Restauro e conservazione architettonico della Real Cappella dei Borbone a Santa Chiara

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La cronistoria del progetto di restauro

Il desiderio che la storica e significativa Real Cappella dei Borbone nel Complesso monumentale di Santa Chiara a Napoli potesse ritornare agli antichi splendori, emerse nel corso della programmazione di una serie di iniziative, tra la Provincia dei Frati Minori di Napoli e il Real Circolo Francesco II di Borbone. Successivamente al Solenne Pontificale in onore di San Giorgio Martire a Santa Chiara nel 2019, il progetto sotto la direzione tecnica del Cavaliere di Giustizia l’Arch. Vittorio Talamo, fu proposto dal Presidente del Real Circolo di Francesco II di Borbone, Dott. Paolo Rivelli al Capo della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie, S.A.R. Don Pedro Duca di Calabria, che approvò e accettò di sponsorizzare i lavori.

Il Progetto di restauro e recupero tecnico funzionale della Real Cappella dei Borbone in Santa Chiara del 16 maggio 2019, redatto dalla Dafne Restauri s.r.l di Napoli, fu approvato il 28 giugno 2019 dai competenti Uffici della Curia Arcivescovile di Napoli che esercitano il controllo e la vigilanza sugli edifici religiosi e presentato per l’autorizzazione alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ritenuto che dall’insieme della documentazione presentata, le caratteristiche risultarono compatibili con le vigenti norme in materia di tutela del patrimonio di interesse storico-artistico, l’esecuzione dell’intervento di restauro fu auorizzata dal Soprintendente Arch. Luciano Carella e comunicata con lettera N. 10293 del 29 luglio 2019 a Padre Eduardo Parlato, Direttore dell’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici e Arte Sacra della Curia Arcivescovile di Napoli. Di seguito, il Fondo Culto-Beni Religiosi di proprietà dello Stato presso la Prefettura di Napoli competente per territorio ha dato l’approvazione definitiva al progetto esecutivo.

Quindi, si è potuto procedere in maniera spedita, per poter avere la Cappella restaurata in tempo per il Solenne Pontificale in onore di San Giorgio Martire del 25 aprile 2020 (che sarà presieduto dal Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo metropolita di Napoli), poiché nel frattempo era stata trovata anche una soluzione più che ragionevole per l’esecuzione dei lavori, affidati con il real consenso del Duca di Calabria alla Società Dafne Restauri s.r.l., che ha autosponsorizzato il restauro, accollandosi parte del costo dei lavori. La direzione dei lavori fu affidata, per la parte architettonico e organizzativa all’Arch. Vittorio Talamo de Vargas Machuca e per la parte restauro storico-artistico alla Dafne Restauri s.r.l. nelle persone della Restauratrice Agata Finocchiaro e del Restauratore e Titolare dell’impresa esecutrice dei lavori Michele Gargiulo, tutti a titolo gratuito. Inoltre, le ditte edili coinvolti hanno fornito gratuitamente anditi, impalcati, messa in sicurezza, materiali e manovalanza generica, consentendo di fatto una notevole riduzione dei costi gestionali dei lavori.

S.A.R. il Principe Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie, Duca di Calabria, Conte di Caserta, Capo della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie, Gran Maestro del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio con il Presidente del Real Circolo di Francesco II di Borbone, Gr. Uff. Dott. Paolo Rivelli (Foto di Maurizio Di Cesare).
S.A.R. il Principe Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie, Duca di Calabria, Conte di Caserta, Capo della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie, Gran Maestro del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio con il Presidente del Real Circolo di Francesco II di Borbone, Gr. Uff. Dott. Paolo Rivelli (Foto di Maurizio Di Cesare).

Quindi, in concerto con Fra Carlo D’Amodio, Ministro provinciale dei frati minori di Napoli e Caserta, e S.E. il Duca Diego de Vargas Machuca, Presidente della Real Commissione per l’Italia, la documentazione finale del progetto di restauro fu inviata alla Gran Cancelleria del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio a Madrid, proponendo a S.A.R. il Duca di Calabria, come Alta Supervisore dei lavori, di voler contribuire con un donativo a titolo di sponsorizzazione dei lavori e di delegare il Direttore dei lavori, l’Arch. Vittorio Talamo de Vargas Machuca per la firma del contratto con la Dafne Restauri s.r.l. per conto della Sacra Milizia, dando via libera all’inizio dei lavori.

Nella Relazione tecnica del Progetto di Restauro della Real Cappella dei Borbone a Santa Chiara, la Dafne Restauri s.r.l., a seguito delle indagini svolte, presa visione dei dati raccolti e valutate le esigenze della committenza – nello specifico la Real Commissione per l’Italia del Sacro Militare Ordine Costantiniano – ha tracciato gli obiettivi dei tecnici del restauro e della conservazione, le metodologie e le distinte fasi operative dell’intervento, che sono state documentate da un completo corredo fotografico effettuato prima, durante e dopo l’intervento, nonché di una dettagliata relazione tecnica che attesta la conformità delle opere eseguite rispetto a quelle autorizzate dagli Uffici competenti .

