Papa Francesco: perdonando si è perdonati

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Anche oggi in streaming continuano le udienze generali di papa Francesco sulle beatitudini ed al termine ha ricordato l’appuntamento dell’iniziativa delle ’24 ore per il Signore’, che si svolgerà venerdì 20 marzo e sabato 21 marzo: “E’ un appuntamento importante della Quaresima per la preghiera e per accostarsi al sacramento della riconciliazione…

Purtroppo a Roma, in Italia e in altri Paesi questa iniziativa non potrà avere luogo nelle forme consuete a causa dell’emergenza del coronavirus. Tuttavia, in tutte le altre parti del mondo, si continuerà con questa bella tradizione. Incoraggio i fedeli ad accostarsi in maniera sincera alla misericordia di Dio nella confessione e a pregare specialmente per quanti sono nella prova a causa della pandemia”.

Inoltre ha ricordato la festa di san Giuseppe e l’appuntamento di domani sera con la recita del Rosario per la protezione da ogni male: “Al volto luminoso e trasfigurato di Gesù Cristo e al suo Cuore ci conduce Maria, Madre di Dio, salute degli infermi, alla quale ci rivolgiamo con la preghiera del Rosario, sotto lo sguardo amorevole di san Giuseppe, Custode della Santa Famiglia e delle nostre famiglie.

E gli chiediamo che custodisca in modo speciale la nostra famiglia, le nostre famiglie, in particolare gli ammalati e le persone che stanno prendendosi cura degli ammalati: i medici, gli infermieri, le infermiere, i volontari, che rischiano la vita in questo servizio”.

Nell’udienza generale il papa ha sottolineato il valore della parola ‘misericordia’ attraverso la richiesta della ‘reciprocità della misericordia’ e capacità di perdono, in quanto ‘tutti siamo debitori, tutti, verso Dio e vero i fratelli’: “In questa beatitudine c’è una particolarità: è l’unica in cui la causa e il frutto della felicità coincidono, la misericordia.

Coloro che esercitano la misericordia troveranno misericordia, saranno ‘misericordiati’. Questo tema della reciprocità del perdono non è presente solo in questa beatitudine, ma è ricorrente nel Vangelo. E come potrebbe essere altrimenti? La misericordia è il cuore stesso di Dio!”.

Papa Francesco ha sottolineato che nella preghiera del Padre Nostro c’è una nuova prospettiva del perdono: “Ci sono due cose che non si possono separare: il perdono dato e il perdono ricevuto. Ma tante persone sono in difficoltà, non riescono a perdonare. Tante volte il male ricevuto è così grande che riuscire a perdonare sembra come scalare una montagna altissima: uno sforzo enorme; e uno pensa: non si può, questo non si può.

Questo fatto della reciprocità della misericordia indica che abbiamo bisogno di rovesciare la prospettiva. Da soli non possiamo, ci vuole la grazia di Dio, dobbiamo chiederla. Infatti, se la quinta beatitudine promette di trovare misericordia e nel Padre Nostro chiediamo la remissione dei debiti, vuol dire che noi siamo essenzialmente dei debitori e abbiamo necessità di trovare misericordia!”

Poi il papa ha sottolineato il nostro ‘stato debitorio’: “Tutti siamo debitori. Tutti. Verso Dio, che è tanto generoso, e verso i fratelli. Ogni persona sa di non essere il padre o la madre che dovrebbe essere, lo sposo o la sposa, il fratello o la sorella che dovrebbe essere. Tutti siamo ‘in deficit’, nella vita. E abbiamo bisogno di misericordia. Sappiamo che anche noi abbiamo fatto il male, manca sempre qualcosa al bene che avremmo dovuto fare.

Ma proprio questa nostra povertà diventa la forza per perdonare! Siamo debitori e se, come abbiamo ascoltato all’inizio, saremo misurati con la misura con cui misuriamo gli altri, allora ci conviene allargare la misura e rimettere i debiti, perdonare. Ognuno deve ricordare di avere bisogno di perdonare, di avere bisogno del perdono, di avere bisogno della pazienza; questo è il segreto della misericordia: perdonando si è perdonati.

Perciò Dio ci precede e ci perdona Lui per primo. Ricevendo il suo perdono, diventiamo capaci a nostra volta di perdonare. Così la propria miseria e la propria carenza di giustizia diventano occasione per aprirsi al regno dei cieli, a una misura più grande, la misura di Dio, che è misericordia”.

Riprendendo il Catechismo della Chiesa Cattolica ha sottolineato che la misericordia è l’essenzialità della fede: “La misericordia non è una dimensione fra le altre, ma è il centro della vita cristiana: non c’è cristianesimo senza misericordia. Se tutto il nostro cristianesimo non ci porta alla misericordia, abbiamo sbagliato strada, perché la misericordia è l’unica vera meta di ogni cammino spirituale. Essa è uno dei frutti più belli della carità”.

E la misericordia è stata al centro della sua azione papale come azione quotidiana: “Ricordo che questo tema è stato scelto fin dal primo Angelus che ho dovuto dire come Papa: la misericordia. E questo è rimasto molto impresso in me, come un messaggio che come Papa io avrei dovuto dare sempre, un messaggio che deve essere di tutti i giorni: la misericordia… La misericordia di Dio è la nostra liberazione e la nostra felicità. Noi viviamo di misericordia e non ci possiamo permettere di stare senza misericordia: è l’aria da respirare”.

Inoltre nella messa mattutina a santa Marta ha pregato per tutti i deceduti a causa del virus: “Preghiamo oggi per i defunti, coloro che a causa del virus hanno perso la vita; in modo speciale, vorrei che pregassimo per gli operatori sanitari che sono morti in questi giorni. Hanno donato la vita nel servizio agli ammalati”.

Eppoi ha sottolineato la vicinanza di Dio all’uomo: “Il nostro Dio è vicino e chiede a noi di essere vicini, l’uno all’altro, di non allontanarci tra noi. E in questo momento di crisi per la pandemia che stiamo vivendo, questa vicinanza ci chiede di manifestarla di più, di farla vedere di più.

Noi non possiamo, forse, avvicinarci fisicamente per la paura del contagio, ma possiamo risvegliare in noi un atteggiamento di vicinanza tra noi: con la preghiera, con l’aiuto, tanti modi di vicinanza. E perché noi dobbiamo essere vicini l’uno all’altro? Perché il nostro Dio è vicino, ha voluto accompagnarci nella vita. E’ il Dio della prossimità”.

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