Sars-CoV-2 e Cina: c’è anche l’altra parte della medaglia. Chi sa pregare, prega la Stella del Cielo!

Condividi su...

Condivido, a seguito della notizia che in Cina il Sars-CoV-2 sarebbe stato vinto dal regime totalitario comunista cinese, l’articolo di Leone Grotti su Tempi di ieri, 11 marzo 2020.
Faccio seguire il video-appello di Ferdinando Avarino, di Vicedirettore della televisione Antenna Tre del Gruppo Media Nordest, che commenta l’energico invito del Governatore Zaia a rimanere a casa: «Non è un’influenza normale, vi faccio vedere io i ragazzi intubati: smettetela di diffondere stupidaggini».
Infine, riporto il Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell’11 marzo 2020 (da notare in particolare l’ultima riga dell’Allegato 2).

La situazione del contagio Sar-Cov-2 in italia alle ore 18.00 di ieri, 11 marzo 2020: 12.462 i casi totali, le persone attualmente positive sono 10.590, 827 deceduti e 1.045 guariti. Tra gli 10.590 positivi: 3.724 si trovano in isolamento domiciliare, 5.838 ricoverati con sintomi, 1.028 in terapia intensiva.

I primi due casi in Italia, una coppia di turisti cinesi, sono stati confermati il 30 gennaio 2020 dall’Istituto Spallanzani di Roma, dove sono stati ricoverati in isolamento dal 29 gennaio, dichiarati guariti il 26 febbraio. Il primo caso di trasmissione secondaria si è verificato nel comune di Codogno (provincia di Lodi in Lombardia), il 18 febbraio 2020.

Per rendere l’idea…

Ieri, 11 marzo 2020 alle ore 21.30 ho condiviso sul mio diario Facebook un servizio di YouMedia: «Coronavirus, a Wuhan si festeggia: dimesso l’ultimo paziente dagli ospedali mobili. Medici e infermieri giunti da ogni parte della Cina, per garantire un servizio durante l’emergenza Coronavirus negli ospedali mobili costruiti in pochi giorni a Wuhan, cantano e gioiscono dopo la notizia dell’ultimo paziente guarito”, postando nel contempo: «Un amico mi scrive: “Non abbiamo la loro mentalità, la loro serietà, il loro rispetto delle regole. Siamo lontani anni luce dai loro risultati. Anche se abbiamo medici eccellenti, abbiamo un popolo di incoscienti e siccome per sconfiggere questo virus bisogna fare gioco di squadra, i medici da soli senza il popolo che collabora rigorosamente non possono fare molto. Più virologi eminenti hanno detto, che se non si riesce a debellare un virus, lo stesso si fermerà da solo dopo aver contagiato il 60/70% della popolazione. Questo si prospetta come il destino dell’Italia, a meno che non avvenga un miracolo”.

Oggi aggiungo, visto che stiamo in casa, con tanto tempo a disposizione (la Divina Provvidenza permettendo), chi sa pregare, prega!

«Nella pestilenza che fu in Coimbra l’anno 1317 stavano con grandissimo timore le Suore del Monistero di santa Chiara per esser la loro stanza vicina all’infezione e poco discosta; stando dunque in pensiero di fuggire sentono bussar la porta, v’accorrono e trovano un pellegrino che dalle fattezze fu giudicato essere stato san Bartolomeo, da esso sono consolate ed esortate a recitare spesso alla Madre di Dio quel che era scritto in una carta che diede loro e si partì. Elleno recitarono ogni giorno in coro e privatamente quell’Antifona, né furono tocche dal morbo benché per tutto bruciasse quell’incendio» (Tommaso Auriemma, S.I., “Affetti scambievoli fra la Vergine Santissima e i suoi devoti”, Venezia 1712).