Foto di Vik van Brantegem.

Il lavoro di restauro e di conservazione

I tecnici del restauro e della conservazione hanno svolto con scrupolo e competenza il loro lavoro per ripristinare nel giusto valore storico, artistico e sentimentale un monumento che custodisce tanta storia di una Dinastia che ha dato alle popolazioni meridionali d’Italia dignità, autorevolezza e principalmente notevole progresso industriale, civile, scientifico e culturale, e solamente per un fato avverso e non certo per viltà, non poté completare la gloriosa opera.

Gli obiettivi che hanno voluto raggiungere:
– Studiare i manufatti e progressivamente utilizzare le appropriate risorse tecniche.
– Registrare ogni tappa del restauro in un apposito archivio, corredandole con fotografie.
– Utilizzare solo procedure e materiali molto semplici, ampiamente testati, non dannosi e reversibili.
– Rimuovere strati di sporcizia composti da fuliggine e sporco depositatisi nel corso degli anni.
– Rimuovere accrescimenti di attacchi biologici.
– Conservare le superfici su cui stanno avendo luogo altri processi deteriorativi.
– Restaurare integrando visivamente quelle aree in cui alcuni tipi di deterioramento hanno oscurato e/o sbiadito alcuni dettagli, ostacolando la percezione dell’opera, per esempio chiudendo e velando le aree suturate con un colore vicino a quello originale.
– Mantenere, in piccole aree ben definite, memoria fisica degli interventi di restauro che si erano precedentemente succeduti.

Foto di Vik van Brantegem.

L’affresco del XVIII secolo, sulla volta della Cappella, presentava un generico degrado. Erano evidenti zone lacunari sulla superficie del dipinto, dovuti probabilmente ad infiltrazioni di acqua, che conseguentemente hanno danneggiato la pellicola pittorica e si presupponeva anche l’intonaco di supporto, tale da provocare dei distacchi dal supporto murario e fenomeni di decoesione della pellicola pittorica, localizzati diffusamente su tutta la superficie. Inoltre, erano presenti dei depositi coerenti ed incoerenti, attacco biologico e stuccatura con materiali non idonei.

Sull’affresco sono state eseguite delle operazioni di restauro condotte da un operatore restauratore ed un collaboratore restauratore: rimozione di depositi superficiali incoerenti o parzialmente aderenti sulle superfici in buone condizioni di coesione; disinfezione; ristabilimento parziale della coesione e fissaggio della pellicola pittorica; di consolidamento; pulitura; stuccatura delle cadute di strati d’intonaco, di lesioni e fessurazioni e riduzione dell’interferenza visiva della superficie dipinta, delle abrasioni, delle cadute della pellicola pittorica al fine di restituire unità di lettura cromatica dell’opera.

Le lapide prima del restauro (Foto di Dafne Restauri s.r.l.).

I manufatti lapidei del XVIII secolo, posti sulla parete di destra, in commemorazione dei membri della Real Casa di Borbone, versavano in uno stato di conservazione pessimo. Le superfici erano ricoperte da strati di polvere e sporco sedimentario, presentarono fenomeni di ossidazione e cadute delle parti.

Le lapide dopo il restauro. Da sinistra: il Direttore dei lavori di restauro per la parte architettonico e organizzativa, Arch. Vittorio Talamo de Vargas Machuca; S.A.R. il Principe Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie, Duca di Calabria, Conte di Caserta, Capo della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie, Gran Maestro del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio; il Gran Cancelliere della Real Deputazione del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, S.E. Don Carlos Bárcena y Portolés, Ambasciatore di Spagna, Cavaliere di Gran Croce di Giustizia; il Delegato della Delegazione di Napoli e Campania del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, Nob. Manuel de Goyzueta dei Marchesi di Toverena, Cavaliere di Giustizia (Foto di Vik van Brantegem).

I manufatti di stucco del XVIII secolo, posti sulle tombe nella Cappella, presentavano in una stato di conservazione pessimo. Le superficie erano ricoperte da strati di polvere e sporco sedimentato, presentarono cadute delle parti dorate, distacchi di parti, sconnessioni e fenomeni localizzati di “collasso” degli ancoraggi del supporto.

Sui manufatti lapidei e di stucco sulle tombe sono state eseguite delle operazioni di restauro condotte da un operatore restauratore ed un collaboratore restauratore: rimozione a secco dei depositi incoerenti o parzialmente aderenti; consolidamento del supporto, localizzato o generalizzato, per conferire al marmo deteriorato proprietà meccaniche idonee alla funzione di supporto e riadesione di piccole parti; rimozione di elementi non idonei dalla struttura di ancoraggio, di contenimento o dal supporto di elementi che svolgevano un’azione dannosa per la conservazione dell’opera; pulitura della superficie; stuccatura per il ripristino volumetrico della superficie e della struttura; revisione estetica.

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