Emergenza Sars-CoV-2. Dicasteri Santa Sede e Direzioni SCV aperti nel rispetto norme. In Italia +15.000 contagiati

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Oggi, giovedì 12 marzo 2020 le notizie dallo Stato della Città del Vaticano sono diverse. E in Italia si supera la quota di 15.000 contagiati Sars-CoV-2.

Assicurare i “servizi essenziali alla Chiesa Universale” in ossequio alle disposizioni sanitarie e ricorrendo al lavoro flessibile. Su queste basi la Santa Sede e lo Stato della Città del Vaticano fronteggiano gli impegni per far fronte all’emergenza Sars-CoV-2. L’ha stabilito oggi una riunione ad alto livello della Curia Romana presieduta dal Segretario di Stato, Cardinale Pietro Parolin.

Quindi, l’emergenza Sars-CoV-2 non ferma l’attività della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano, anzi i Dicasteri e le Direzioni, e gli Enti e Servizi che le compongono resteranno “aperti per assicurare i servizi essenziali alla Chiesa Universale, in coordinamento con la Segreteria di Stato”. È quanto stabilito oggi dai vertici della Curia Romana durante una riunione interdicasteriale straordinaria, svoltasi nell’Aula Vecchia del Sinodo e presieduta dal Segretario di Stato.

Il testo del Comunicato della Sala Stampa della Santa Sede (Bollettino 159, diffuso alle ore 12.44 di oggi 12 marzo 2020):

Questa mattina, nell’Aula Vecchia del Sinodo, ha avuto luogo una riunione interdicasteriale straordinaria presieduta da Sua Eminenza il Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, alla presenza dei vertici della Curia Romana.
Obiettivo dell’incontro era il coordinamento delle funzioni dei dicasteri e delle delibere riguardanti il personale nel contesto delle misure volte ad evitare il diffondersi del coronavirus.
A tal riguardo è stato stabilito che i dicasteri e gli enti della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano restino aperti per assicurare i servizi essenziali alla Chiesa Universale, in coordinamento con la Segreteria di Stato, applicando al contempo tutte le norme sanitarie e i meccanismi di flessibilità sul lavoro stabiliti e diramati nei giorni scorsi.

Invece, il 9 marzo 2020 si è svolta al Governatorato dello Stato della Città del Vaticano una riunione, iniziata alle ore 11.30 e terminata poco prima delle ore 14.00, dalla quale sono uscite le disposizioni per le Amministrazioni dello Stato della Città del Vaticano. Nella mattinata del giorno seguente, il 10 marzo 2020 sono state diramate a tutte le Direzioni del Governatorato la comunicazione, con il allegato la Nota del Sostituto della Segreteria di Stato, sulla quale linea il Governatorato ha emesso le disposizioni per le proprie Direzioni e alcune indicazioni per gli orari di lavoro. Per i dipendenti il sacrificio sarà il taglio totale degli straordinari, che vengono azzerati nel periodo di emergenza Sars-CoV-2.

Alle ore 12.46 di oggi, 12 marzo 2020 la Sala Stampa della Santa Sede ha diffuso via Email, in formato PDF, le “Disposizioni per il personale dei Dicasteri e degli altri enti della Santa Sede o ad essa collegati e del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano” che “hanno carattere di temporaneità ed avranno efficacia fino a diversa comunicazione”, documento di ieri, 11 marzo 2020 indirizzato “Ai Capi dei Discasteri e degli altri Enti della Santa Sede e ad essa collegati e al Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano”.
Inoltre, alle ore 14.02 di oggi, 12 marzo 2020 la Sala Stampa della Santa Sede ha diffuso via Email un Comunicato Stampa dell’Elimosineria Apostolica, gli Uffici dell’Elimosiniere di Sua Santità, il Cardinale polacco Konrad Krajewski.

12 marzo 2020
Elemosineria Apostolica
Città del Vaticano
COMUNICATO STAMPA
Gli uffici della Elemosineria Apostolica resteranno temporaneamente chiusi al pubblico da sabato 14 marzo 2020.
Le pergamene con la Benedizione Apostolica si potranno sempre richiedere online sul sito internet www.elemosineria.va e saranno spedite normalmente con corriere espresso DHL. Non saranno possibili i ritiri in sede.
Le persone bisognose potranno lasciare le proprie lettere nell’apposita “cassetta postale” della Elemosineria Apostolica all’Ingresso di Sant’Anna. Nei casi particolari o urgenti chiamare direttamente l’Elemosiniere: 348 1300123.

