#ilviruseugualepertutti – I numeri – Storie di responsabilità e incoscienza nella guerra contro un nemico molto pericoloso e invisibile #takecare

Condividi su...

Il bilancio aggiornato sull’epidemia in Italia

Il numero complessivo dei contagiati ha raggiunto i 31.506 (+3.526). Sono 26.062 i malati (+2.989) e 2.503 i morti (+349). Dei malati 12.894 sono ricoverati con sintomi (+1.865), di cui 2.060 in terapia intensiva (+209) e 11.108 sono quelli in isolamento domiciliare (+911). Sono 2.941 le persone guarite (+192).

I numeri di oggi sono in crescita, a seguito del recupero dei dati dalla Puglia e dalla Provincia autonoma di Trento che ieri, 16 marzo non erano stati comunicati. Il trend è complessivamente al ribasso, che si evidenzia da qualche tempo. La curva nell’incremento percentuale dei casi “giorno su giorno” si attesta ora al 12,9%, mentre continua ad aumentare il numero dei nuovi casi giornalieri. Per vedere quest’ultimo dato in calo costante servirà attendere ancora, probabilmente verso la fine della settimana o all’inizio di quella seguente. Tra qualche giorno sarà inoltre possibile valutare con maggiore attenzione anche le cifre espresse dal Sud, dove è atteso un rialzo nel numero dei contagi.

L’inizio della recidiva

Ci sono punti da affrontare, come gli asintomatici (i più pericolosi perché non li riconosci) e i casi di recidiva, che sono pericolosissimi, ma purtroppo non se ne parla abbastanza. Fin’ora, solo il Presidente Zaia in Veneto ha chiesto il tampone per tutti i veneti.
La notizia è di oggi: è rimasto in isolamento dopo essere risultato di nuovo positivo al Sars-CoV-2 il “paziente uno” torinese. Dichiarato “guarito” dopo diversi test e cure, il 40enne manager è stato sottoposto ad un tampone, che ha rivelato ancora un basso grado di positività. “Confermiamo che però è guarito”, ha rassicurato il Professor Giovanni Di Perri, virologo e responsabile Malattie infettive dell’Amedeo di Savoia.

Le porcherie di Vauro. Anche per lui vale #ilvirusèugualepertutti

Un inqualificabile Vauro Senesi recidivo su Il Fatto Quotidiano. Adesso lo sfregio a Guido Bertolaso: “Mascherine? No, preservativi”. C’è niente da fare, senza vergogna e senza rispetto per i morti e per chi soffre per il COVID-19, quelli che Guido Bertolaso odiano proprio. Il Fatto Quotidiano si è speso contro il Consulente ingaggiato dal Presidente della Lombardia nella lotta al Sars-CoV2 (con un compenso simbolico di un euro): “Sono pronto a dare due euro per lasciarlo a casa”, ha scritto Marco Manetta. E ora, in prima pagina, la porcheria del vignettista comunista Vauro, dal titolo: “Scende in campo Bertolaso”. Nel disegno si confrontano due tizi. Il primo chiede: “Sono arrivate le mascherine?”. Il secondo risponde: “No. Ma sono arrivati i preservativi”.
Vauri con le porcherie ha grande dimestichezza: “Pizza al coronavirus? Bene così”, era la vignetta con cui elogiò lo sfregio francese e insultava Zaia, “peggio il leghista”. E quell’altra vignetta in prima pagina su Il Fatto Quotidiano, di pessimo gusto è dir poco: “Basta coronavirus. Ridateci l’Aids!”, in un momento in cui l’Italia è in piena emergenza. Rosaria Iardino, Presidente della fondazione The Bridge nonché donna passata alla storia per il bacio con l’immunologo Aiuti che cambiò la storia della lotta all’Hiv, replicò in maniera sdegnata all’Adnkronos Salute: “Vuol dire non avere memoria, significa che le persone morte di Aids sono state uccise non solo clinicamente, ma anche socialmente”. La Iardino parlava di “squallore e ignoranza terribile”, oltre che di “messaggio diseducativo per le nuove generazioni”, che quel dramma non lo ricordano: “Quindici anni di sterminio, con in Italia 44.000 morti. Non averne memoria è da miserabili”.
Spero, che nel caso un giorno ne avesse bisogno, diano a Vauro un preservativo al posto di un respiratore e un opuscolo su cosa sia l’Aids.
PS Se le vignette di Mauro sono ironia, fate passare anche la mia speranza per ironia.

