Papa Francesco prega per gli operatori che garantiscono i servizi
“#PreghiamoInsieme oggi per coloro che con il loro lavoro garantiscono il funzionamento della società: nelle farmacie, nei supermercati, nei trasporti, le forze dell’ordine, per tutti coloro che stanno lavorando perché la vita sociale possa andare avanti”: con questo tweet odierno nel tempo quaresimale papa Francesco ha ricordato nella preghiera tutti coloro che consentono il funzionamento dei servizi essenziali.
E durante la recita della preghiera dell’Angelus dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico Vaticano, papa Francesco ha ringraziato anche i sacerdoti, specialmente quelli della Lombardia: “In questo momento sta finendo a Milano la Messa che il Signor Arcivescovo celebra nel Policlinico per gli ammalati, i medici, gli infermieri, i volontari. Il Signor Arcivescovo è vicino al suo popolo e anche vicino a Dio nella preghiera. Mi viene in mente la fotografia della settimana scorsa: lui da solo sul tetto del Duomo a pregare la Madonna.
Vorrei ringraziare anche tutti i sacerdoti, la creatività dei sacerdoti. Tante notizie mi arrivano dalla Lombardia su questa creatività. E’ vero, la Lombardia è stata molto colpita. Sacerdoti che pensano mille modi di essere vicino al popolo, perché il popolo non si senta abbandonato; sacerdoti con lo zelo apostolico, che hanno capito bene che in tempi di pandemia non si deve fare il ‘don Abbondio’. Grazie tante a voi sacerdoti”.
Commentando il brano evangelico di questa terza domenica il papa ha sottolineato il valore dell’acqua ‘viva’: “Al centro di questo dialogo c’è l’acqua. Da una parte, l’acqua come elemento essenziale per vivere, che appaga la sete del corpo e sostiene la vita. Dall’altra, l’acqua come simbolo della grazia divina, che dà la vita eterna.
Nella tradizione biblica Dio è la fonte dell’acqua viva, così si dice nei salmi, nei profeti: allontanarsi da Dio, fonte di acqua viva, e dalla sua Legge comporta la peggiore siccità. E’ l’esperienza del popolo d’Israele nel deserto. Nel lungo cammino verso la libertà, esso, arso dalla sete, protesta contro Mosè e contro Dio perché non c’è acqua. Allora, per volere di Dio, Mosè fa scaturire l’acqua da una roccia, come segno della provvidenza di Dio che accompagna il suo popolo e gli dà la vita”.
Riferendosi alla lettura di san Paolo il papa ha sottolineato il significato della ‘roccia’: “E’ la misteriosa figura della sua presenza in mezzo al popolo di Dio che cammina. Cristo infatti è il Tempio dal quale, secondo la visione dei profeti, sgorga lo Spirito Santo, cioè l’acqua viva che purifica e dà vita.
Chi ha sete di salvezza può attingere gratuitamente da Gesù, e lo Spirito Santo diventerà in lui o in lei una sorgente di vita piena ed eterna. La promessa dell’acqua viva che Gesù ha fatto alla Samaritana è divenuta realtà nella sua Pasqua: dal suo costato trafitto sono usciti ‘sangue ed acqua’. Cristo, Agnello immolato e risorto, è la sorgente da cui scaturisce lo Spirito Santo, che rimette i peccati e rigenera a vita nuova”.
Il dono dell’acqua è fonte anche della testimonianza: “Come la Samaritana, chiunque incontra Gesù vivo sente il bisogno di raccontarlo agli altri, così che tutti arrivino a confessare che Gesù ‘è veramente il salvatore del mondo’, come dissero poi i compaesani di quella donna.
Anche noi, generati a vita nuova mediante il Battesimo, siamo chiamati a testimoniare la vita e la speranza che sono in noi. Se la nostra ricerca e la nostra sete trovano in Cristo pieno appagamento, manifesteremo che la salvezza non sta nelle ‘cose’ di questo mondo, che alla fine producono siccità, ma in Colui che ci ha amati e sempre ci ama: Gesù nostro Salvatore, nell’acqua viva che Lui ci offre”.
Al termine dell’Angelus papa Francesco ha salutato i fedeli, esortandoli alla ‘comunione spirituale’ attraverso la preghiera: “In questa situazione di pandemia, nella quale ci troviamo a vivere più o meno isolati, siamo invitati a riscoprire e approfondire il valore della comunione che unisce tutti i membri della Chiesa. Uniti a Cristo non siamo mai soli, ma formiamo un unico Corpo, di cui Lui è il Capo.
E’ un’unione che si alimenta con la preghiera, e anche con la comunione spirituale all’Eucaristia, una pratica molto raccomandata quando non è possibile ricevere il Sacramento. Questo lo dico per tutti, specialmente per le persone che vivono sole”.
Mentre nella messa mattutina a Santa Marta papa Francesco ha sottolineato il valore del dialogo: “Questa donna ha avuto il coraggio di dialogare con Gesù; ha avuto il coraggio di interessarsi della proposta di Gesù, di quell’acqua, perché sapeva che aveva sete. Ha avuto il coraggio di confessare le sue debolezze, i suoi peccati; anzi, il coraggio di usare la propria storia come garanzia che quello era un profeta…
Questo dialogo così trasparente tra Gesù e la donna finisce con quella confessione della realtà messianica di Gesù, e con la conversione di quella gente [di Samaria], con quel ‘campo’ che il Signore vide ‘biondeggiare’, che veniva da lui perché era il tempo del raccolto”.