Quindi, adesso chiude anche l’Elemosineria Apostolica, dopo la chiusura nei giorni scorsi della Casa “Dono di Maria”, nella Città del Vaticano con ingresso da piazza Sant’Uffizio, affidata alle Missionarie della Carità.

“Quando nacque questa casa, la beata Madre Teresa volle chiamarla ‘Dono di Maria’, quasi auspicando che qui si possa sperimentare sempre l’amore della Santa Vergine. Per chiunque venga a bussare alla porta, è infatti un dono di Maria sentirsi accolto dalle braccia amorevoli delle suore e dei volontari”. Lo disse Papa Benedetto XVI, all’inizio dell’incontro del 4 gennaio 2008 alla Casa “Dono di Maria”, fondata più di trent’anni fa Santa Teresa di Calcutta.

L’Elemosineria Apostolica è l’Ufficio della Santa Sede che ha il compito di esercitare la carità verso i poveri a nome del Sommo Pontefice. Il Papa Leone XIII, allo scopo di favorire la raccolta di fondi per le opere di carità affidate alla Elemosineria, ha delegato all’Elemosiniere la facoltà di concedere la Benedizione Apostolica a mezzo di diplomi su carta pergamena, i quali per essere autentici devono avere la firma dello stesso Elemosiniere e il timbro a secco del suo Ufficio. Al riguardo occorre far rilevare che i costi indicati per la concessione della Benedizione Papale si riferiscono unicamente al diploma, alle spese per la preparazione e spedizione dello stesso e ad un contributo per la carità del Papa. Tutte le entrate che pervengono alla Elemosineria Apostolica, soprattutto come offerte per il rilascio dei diplomi di Benedizione, sono interamente devolute per la carità che questo Ufficio esercita direttamente verso i bisognosi che ogni giorno nelle loro necessità tendono la mano al Successore di Pietro.

Nel frattempo duole di dover costatare che il Papa regnante ancora continua con le Udienze. Infatti, Papa Francesco ha ricevuto questa mattina in Udienza (ed è legittimo domandare se erano veramente indispensabili, quali argomenti di estrema urgenza sono stati trattati, che non potevano essere rinviati “a data da destinarsi”… e per quanto riguarda l’Ambasciatore del Giappone “in congedo”, non penso che sarebbe stato visto come una gaffe diplomatico se sarebbe partito senza la visita, anche se, ovviamente, non avrebbe avuto la sua “photo opportunity”):
– S.E. Mons. Giacomo Morandi, Arcivescovo tit. di Cerveteri, Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede;
– Em.mo Card. Francesco Coccopalmerio, Presidente emerito del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi;
– Dom Roberto D. Dotta, O.S.B., Abate dell’Abbazia di San Paolo fuori le Mura;
– Em.mo Card. Stanislaw Rylko, Arciprete della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore;
– Em.mo Card. Giovanni Battista Re, Decano del Collegio Cardinalizio;
– S.E. il Signor Yoshio Mattew Nakamura, Ambasciatore del Giappone, in visita di congedo.
Ribadisco nuovamente, quello che avevo scritto il 7 marzo 2020:

Infine, va sottolineato che il Santo Padre alla Domus Sancta Marthae non è al sicuro, perché in queste albergo a cinque stelle vivono e lavorano centinaia di persone; cucina, ristorante e locali annessi vengono frequentati da cuochi, camerieri e addetti.
Il Santo Padre farebbe bene a raggiungere – finalmente, e restarci – l’Appartamento pontificio al Palazzo apostolico, ormai chiuso dal 2013 e aperto solo per gli Angelus Domini festivi. O meglio ancora, potrebbe trasferirsi temporaneamente negli Appartamenti pontifici della Villa pontificia di Castel Gandolfo, luogo ideale in questo momento per isolarsi.
Paradossalmente è più al sicuro il Papa emerito Benedetto XVI, isolato nel Monastero Mater Ecclesiae nei Giardini vaticani.
C’è il rischio di rimanere con un Papa emerito senza un Papa regnante, colto impreparato dal Sars-CoV-2. Sarebbe la beffa, insieme al danno e un dramma impensabile.
La Città del Vaticano si fermi finché è in tempo, altrimenti la situazione potrebbe diventare irrecuperabile.