Stella Cæli Extirpavit

La Stella del Cielo,
che diè latte al Signore,
distrusse la peste della morte,
che fu introdotta al mondo dal progenitore degli uomini.
Si degni ora la medesima Stella placare il cielo,
che irato contro la terra
distrugge i popoli con la crudele piaga di morte.
O pietosissima Stella del mare,
Tu ne scampa dalla peste.
Sii propizia alle nostre preghiere, o Signora,
perché il tuo Figliuolo,
che nulla a Te nega, ti onora.
O Gesù, salva noi,
pei quali ti prega la Vergine tua Madre.
Prega per noi, Santa Madre di Dio.
E saremo degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo.
Dio di misericordia, Dio di pietà, Dio di perdono, che ti movesti a compassione dell’afflizione del tuo popolo, e dicesti all’Angelo che percoteva il tuo popolo: Arresta il tuo braccio per amore di quella gloriosa Stella, dal cui prezioso petto succhiasti dolcemente il latte contro il veleno dei nostri peccati; vieni in nostro aiuto con la tua divina grazia affinché per intercessione della Beata Vergine Maria tua Madre e del Beato Bartolomeo Apostolo tuo diletto, siamo certamente liberati da qualsiasi contagio pestifero e dalla morte improvvisa, e siamo salvati da ogni pericolo di perderci. Per te, Gesù Cristo, Re della gloria, che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

Stella Cæli extirpavit,
Quae lactavit Dominum,
Mortis pestem, quam plantavit
Primus parens hominum.
Ipsa Stella nunc dignetur
Sidera compescere,
quorum bella plebem cædunt
dirae mortis ulcere.
O piissima Stella maris,
A peste succurre nobis.
Audi nos, Domina,
Nam Filius tuus
Nihil negans te honorat.
Salva nos, Iesu,
pro quibus Virgo Mater te orat.
Ora pro nobis, Sancta Dei Genitrix.
Ut digni efficiamur promissionibus Christi.
Oremus.
Deus, misericordiæ, Deus pietatis, Deus indulgentiæ, qui misertus es super afflictionem populi tui, et dixisti Angelo percutenti populum tuum: Contine manum tuam ob amorem illius Stellæ gloriosæ, cuius ubera pretiosa contra venenum nostrorum delictorum quam dulciter suxisti; praesta auxilium gratiæ tuæ, ut intercedente Beata Virgine Maria Matre tua et Beato Bartholomæo apostolo tuo dilecto, ab omni peste et improvisa morte secure liberemur, et a totius perditionis incursu misericorditer salvemur. Per te, Iesu Christe Rex gloriae, qui vivis et regnas in sæcula sæculorum. Amen.

