati dai conforti cristiani, tracciate voi sulla loro fronte una piccola croce. Fatelo a nome loro e a anche a nome mio, a nome dell’intera nostra Chiesa. Avete piena dignità di farlo in forza del vostro sacerdozio battesimale”.

All’inizio della lettera mons. Tremolada ha rivolto un pensiero di consolazione ai malati: “Il mio pensiero va anzitutto ai nostri fratelli e sorelle che a causa del contagio versano in gravi condizioni nei nostri ospedali, che non possono essere accompagnati dai loro cari negli ultimi istanti della loro vita e che non possono ricevere i conforti religiosi. Vorrei tanto che non si sentissero soli, che potessero avere un segno della amorevole presenza del Signore, della sua potenza di salvezza e della sua misericordia”.

Nella lettera ha ricordato le possibilità per ricevere il sacramento della riconciliazione: “A tutti vorrei poi ricordare che in momenti di particolare gravità, quando non vi siano le condizioni per accostarsi al Sacramento della Penitenza nella forma consueta della confessione personale, la Chiesa stessa prevede la possibilità di ricevere il perdono del Signore nella forma del Votum Sacramenti, cioè esprimendo il desiderio di ricevere il Sacramento della Riconciliazione e proponendosi di celebrarlo successivamente.

L’attuale situazione impedisce a tanti di noi (fedeli e ministri) di ricevere l’assoluzione sacramentale, stante le indicazioni dell’ultimo decreto ministeriale circa il contatto tra le persone, indicazioni che raccomando di osservare con assoluto rigore. Pertanto la forma ordinaria della confessione individuale in questo tempo di emergenza viene sostituita per tutti da quella del Votum Sacramenti”.

In questo tempo quaresimale ha anche ricordato il valore delle ‘pratiche devozionali’ (digiuno, veglia di preghiera o elemosina): “ Riscopriamo anche il valore delle diverse pratiche penitenziali, che la Chiesa da sempre ha raccomandato…. Tutto il popolo di Dio sappia che il suo vescovo e i suoi sacerdoti ogni giorno celebrano l’Eucaristia e ogni giorno la adorano, invocando su tutta la diocesi e su tutte le comunità parrocchiali la protezione del Signore”.

Infine ha ricordato il giubileo delle ‘Sante Croci’: “La nostra Chiesa bresciana ha da poco inaugurato il Giubileo delle Sante Croci: sentendoci ai piedi della sua croce in comunione con la Beata Vergine Addolorata, affidiamo al cuore trafitto di Gesù, nostro amato redentore, il cammino di questi giorni e ripetiamo le parole del Salmo: ‘Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me; il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza’. Ci accompagni e ci sostenga la benedizione di Dio, che ora con fiducia imploriamo”.

Ed ha rivolto una supplica a san Paolo VI: “Ci rivolgiamo a te, san Paolo VI, nostro amato fratello nella fede, pastore della Chiesa universale e figlio della nostra terra bresciana. Ti presentiamo la nostra supplica, in questo momento di pena e dolore. Sii nostro intercessore presso il Padre della misericordia e invoca per noi la fine di questa prova.

Tu che hai sempre guardato al mondo con affetto, tu che hai difeso la vita e ne hai cantato la bellezza, tu che hai provato lo strazio per la morte di persone care,  sii a noi vicino con il tuo cuore mite e gentile. Prega per noi, vieni incontro alla nostra debolezza, allarga le tue braccia, come spesso facesti quando eri tra noi, proteggi il popolo di questa terra che tanto ti fu cara.

Sostienici nella lotta, tieni viva la nostra speranza, presenta al Signore della gloria la nostra umile preghiera, perché possiamo presto tornare ad elevare con gioia il nostro canto e proclamare la lode del nostro Salvatore. Egli vive e regna nei secoli dei secoli”.

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