Quel giorno, sabato 7 marzo eravamo a 5.883 contagiati (1.247 in più rispetto a venerdì), di cui 233 decedute (+ 36) e 589 guarite (+66). I pazienti ricoverati con sintomi sono 2.651 (+257), di cui 567 sono in terapia intensiva (+105) e 1.843 sono in isolamento domiciliare fiduciario (+783).

Ieri, mercoledì 11 marzo (4 giorni dopo) i numeri erano saliti già a 12.462 contagiati (più che raddoppiati), le persone attualmente positive 10.590, 827 deceduti (+594) e 1.045 guariti (+456). Tra gli 10.590 positivi: 3.724 si trovano in isolamento domiciliare (+2.941), 5.838 ricoverati con sintomi (+3.387), 1.028 in terapia intensiva (+953).

Oggi, giovedì 12 marzo, l’aggiornamento delle ore 18: 15.113 contagiati (+2.652 rispetto a ieri), le persone attualmente positive 12.839 (+2.249 rispetto a ieri), 1.016 deceduti (+189) e 1.258 guariti (+213). Tra gli 12.839 positivi: 5.036 si trovano in isolamento domiciliare (+2.095), 6.650 ricoverati con sintomi (+812), 1.153 in terapia intensiva (+200).

Un quadro alquanto chiaro… e preoccupante (Sars-CoV-2 e Cina: c’è anche l’altra parte della medaglia. Chi sa pregare, prega la Stella del Cielo).

E il picco non è ancora arrivato…

In questo contesto, va vista anche l’odierno appello del Papa regnante, iniziando la seconda Messa trasmessa in diretta streaming dalla Cappello dello Spirito Santa a Domus Sanctae Marthae e offerta, anche oggi, per chi soffre a causa del Sars-Cov-2 e per chi cura gli ammalati: “Preghiamo il Signore anche per i nostri sacerdoti, perché abbiano il coraggio di uscire e andare dagli ammalati, portando la forza della Parola di Dio e l’Eucarestia e accompagnare gli operatori sanitari, i volontari, in questo lavoro che stanno facendo”.
Quindi, Papa Francesco invita i sacerdoti ad uscire per portare “la forza della Parola di Dio e l’Eucarestia”, ciononostante che il Dpcm di ieri parla chiaro: tutti gli spostamenti (anche a piedi) se non sono strettamente essenziali e necessari non si possono fare e devono essere autorizzati e specificati con autocertificazione (anche per i pedoni). Allo stato attuale, anche la consegna “della Parola di Dio e l’Eucarestia” da parte dei sacerdoti a persona malata a domicilio non è consentita, a meno che non ci sia un autorizzazione “speciale”, tramite un accordo bilaterale Conferenza Episcopale Italiana-Presidenza del Consiglio dei ministri italiano, che consenta di fare questo. In assenza di questa disposizione di legge, il Vescovo di Roma invita i sacerdoti in Italia a fare ciò che lo Stato italiano al momento non consente di fare, non come un consiglio, ma come obbligo di legge. I motivi degli spostamenti sono tre: lavoro, salute e stato di necessità. Va detto per inciso, che queste osservazioni non vogliono significare che “la consegna a domicilio” della Parola di Dio e dell’Eucarestia a persone malate non sarebbe una necessità (personalmente ritengo assolutamente di sì), ma che – al momento -, non rientra in nessuna di queste categorie (e perciò sarebbe bene che la Conferenza Episcopale Italiana si dia una bella mossa al riguardo e sarebbe consigliabile che nel frattempo il Capo di Stato dello Stato della Città del Vaticano si astenesse di esprimersi sull’argomento). Ricordo che già ho condiviso oggi una discussione tra due giuristi sulla questione della proibizione delle Messe.