Oggi, ho condiviso sul mio diario Facebook due post di Guido Bertolaso. Appena accettato l’incarico, aveva scritto: «”Sempre, ovunque e prima di tutto, italiani”. Auguri Patria mia, oggi più che mai! Tutti devono dare il proprio contributo».
Il primo post: “Sono venuto qui in punta di piedi, sicuro che riusciremo a fare un lavoro straordinario anche con la collaborazione della Protezione Civile nazionale e di tutte le forze migliori del nostro Paese. Stiamo combattendo una guerra contro un nemico molto pericoloso. Tutti devono dare il proprio contributo #perilMioPaese”.
Il video: QUI.
Il secondo post: “Berlusconi ha donato 10 milioni di euro, la somma necessaria per la realizzazione del reparto di 400 posti di terapia intensiva alla fiera di Milano (o, eventualmente, per altre emergenze). Grazie Presidente per questo gesto d’amore per la sua città e per il suo Paese”.

Intanto, siamo grati che ci sono dei Paesi che si dimostrano solidali con l’Italia.

I bambini del Congo, sostengono l’Italia e tutti coloro che soffrono a causa del Sars-CoV-2: “L’Italia è tutto cuore, abbiate fede e speranza”.
Il video QUI.

Cuba invierà medici in Italia

Siamo grati a Cuba (dove ho degli amici, in ambito ecclesiastico, diplomatico e di sicurezza, dai tempi dei viaggi apostolici di San Giovanni Paolo II e il Papa emerito Benedetto XVI a Cuba) e non venirmi a dire che a Cuba c’è una dittature. Importante è che il governo cubano manda degli aiuti… e i medici cubani sono eccellenti.
Nei giorni scorsi, sia l’Associazione Nazionale per l’Amicizia Italia-Cuba (ANAIC), sia il Coordinatore Nazionale dei Residenti Cubani in Italia (CONACI) hanno contattato le autorità italiane per valutare la possibilità di richiedere un contributo da Cuba, con personale medico e con l’interferone cubano antivirale Alfa 2 B, che è stato utilizzato contro il COVID-19 in Cina. L’Assessore per la salute e il benessere della Regione Lombardia Giulio Gallera, il 14 marzo 2020 aveva informato di aver richiesto assistenza medica a Cuba.
L’ambasciatore cubano a Roma José Carlos Rodríguez Ruiz ha scritto: “È mio dovere confermare che abbiamo effettivamente ricevuto una lettera dal Sig. Gallera, che formalizza la richiesta di avere personale cubano specializzato nella gestione delle malattie trasmissibili. Tale lettera è stata debitamente inoltrata dall’ambasciata cubana in Italia alle autorità cubane competenti, con le quali restiamo in contatto per tali scopi. Siamo inoltre in contatto diretto con il Sig. Gallera e l’Ambasciata cubana a Roma terrà informata l’opinione pubblica sul corso e sui risultati di questa richiesta”.
L’ambasciatore di Cuba in Italia esprime “profondo dispiacere per l’elevata morbosità e mortalità che COVID19 sta causando in Italia, per la perdita di vite umane, per la dura e brusca alterazione della società italiana in queste circostanze e per i danni economici collaterali”. “In questo momento, con un senso di impegno umano, ribadiamo la nostra solidarietà con l’Italia. Siamo fiduciosi che il popolo italiano vincerà e supererà questo momento difficile”, continua la nota dell’ambasciatore Rodríguez Ruiz, che conclude ribadendo la disponibilità di Cuba a contribuire allo sforzo dell’Italia.
“Condividiamo con il popolo italiano l’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del nuovo coronavirus. Seguiamo attentamente le informazioni ufficiali sulla sua evoluzione in Italia e anche a livello internazionale. Sia l’Ambasciata cubana a Roma che il Consolato Generale cubano a Milano hanno adottato le misure necessarie per prevenire e contribuire al contenimento della trasmissione del virus, in linea con gli enormi sforzi e le indicazioni delle autorità politiche nazionali e locali, delle autorità sanitaria e della protezione civile d’Italia”, si legge nel Comunicato dell’Ambasciata cubana in Italia sull’impegno per l’Italia nella lotta al Sars-CoV-2. E continua:“Come abbiamo rivelato, i primi casi positivi a Cuba sono già stati rilevati. È una pandemia che trascende qualsiasi confine e con una visione globale dobbiamo affrontarla. A Cuba, vengono prese le misure pertinenti per contenere le affezioni umane e in altri piani derivati dalla diffusione del virus che causa il COVID19. Allo stesso tempo, abbiamo dimostrato la nostra disponibilità per la collaborazione internazionale, quale sempre è stata la nostra posizione, dimostrata in più occasioni precedenti, come nel confronto diretto del personale medico cubano con l’Ebola in Africa”.

