Il male si vince con l’amore. Supplica di mamma Clara a poter dare l’ultimo saluto al suo figlio Daigoro, almeno dall’alto

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Restiamo umani e diamo un segno di umanità!
Appello pubblico
al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
al Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte
al Sindaco di Roma Capitale Virginia Raggi
di Clara Colelli, mamma di Daigoro Todini

Il 9 marzo 2020, su richiesta di un comune amico – ho pubblicato l’informazione che due giorni prima, intorno alle ore 16.00 presso l’autostrada Roma – Fiumicino A91 in direzione Roma al km 16.400 il giovane Daigoro Todini, a seguito delle gravi ferite riportate in un incidente stradale mentre si trovava bordo della sua moto, ha perso la vita. Come da richiesta di sua mamma postata sul suo profilo Facebook – nostra amica e collega Clara Colelli, che lavora presso il Servizio fotografico de L’Osservatore Romano, postata sul suo profilo Facebook – ho reso noto attraverso la mia rubrica “Blog dell’Editore” (Aiutiamo la nostra amica Clara!), che si cercano testimoni in merito all’accaduto.

Oggi ripeto questo appello, che rimane attuale, si cercano ancora testimoni: aiutiamo la nostra amica Clara!

Stringendoci in un forte abbraccio con mamma Clara, famigliari e amici di Daigoro, condivido oggi una sua supplica, rivolta alle massime autorità dello Stato, di Governo e di Roma.

Secondo le nuove disposizioni del Dpcm per l’emergenza Sars-CoV-2, la famiglia non potrà andare all’obitorio ne benedire la salma ne celebrare il funerale. E il figlio verrà portato al cimitero da solo. Non si sa quando, perché il magistrato ancora non ha dato l’autorizzazione per la sepoltura, perché le indagini sono ancora in corso, visto che le dinamiche dell’incidente.

Intanto, sosteniamo questo nuovo appello pubblico di Clara Colelli, rivolto al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei ministri e al Sindaco di Roma, visto che per le disposizioni vigenti non potrà celebrare i funerali del suo figlio Daigoro, almeno permettono che il carro funebre possa passare sotto casa sua, affinché possa salutarlo nella sua bara bianca, mentre sta andando al cimitero.
Almeno questo, se vogliamo restare umani.

Si tratta non solo di un gesto possibile, ma di un atto dovuto. Non perché un Dpcm lo prevede (chiedere a chi governo anche mostrare sensibilità umana, sembra che non sia cosa ovvia), ma di un atto morale, per far sì che vinca l’amore e il rispetto per coloro che sono morti, e anche per coloro che sono ancora vivi e soffrono per i cari che hanno perso. Che sia per la pestilenza o per un incidente stradale non fa differenza. Dobbiamo sconfiggere il male tutti insieme, con la scienza medica e le cure sanitarie, ma soprattutto con l’amore, che vince tutto.
Quando l’umanità è in difficoltà, dobbiamo tornare ad essere Homo sapiens sapiens (uomini sapienti) ad immagine e somiglianza di Dio Creatore, che è amore. Dobbiamo amare, tornare all’amore e al rispetto reciproco, come ha detto ieri il mio amico Padre Jarek Cielecki in un suo appello, annunciando che in questi tempi di pestilenza, riprende le sue attività di evangelizzazione, per il momento solo in diretta televisiva (Padre Jarek Cielecki annuncia che riprende da domani le trasmissioni sul Portale Charbel TV): “Dobbiamo prima sconfiggere questo Coronavirus, che ci ha diviso in tutte le strutture sociali. Niente sarà gradito a Dio senza un amore umile. Questo è ciò che la Santa Madre ci insegna. (…) Tutti devono morire un giorno. Ma anche tutti vogliono vivere. È naturale. Poiché difendiamo ogni vita umana, difendiamo anche la nostra. Per prudenza. Ma soprattutto per amore, che spesso guarisce e protegge da ogni piaga”.
Permettere a mamma Clara di dare un’ultimo saluto al suo figlio Daigoro, almeno dal balcone, non è solo un gesto civico, è soprattutto un gesto di amore, un gesto che ci aiuta a rimanere umani, alla presenza della pestilenza e del Male.

Oggi, questo è necessario più che mai, perché – come un mio amico mi ha scritto: “Nessuno come il Maligno sa come colpirci in modo chirurgico, lui sa che noi che abbiamo fede e amiamo il prossimo, siamo i suoi nemici peggiori. Ricordiamoci sempre che se il Signore ci da una peso o ci sottopone a una prova, ci dona anche la forza e il coraggio per portare questo peso e superare questa prova! Coraggio amico mio!”.

Con tutti i suoi amici, dico a mamma Clara: coraggio amica mia! Ti stringiamo forte, anche se solo virtualmente.

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