Infine, ricapitoliamo di seguito i servizi dei Dicasteri e degli altri enti della Santa Sede o ad essa collegati e del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano chiusi e aperti:
– Straordinari azzerati.
– Chiusa la Mensa di servizio dei dipendenti e maestranze.
– Chiusa al pubblico i Musei Vaticani.
– Sospese le visite ai Giardini Vaticani.
– Chiusa la Basilica Vaticana, la Cupola e il Necropoli, e di conseguenza anche la Piazza di San Pietro.
– Chiusa il Magazzino Economato.
– Chiusura lo IOR (apertura interna solo per operazioni istituzionali degli enti religiosi e gli esterni sono invitati ad eseguire solo procedure telematiche).
– Chiusa la Casa “Dono di Maria”.
– Chiusa l’Elimosineria Apostolica (dal 14 marzo 2020).
Restano aperti al momento: Annona (supermercato), Farmacia e Poste.
Per la farmacia si registrano una media di 90/100 ingressi al giorno, sempre in modo contingentato, entra solo chi ha titolo di accesso, senza accompagnatori o ospiti, con le file di attesa predisposte all’esterno, mantenendo le note distanze di sicurezza.
Le Guardie svizzere e i Gendarmi vaticani hanno intensificato i controlli agli ingressi di frontiera (su veicoli, merci e persone in transito), per le opportune misure di verifica degli accessi allo Stato della Città in Vaticano. Hanno in dotazione all’occorrenza guanti monouso e sono invitati a rispettare le misure di distanza di sicurezza.
La Direzione di Sanità ed Igiene resta attiva per quanto concerne il Soccorso medico e la Guardia medica, mentre restano chiusi il laboratorio analisi, le sezioni diagnostiche di radiologia ed ecografia, la medicina del lavoro, la medicina fiscale e la sorveglianza sanitaria programmata. Ricordiamo che le cinque persone poste in quarantena sono tutti operatori sanitari e dipendenti della DSI. Lo stato di salute di queste cinque persone non e al momento stato rivelato dalla comunicazione della Santa Sede.
È opportuno dedicare un discorso a parte per la struttura vaticana che di fatto e il Ministero della sanità dello Stato della Città del Vaticano, che avrebbe dovuto operare attività preventiva di controllo, soprattutto sulla provenienza delle persone convocate per le visite mediche di assunzione come per il sacerdote originario di Bergamo (la nota zona super-rossa della Lombardia), il quale è stato convocato senza alcuna riserva. Tale mancato controllo sulla sua provenienza, ha di fatto creato un serio pericolo per l’incolumità individuale della popolazione dello Stato della Città del Vaticano, dei residenti, dei cittadini, dei funzionari e impiegati, dei visitatori e degli ospiti. Il monsignore bergamasco ad oggi è ufficialmente il solo caso positivo al Sars-CoV-2, mentre si attendono le comunicazioni sullo stato di salute delle cinque persone della DSI poste in quarantena.

Postille

In questo mio pezzo per il pomeriggio-di pestilenza-nei-tempi-che-corrono (mala tempora currunt sed peiora parantur… corrono brutti tempi ma se ne preparano di peggiori), ho dato un aggiornamento su numeri e servizi, per fare il punto della situazione (mentre nei giorni precedenti ero occupato con altro), perché di fatto da oggi (dopo l’ufficialità del Dpcm del premier Giuseppe Conti più restrittivo) e dopo la riunione odierna, convocata dal Segretario di Stato di Sua Santità, Sua Eminentissimo Signor Cardinale Pietro Parolin con i massimi vertici della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano, si entra – di fatto – in una nuova fase. La Santa Sede è costretta a impegnarsi per prendere le opportune misure che manterranno “in vita” lo Stato della Città del Vaticano, uno stato chiuso come enclave di uno stato chiuso.
Una situazione, se ho una corretta contezza della storia moderna, ritengo senza precedenti in tempo di pace. Infatti, siamo in guerra, solo che il nemico non si vede… solo i suoi danni, che vanno oltre i contagiati, i ricoverati in intensiva, i malati ai domiciliari (in Polonia quelli in quarantena vengono controllati ogni ore dalla polizia…), i guariti… e i morti.
Nessuno è al sicuro, se non rimane in casa.
E soprattutto, non dimenticare la “danza macabra”… “memento mori” (ricordati che morirai), di cui questa mattina.
Il virus è uguale per tutti.

Ci risentiamo stasera, con notizie dalla Polonia…

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Adottate alcune misure volte ad evitare la diffusione del Sars-CoV-2 alla Santa Sede e in Vaticano – 8 marzo 2020

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