Il modello del Lazio per l’emergenza Sars-CoV-2

In Lazio escono oggi dalla sorveglianza in 1.793 che hanno terminato la quarantena.

A conclusione della videoconferenza della task-force regionale per il COVID-19 con i direttori generali delle Asl e Aziende ospedaliere e Policlinici universitari e ospedale Pediatrico Bambino Gesù, l’Assessore alla Sanità e l’Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio Alessio D’Amato ha commentato: “Il sistema sanitario regionale sta tenendo, abbiamo implementato i COVID HOSPITAL con Casal Palocco GVM, il Policlinico di Tor Vergata e il Policlinico Umberto I – presidio George Eastman. Oggi registriamo un dato di 84 casi di positività e 4 i decessi e sono in aumento i guariti che sono 33. Prosegue il lavoro di implementazione della rete dedicata all’emergenza COVID-19: l’ospedale militare del Celio, nell’ambito di un protocollo d’intesa con l’Istituto Spallanzani, ha dato la disponibilità ad accogliere pazienti e voglio ringraziare l’Esercito per la collaborazione ed il supporto che ci sta dando. E’ appena partito un elicottero dell’Ares 118 per trasferire due pazienti no COVID dalla Lombardia a Roma per assistenza in terapia intensiva. Stiamo cercando di dare il massimo sostegno anche alla Regione Lombardia in uno spirito unitario e solidale”.
89112613_10157962464362530_315163231301664768_o.jpgQuesto non si può certamente chiamare un motivo valido per visitare una chiesa, invocando una “necessità spirituale”.

In 50 da Madonna di Campiglio a Messina: saranno denunciati e il Sindaco renderà noto il loro nomi via Facebook

