Da Roma e Milano suppliche alla Madre di Dio per il bene dell’Italia

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“O Maria, tu risplendi sempre nel nostro cammino come segno di salvezza e di speranza. Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati, che presso la croce sei stata associata al dolore di Gesù, mantenendo ferma la tua fede. Tu, Salvezza del popolo romano, sai di che cosa abbiamo bisogno e siamo certi che provvederai perché, come a Cana di Galilea, possa tornare la gioia e la festa dopo questo momento di prova.

Aiutaci, Madre del Divino Amore, a conformarci al volere del Padre e a fare ciò che ci dirà Gesù, che ha preso su di sé le nostre sofferenze e si è caricato dei nostri dolori per condurci, attraverso la croce, alla gioia della risurrezione. Amen. Sotto la Tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta”.

E’ stata questa la preghiera con la quale papa Francesco con un messaggio registrato ha aperto la celebrazione della messa presieduta dal card. De Donatis, vicario della diocesi di Roma, al Santuario del Divin Amore, dove il popolo romano va a chiedere le grazie per la salute, che davanti alle telecamere ha invitato ad essere uniti nella preghiera:

“Siamo qui per gridare di essere salvati dal Signore per la sua misericordia; Maria è qui con noi e chiediamo la sua intercessione potente… Siamo qui ai tempi del coronavirus con tanta fede, ma anche con tanta angoscia. La vediamo nei volti delle persone, ma la sentiamo anche nel nostro cuore”.

Nell’omelia il vicario di Roma ha ripetuto le ultime parole di Gesù sulla Croce al Padre, ‘Alle tue mani affido il mio Spirito’, chiedendo di affidarsi alla misericordia di Dio: “Siamo qui per gridare con il salmo, salvaci Signore per la tua misericordia. Siamo con fede, ma anche con tante angoscia che sentiamo nel nostro cuore.

Anche il Signore ha provato questa angoscia, e questo ci consola. Pur nell’angoscia Gesù esprime la sua fiducia nel Padre. E’ la consapevolezza pertinente del cuore di Gesù. Nessuno può strapparlo dal Padre. La croce non è il segno della vittoria del maligno, ma Gesù l’abbraccia e diventa segno supremo del suo amore. Essere liberati dall’angoscia, Gesù l’affronta gettandosi nelle mani del Padre”.

Ed ha invitato il popolo a pregare Dio di liberare il popolo dal virus: “L’antidoto al momento presente è affidarsi alle mani di Dio, siamo in quelle mani e nessuno può strapparci da lì, neppure la morte. L’unica cosa che possiamo fare e mettersi in ginocchio, Dio conserverà la nostra umanità. Ci salverà dalla tentazione di pensare a noi stessi infischiandosene della vita degli altri, e ci spingerà nella fantasia della carità.

Per noi costretti a rinunciare a ricevere l’ Eucarestia è importante ricordare che il Signore ci ha fatto un solo corpo con Lui. Chiediamo la intercessione per essere liberati dal male del virus e chiediamogli di metterci nelle mani del Padre, pregando per i malati e per chi si prodiga per assisterli”.

E contemporaneamente alla supplica a Dio la diocesi di Roma ha avviato anche una raccolta fondi straordinaria a sostegno di medici, infermieri, operatori sanitaria: IT 25 E 05216 03229 0000 0009 2433; causale ‘Offerte emergenza coronavirus – Centro per la pastorale sanitaria’.

Anche a Milano, dalle terrazze del Duomo, mons. Mario Delpini, ha rivolto una preghiera alla ‘Madunina’, la cui statua (simbolo religioso e civile della città e della diocesi) sormonta la guglia maggiore: “O mia bela Madunina che te dominet Milan, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte… O mia bela Madunina che te dominet Milan, Maria, auxilium Christianorum, sostieni nella fatica i tuoi figli impegnati nella fatica logorante di curare i malati, dona loro forza, pazienza, bontà, salute, pace”.

L’arcivescovo ha pregato la Madre di Dio per sostenere il popolo nell’ora della prova: “O mia bela Madunina che te dominet Milan, Maria, mater amabilis, insegnaci l’arte di renderci amabili, nei momenti dell’apprensione suggerisci le parole buone che incoraggiano, nelle ore della solitudine ispira segni di sollecitudine per coloro che sono troppo afflitti, la delicatezza e il sorriso siano una seminagione di simpatia, nelle decisioni infondi sapienza, nessuno sia così preoccupato per se stesso da difendersi con l’indifferenza, nessuno si senta straniero, abbandonato”.

Alla Madonna l’arcivescovo di Milano ha chiesto di dare al popolo perseveranza, costanza e fermezza: “O mia bela Madunina che te dominet Milan, Maria, virgo fidelis, incoraggia la perseveranza nel servire, la costanza nel pregare, la fermezza nella fede, la nostra familiarità con Gesù ci aiuti a riconoscere Dio che è Padre, a rifiutare le immagini di un Dio lontano, indifferente, vendicativo, a credere nel Padre che dona il Suo Spirito per renderci figli nel Figlio, perché credendo abbiamo la vita, la vita eterna”.

Ed ha pregato di preservare tutti da ogni malattia o disgrazia: “O mia bela Madunina che te dominet Milan, Maria, refugium peccatorum, regina pacis, abbraccia tutti i tuoi figli tribolati, nessuno si senta dimenticato, non permettere che noi, in questo momento, ci dimentichiamo di coloro che soffrono vicino e lontano, per l’assurdità della guerra, l’ingiustizia insopportabile della  miseria, lo scandalo delle malattie che si possono facilmente guarire, la schiavitù delle dipendenze che il vizio, cercato e indotto, rende invincibili”.

Ed infine ha chiesto alla Madre di Dio di preparare tutti alla gioia: “O mia bela Madunina che te dominet Milan, Maria, causa nostrae laetitiae, prepara i nostri cuori alla gioia, perché la benedizione di Dio ci aiuti a essere protagonisti, tutti insieme, da tutte le genti, con ogni lingua, dialetto, cultura e religione di una storia lieta, solidale, semplice, operosa, fiera, perché la nostra terra sia una terra in cui sia desiderabile abitare”.

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