Coronavirus, il modello cinese ha causato il disastro. Altro che «imitarlo»
di Leone Grotti
Tempi, 11 marzo 2020
Oms e giornali di casa nostra elogiano il regime comunista per aver arginato l’epidemia. Dati, numeri e storie per smontare il «successo» di Pechino
Oggi che l’Italia è in enorme difficoltà nel contenere l’epidemia di coronavirus, spuntano come funghi gli elogi al «sistema autoritario cinese». Il regime ha quasi fermato il contagio: ieri si sono registrati appena 20 nuovi casi, contro gli oltre 3.000 di un mese fa, e neanche uno fuori dall’Hubei, la provincia che ospita l’epicentro dell’epidemia, la città di Wuhan. Qui i suoi 11 milioni di abitanti da un mese non possono uscire di casa e le strade assomigliano a quelle di una città fantasma. Circa 60 milioni di persone sono state messe in quarantena in tutto il paese, 14 ospedali sono stati costruiti in pochi giorni per accogliere i nuovi malati e chi nasconde i sintomi dell’infezione può essere condannato a morte. L’approccio estremo di Pechino è stato definito «coraggioso» dall’Oms, che l’ha valutato come «lo sforzo di contenimento della malattia più ambizioso, agile e aggressivo della storia», mentre per il Corriere della Sera il modello cinese è «da seguire».
SE IL MONDO È NEI GUAI È COLPA DEL REGIME
È vero che l’assenza di democrazia ha permesso ad esempio al governo cinese di sospendere il campionato di calcio, causando perdite milionarie ai club, senza incassare proteste di alcun tipo e di mettere in quarantena 60 milioni di persone senza che nessuno battesse ciglio. Ma la natura autoritaria del governo cinese, così efficiente quando si tratta di obbligare e reprimere, è anche quella che ha permesso al virus di circolare indisturbato per almeno due mesi. Se oggi l’Italia (e presto la Francia, la Germania e chissà quanti altri paesi) si trova in ginocchio è perché a inizio dicembre la Cina non ha rivelato la presenza di abitanti di Wuhan in ospedale con gravi sindromi respiratorie simili a quelle causate dalla Sars.
Ed è sempre per colpa del sistema autoritario cinese che quando un medico, Li Wenliang, oggi osannato da tutti i media cinesi e del mondo, si è accorto dell’esistenza di un nuovo virus e ha avvertito i suoi colleghi, invece che essere ascoltato, è stato convocato da polizia e Partito comunista che gli hanno ordinato di negare tutto. Il sistema autoritario cinese non voleva fare brutta figura, soprattutto in un momento in cui doveva svolgersi il congresso provinciale del Partito a Wuhan, e voleva preservare se stesso a discapito della salute della popolazione.
«FALSITÀ, LE AUTORITÀ MENTONO»
E perché, nonostante gli ospedali di Wuhan fossero da giorni strapieni e senza più posti, nessun giornale ha lanciato l’allarme? Perché il sindaco della città non ha detto nulla fino al 23 gennaio, permettendo a tutti i suoi abitanti di uscire liberamente da Wuhan e infettare l’intero territorio della Cina e di conseguenza i paesi di tutto il mondo (perché il contagio è partito dalla Cina, cara Cnn, non dall’Italia)? Semplice: perché il sistema autoritario cinese ha impedito la diffusione di informazioni, sia da parte della stampa che delle autorità locali, fino a quando il segretario del Partito comunista Xi Jinping non ha lanciato l’allarme il 23 gennaio. La Cina ha già avuto 80.924 casi e 3.136 decessi: quanti di questi sarebbero stati evitati se la Cina fosse stata una democrazia?
Oms e giornali si sperticano in lodi al sistema della quarantena cinese, ma non si chiedono perché quando venerdì 6 marzo la vicepremier Sun Chunlan si è recata a Wuhan per verificarne l’andamento, centinaia di persone si sono arrischiate ad affacciarsi dai balconi dei palazzi blindati per gridare: «Falsità, solo falsità, le autorità mentono». I cinesi non capiscono e non vedono quanto il loro sistema sia desiderabile? Il punto è un altro: i cinesi conoscono davvero il sistema e non si fermano agli specchietti per le allodole.
QUANTE PERSONE ABBANDONATE IN QUARANTENA
Quante persone, infatti, come il nonno di Zhang Bella, si sono ammalate a Wuhan, hanno cercato invano posto in ospedale, non hanno mai fatto il tampone nonostante presentassero tutti i sintomi del Covid-19 e sono stati messi frettolosamente in quarantena, abbandonati dalle autorità e morti da soli nel letto di casa? Il signor Zhang è stato immediatamente cremato da un’agenzia funebre senza che la sua morte fosse ascritta al virus. L’Oms elogia il governo comunista perché in Cina il coronavirus avrebbe un tasso di mortalità di appena il 3,8%, mentre in Italia già sfiora il 5%. Ma com’è possibile credere alle cifre di Pechino? Quanti signor Zhang ci sono stati in Cina?