Di rientro dalla settimana bianca non si sarebbero autodenunciati e posti in isolamento domiciliare. C’è preoccupazione a Messina dopo la notizia dei 50 messinesi tornati da Madonna di Campiglio lo scorso 7 marzo, facendo scalo a Bergamo, e che avrebbero violato l’obbligo di comunicare il proprio rientro all’Azienda sanitaria locale e di mettersi in auto-quarantena. Si tratta di medici, commercialisti, avvocati e professionisti a loro volta entrati in contatto con decine di persone una volta tornati dalle vacanze in montagna. La Polizia municipale ha già acquisito i nominativi dei componenti della comitiva, che ha soggiornato in due alberghi della nota località sciistica. Intanto uno di loro, un medico che nei giorni scorsi avrebbe prestato servizio anche in un centro diagnostico a Santa Teresa Riva, è risultato positivo.
“È stata inoltrata una richiesta alla questura di Trento – ha detto il sindaco di Messina Cateno De Luca – per accertare se altri cittadini messinesi abbiano soggiornato in altre strutture alberghiere o b&b. Tali accertamenti consentiranno di verificare chi, tra i villeggianti, abbia rispettato le prescrizioni del Dpcm e chi, invece, se ne sia infischiato continuando a svolgere una vita sociale incurante delle prescrizioni sanitarie, esponendo al rischio del contagio tutte le persone con le quali è entrato in contatto. Dopo lunga e sofferta riflessione – ha continuato Cateno De Luca – sono giunto alla conclusione che non è possibile al momento procedere alla pubblicazione dei nominativi di questi concittadini che sembrano avere violato le basilari prescrizioni anti-contagio. Sarà prima necessario, infatti, verificare chi tra loro, e alcuni sappiamo che lo hanno fatto, si è autodenunciato all’Asp e si è posto in autoisolamento”.
“Per tutti coloro che non hanno rispettato queste norme – avverte De Luca – scatterà ovviamente la denuncia e procederò anche a rendere noti i loro nomi. Nel frattempo ciò che urge è assicurare la massima tutela alla salute pubblica e per fare ciò è necessario che ogni persona sia posta nelle condizioni di valutare se è entrata in contatto con uno o più di questi soggetti provenienti da Madonna di Campiglio”. Da qui l’invito del sindaco ai componenti della comitiva di sciatori a “rendere noti i loro nomi e dire se hanno seguito le norme anti-contagio, autorizzando il Comune di Messina a diffondere tale dato. Solo così sarà possibile arginare il più velocemente possibile il rischio di contagio”.
“Confido nel senso di responsabilità di ognuno – conclude Cateno De Luca. Il rischio che stiamo correndo è quello di un contagio esponenziale. Ci rendiamo conto della gravità della situazione? Adesso che vi è la certezza che almeno uno di questi soggetti che componevano la comitiva di sciatori ha contratto il Coronavirus, non è più tempo di omertà o di incertezze: autodenunciatevi e consentiteci di diffondere i vostri nominativi, solo così si potrà intervenire per evitare il peggio”. “Mi sarei aspettato più senso di responsabilità da soggetti che sono anche medici, professionisti e notabili della città – conclude il Sindaco di Messina – specie perché di ritorno dalle zone dei primi focolai del virus. Considerato il generale senso di imprudenza che continuiamo a registrare, sto valutando di fare un’altra ordinanza che impedisca a tutti di uscire da casa eccetto per motivi seri che vanno certificati. Mi auguro che per le ore 19.00 avrò già ricevuto le prime autosegnalazioni in modo da potere informare la collettività in diretta dalla pagina Facebook, De Luca Sindaco di Messina, e rendere pubblici i nomi di tali soggetti, a tutela dei cittadini che nei giorni successivi al loro ritorno in città sono entrati in contatto con loro”.

Al Nord non è molto meglio. Dei baldanzosi ignoranti e incoscienti (che mettono in pericolo la salute dei loro cittadini) continuano ad andare in giro. Vanno denunciati e nel momento della necessità non curati. E così sia.

L’affollamento in metro a Milano continua, nonostante i divieti. Foto delle ore 06.10 (Corriere della Sera).

+++BREAKING NEWS+++
Quando finisce un’epidemia
di Marco Cattaneo [*]
Facebook, 12 marzo 2020