A Lianshui, nella provincia dello Jiangsu, un’intera famiglia è stata blindata in casa con sbarre di metallo dalle autorità locali. Sulla porta è stato appeso il cartello: «In questa casa vive una persona rientrata da Wuhan. È vietato toccare». La famiglia ha confessato che sarebbero tutti morti di fame se un vicino, mosso a compassione, non gli avesse calato dal balcone del cibo. Simili metodi di quarantena forzata sono stati applicati in tutta la Cina da zelanti funzionari del Partito. Quante famiglie non hanno avuto la stessa fortuna di quella di Lianshui e sono decedute? Non lo sappiamo, ma come si fa a elogiare la quarantena con caratteristiche cinesi davanti a simili eccessi?
«GUARITI», EPPURE MORTI
E ancora, c’è bisogno di ricordare la vicenda di Yan Xiaowen, chiuso in quarantena insieme al figlio minore e costretto ad abbandonare il figlio maggiore, affetto da paralisi cerebrale, in casa da solo? Le autorità locali della contea di Hongan (Hubei) avevano giurato al padre che si sarebbero presi cura di lui, invece l’hanno lasciato morire di fame in mezzo ai suoi escrementi. «La verità è che è morto e basta», hanno risposto i funzionari del partito locale all’inchiesta seguita al caso. Quante persone, come il figlio di Yan Xiaowen, sono morte per colpa di un sistema autoritario tanto efficiente quanto disumano?
Circa 57 mila persone sono guarite in Cina dal Covid-19, eppure ci sono delle storie che portano a dubitare dei numeri ufficiali rilasciati dalle autorità. Li Liang, come raccontato da Caixin, è stato dichiarato definitivamente guarito il 25 febbraio e posto in quarantena a Wuhan per altre due settimane, come previsto dagli stringenti regolamenti tanto elogiati dai giornali. In quarantena ha cominciato a sentirsi male di nuovo, ma nessun medico lo ha visitato perché il suo caso era risolto e il 5 marzo è stato trovato morto nella sua stanza di hotel dalla moglie. Le tac presentavano ancora problemi ai polmoni ma Li Liang era stato dimesso ugualmente e oggi è ancora contato dalla Cina come un caso medico di successo. Quante persone come Li Liang si trovano tra quei 57 mila “guariti”?
ECCO COME «RIPARTE» L’ECONOMIA IN CINA
Tutti questi dettagli ovviamente non sono mai menzionati da chi liscia il pelo al regime comunista in Cina e poi denuncia il pericolo fascismo in Italia. L’unico problema della quarantena a oltranza riguarderebbe i suoi effetti nefasti sull’economia. Ma Pechino ha dichiarato che l’economia in Cina è già ripartita, fornendo a tutto il mondo dati inequivocabili. Peccato che, ha scoperto Caixin, i numeri sono tanto affidabili quanto quelli delle persone guarite che si godono la convalescenza al cimitero. Infatti, hanno rivelato molti imprenditori al giornale, il governo centrale calcola la ripresa economica di fabbriche e aziende in base al consumo di energia. Per questo, chiede a tutti i segretari locali del Partito comunista di rispettare certe quote di elettricità consumata. I segretari si rifanno sui proprietari delle aziende, che a loro volta azionano e fanno andare anche tutta la notte macchinari, luci e condizionatori. Le aziende però restano vuote e i dipendenti a casa per mancanza di lavoro. Così le quote sono rispettate e l’economia riparte sulla carta anche se nella realtà non cambia niente. «Falsità, solo falsità», come gridavano gli abitanti di Wuhan a Sun Chunlan.
Se a queste storie aggiungiamo che quei medici, giornalisti, professori universitari e singoli cittadini che hanno provato a denunciare sia l’epidemia sia gli errori del governo sono stati arrestati, forse ai tanti leoni da tastiera che popolano il web nostrano non conviene molto elogiare il sistema autoritario cinese. Il governo italiano deve migliorare la gestione dell’emergenza, smettendola di inviare segnali contrastanti e confusi, certo, la gente deve comprendere la gravità della situazione e rispettare le direttive, senza dubbio, ma se proprio dobbiamo rifarci a un modello guardiamo alla Corea del Sud. E lasciamo perdere la Cina, dove il virus è stato bloccato dall’eroismo dei cinesi di Wuhan e non dal governo.

Dipende solo da noi la soluzione del problema. Il video di Ferdinando Avarino
+++Coronavirus: STATE A CASA!!! 2 milioni di veneti contagiati entro il 15 aprile. Ecco le previsioni. Rischiamo di svuotare gli ospedali per curare solo Covid-19. Zaia: “Voglio vedere le strade vuote”. Amici del Sud CONDIVIDETE! Preparatevi, state a casa!+++

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato il nuovo Dpcm recante ulteriori misure in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 sull’intero territorio nazionale.
Di seguito il testo del decreto.

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Vista la legge 23 agosto 1988, n. 400;
Visto il decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante «Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19» e, in particolare, l’articolo 3;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 23 febbraio 2020, recante “Disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 45 del 23 febbraio 2020;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 25 febbraio 2020, recante “Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 47 del 25 febbraio 2020;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1̊ marzo 2020, recante “Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 52 del 1̊ marzo 2020;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 4 marzo 2020, recante “Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull’intero territorio nazionale”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 55 del 4 marzo 2020;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 marzo 2020, recante “Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 59 dell’8 marzo 2020;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 9 marzo 2020, recante “Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull’intero territorio nazionale pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.62 del 9 marzo 2020”;
Considerato che l’Organizzazione mondiale della sanità il 30 gennaio 2020 ha dichiarato l’epidemia da COVID-19 un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale;
Vista la delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, con la quale è stato dichiarato, per sei mesi, lo stato di emergenza sul territorio nazionale relativo al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili;
Considerati l’evolversi della situazione epidemiologica, il carattere particolarmente diffusivo dell’epidemia e l’incremento dei casi sul territorio nazionale;
Ritenuto necessario adottare, sull’intero territorio nazionale, ulteriori misure in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19;
Considerato, inoltre, che le dimensioni sovranazionali del fenomeno epidemico e l’interessamento di più ambiti sul territorio nazionale rendono necessarie misure volte a garantire uniformità nell’attuazione dei programmi di profilassi elaborati in sede internazionale ed europea;
Su proposta del Ministro della salute, sentiti i Ministri dell’interno, della difesa, dell’economia e delle finanze, nonché i Ministri delle infrastrutture e dei trasporti, dello sviluppo economico, delle politiche agricole alimentari e forestali, dei beni e delle attività culturali e del turismo, del lavoro e delle politiche sociali, per la pubblica amministrazione, e per gli affari regionali e le autonomie, nonché sentito il Presidente della Conferenza dei presidenti delle regioni;
DECRETA:
ART. 1
(Misure urgenti di contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale)
Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19 sono adottate, sull’intero territorio nazionale, le seguenti misure:
1. Sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità individuate nell’allegato 1, sia nell’ambito degli esercizi commerciali di vicinato, sia nell’ambito della media e grande distribuzione, anche ricompresi nei centri commerciali, purché sia consentito l’accesso alle sole predette attività. Sono chiusi, indipendentemente dalla tipologia di attività svolta, i mercati, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari. Restano aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie, le parafarmacie. Deve essere in ogni caso garantita la distanza di sicurezza interpersonale di un metro.
2. Sono sospese le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), ad esclusione delle mense e del catering continuativo su base contrattuale, che garantiscono la distanza di sicurezza interpersonale di un metro. Resta consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto. Restano, altresì, aperti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande posti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situati lungo la rete stradale, autostradale e all’interno delle stazioni ferroviarie, aeroportuali, lacustri e negli ospedali garantendo la distanza di sicurezza interpersonale di un metro.
3. Sono sospese le attività inerenti i servizi alla persona (fra cui parrucchieri, barbieri, estetisti) diverse da quelle individuate nell’allegato 2.
4. Restano garantiti, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie, i servizi bancari, finanziari, assicurativi nonché l’attività del settore agricolo, zootecnico di trasformazione agro-alimentare comprese le filiere che ne forniscono beni e servizi.