Dato che non mi fido, meglio che ve lo dica subito. E vi chiedo, dato che mi seguono parecchie persone, di cominciare a condividerlo e a ripeterlo da adesso ai vostri contatti, reali e virtuali.
Ma veniamo al punto.
Già oggi vedrete qualche curva che si discosta lievemente dall’andamento esponenziale che l’epidemia in Italia (e soprattutto in Lombardia, per i numeri) ha avuto fino a un paio di giorni fa.
Potrebbe (POTREBBE) essere un buon segno.
E potrebbe (POTREBBE) ottimisticamente accadere che tra una decina di giorni o giù di lì il numero dei contagi diminuisca di molto, se TUTTI facciamo la nostra parte.
Ecco, ve lo dico dal cuore: non c’è un cazzo da festeggiare, né oggi né tra dieci o quindici giorni.
E soprattutto non c’è da scaraventarsi fuori di casa gridando “Campioni del mondooo! Poropoporopoporo!” e abbracciando sconosciuti sudati in canottiera.
Se non mi credete, andate a vedere i criteri con cui l’Organizzazione mondiale della Sanità dichiara conclusa un’emergenza epidemica. Vediamo quella di Ebola, per esempio. L’emergenza finisce dopo DUE PERIODI DI INCUBAZIONE COMPLETI in cui non si registrano nuovi contagi. Sono 42 giorni per Ebola. Potrebbero essere 30 per Sars-CoV-2. Dopo di che, è richiesto a ogni paese di mantenere un’elevata sorveglianza per 90 giorni.
Non so se mi sono spiegato, ma spero che sia chiaro. Quando vedremo la luce in fondo al tunnel mancheranno ancora diversi chilometri per essere fuori. Perciò, travolti dall’euforia, non baciate i vicini che detestavate fino a un mese prima. Continuate a farvi i cazzi vostri. Rimanete a casa il più possibile ANCHE DOPO. Finché davvero gli epidemiologi non ci diranno che possiamo tornare alla normalità. Che arriverà piano piano, riapriranno le attività, torneremo a sussurrarci pettegolezzi all’orecchio, con prudenza, torneremo in ufficio anziché lavorare dal divano (premuratevi di rendervi riconoscibili, nel frattempo, almeno dai vostri familiari), a cenare al ristorante, magari.
Ma prima di cantare vittoria dovremo rimanere in allerta per un po’.
Mettiamola così. Se tutto va bene, ma proprio bene, facciamo una festa a Ferragosto (ma proprio se ci dice culo eh, a essere molto ottimisti, ma meglio pochi e selezionati e senza gli amici stranieri).
Ditelo ai vostri amici, ai vostri parenti, ai semplici conoscenti. Proviamo a non fare i coglioni, perché resistere a una seconda botta sarebbe molto, molto più dura.
[*] Direttore di Le Scienze, Mind, National Geographic Italia e National Geographic Traveler.

Il post di Mauro Berruto [**] su Boris Johnson
Facebook, 14 marzo 2020

Ho aspettato un po’ a scrivere, speravo di aver capito male.
Invece il Primo Ministro del Regno Unito, intendeva dire proprio ciò che ha detto: “Abituatevi a perdere i vostri cari”.
Boris Johnson si è laureato ad Oxford con una tesi in storia antica.
È uno studioso del mondo classico, appassionato della storia e della cultura di Roma, su cui ha scritto un saggio. Ha persino proposto la reintroduzione del latino nelle scuole pubbliche inglesi.
Mr. Johnson, mi ascolti bene.
Noi siamo Enea che prende sulle spalle Anchise, il suo vecchio e paralizzato padre, per portarlo in salvo dall’incendio di Troia, che protegge il figlio Ascanio, terrorizzato e che quella Roma, che Lei tanto ama, l’ha fondata.
Noi siamo Virgilio che quella storia l’ha regalata al mondo.
Noi siamo Gian Lorenzo Bernini che, ventiduenne, quel messaggio l’ha scolpito per l’eternità, nel marmo.
Noi siamo nani, forse, ma seduti sulle spalle di quei giganti e di migliaia di altri giganti che la grande bellezza dell’Italia l’hanno messa a disposizione del mondo.
Lei, Mr. Johnson, è semplicemente uno che ci ha studiato.
Non capendo e non imparando nulla, tuttavia.
Take care.
We, Italians.
[**] Laureato in Filosofia all’Università Di Torino, già Amministratore Delegato Scuola Holden.

Free Webcam Girls
151.11.48.50