5. Il Presidente della Regione con ordinanza di cui all’articolo 3, comma 2, del decreto legge 23 febbraio 2020 n. 6, può disporre la programmazione del servizio erogato dalle Aziende del Trasporto pubblico locale, anche non di linea, finalizzata alla riduzione e alla soppressione dei servizi in relazione agli interventi sanitari necessari per contenere l’emergenza coronavirus sulla base delle effettive esigenze e al solo fine di assicurare i servizi minimi essenziali. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro della salute, può disporre, al fine di contenere l’emergenza sanitaria da coronavirus, la programmazione con riduzione e soppressione dei servizi automobilistici interregionali e di trasporto ferroviario, aereo e marittimo, sulla base delle effettive esigenze e al solo fine di assicurare i servizi minimi essenziali.
6. Fermo restando quanto disposto dall’articolo 1, comma 1, lettera e), del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 marzo 2020 e fatte salve le attività strettamente funzionali alla gestione dell’emergenza, le pubbliche amministrazioni, assicurano lo svolgimento in via ordinaria delle prestazioni lavorative in forma agile del proprio personale dipendente, anche in deroga agli accordi individuali e agli obblighi informativi di cui agli articoli da 18 a 23 della legge 22 maggio 2017, n. 81 e individuano le attività indifferibili da rendere in presenza.
7. In ordine alle attività produttive e alle attività professionali si raccomanda che:
a. sia attuato il massimo utilizzo da parte delle imprese di modalità di lavoro agile per le attività che possono essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza;
b. siano incentivate le ferie e i congedi retribuiti per i dipendenti nonché gli altri strumenti previsti dalla contrattazione collettiva;
c. siano sospese le attività dei reparti aziendali non indispensabili alla produzione;
d. assumano protocolli di sicurezza anti-contagio e, laddove non fosse possibile rispettare la distanza interpersonale di un metro come principale misura di contenimento, con adozione di strumenti di protezione individuale;
e. siano incentivate le operazioni di sanificazione dei luoghi di lavoro, anche utilizzando a tal fine forme di ammortizzatori sociali;
8. per le sole attività produttive si raccomanda altresì che siano limitati al massimo gli spostamenti all’interno dei siti e contingentato l’accesso agli spazi comuni;
9. in relazione a quanto disposto nell’ambito dei numeri 7 e 8 si favoriscono, limitatamente alle attività produttive, intese tra organizzazioni datoriali e sindacali.
10. Per tutte le attività non sospese si invita al massimo utilizzo delle modalità di lavoro agile.
ART. 2
(Disposizioni finali)
1. Le disposizioni del presente decreto producono effetto dalla data del 12 marzo 2020 e sono efficaci fino al 25 marzo 2020.
2. Dalla data di efficacia delle disposizioni del presente decreto cessano di produrre effetti, ove incompatibili con le disposizioni del presente decreto, le misure di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 marzo 2020 e del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 9 marzo 2020.
3. Le disposizioni del presente decreto si applicano alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione.
Roma, 11 marzo 2020
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
IL MINISTRO DELLA SALUTE
Allegato 1
COMMERCIO AL DETTAGLIO
Ipermercati
Supermercati
Discount di alimentari
Minimercati ed altri esercizi non specializzati di alimentari vari
Commercio al dettaglio di prodotti surgelati
Commercio al dettaglio in esercizi non specializzati di computer, periferiche, attrezzature per le telecomunicazioni, elettronica di consumo audio e video, elettrodomestici
Commercio al dettaglio di prodotti alimentari, bevande e tabacco in esercizi specializzati (codici ateco: 47.2)
Commercio al dettaglio di carburante per autotrazione in esercizi specializzati
Commercio al dettaglio apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni (ICT) in esercizi specializzati (codice ateco: 47.4)
Commercio al dettaglio di ferramenta, vernici, vetro piano e materiale elettrico e termoidraulico
Commercio al dettaglio di articoli igienico-sanitari
Commercio al dettaglio di articoli per l’illuminazione
Commercio al dettaglio di giornali, riviste e periodici
Farmacie
Commercio al dettaglio in altri esercizi specializzati di medicinali non soggetti a prescrizione medica
Commercio al dettaglio di articoli medicali e ortopedici in esercizi specializzati
Commercio al dettaglio di articoli di profumeria, prodotti per toletta e per l’igiene personale
Commercio al dettaglio di piccoli animali domestici
Commercio al dettaglio di materiale per ottica e fotografia
Commercio al dettaglio di combustibile per uso domestico e per riscaldamento
Commercio al dettaglio di saponi, detersivi, prodotti per la lucidatura e affini
Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet
Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato per televisione
Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto per corrispondenza, radio, telefono
Commercio effettuato per mezzo di distributori automatici
Allegato 2
Servizi per la persona
Lavanderia e pulitura di articoli tessili e pelliccia
Attività delle lavanderie industriali
Altre lavanderie, tintorie
Servizi di pompe funebri e attività connesse

Free Webcam Girls
151.11.48.50