Mons. Delpini: fermiamoci con Gesù

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L’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, nella basilica di Agliate a porte chiuse ha presieduto la celebrazione eucaristica nella II domenica di Quaresima trasmessa in diretta grazie all’impegno di Rai3 e Tgr Lombardia, invitando i fedeli ad un gesto di responsabilità seguendo le regole prescritte: “Mi sembra che siamo chiamati a un senso civico e di responsabilità, a un’osservanza delle cautele prescritte, perché bisogna fare di tutto per contenere la diffusione del virus.

Questo tempo della prudenza ci chiede di domandarci cosa possiamo fare di bello, di utile, di costruttivo per noi e per gli altri, nel momento in cui non possiamo fare tante cose. Anche se non possiamo farlo fisicamente, vogliamo esprimere spiritualmente la dimensione di fede pregando gli uni per gli altri e volendoci bene. La comunione dei santi è più reale di una semplice presenza fisica: ci sentiamo un cuor solo e un’anima sola anche se non possiamo stringerci la mano o guardarci negli occhi”.

Ed in momento in cui la Lombardia è diventata ‘Zona rossa’ mons. Delpini ha spiegato come viaggiava Gesù, senza frenesia e sostando a dialogare: “I milanesi viaggiano di fretta. Perciò sorprende considerare come viaggia Gesù. E’ in viaggio verso la Galilea, si ferma però a parlare con la donna samaritana per un dialogo di straordinario interesse e poi si ferma addirittura due giorni.

Il suo modo di viaggiare è una rivelazione: più che la meta gli interessa la gente. Entra nel paese straniero e forse persino ostile nei confronti dei Giudei, come per dire: ho tempo per voi, mi sta a cuore la vostra vita, c’è nella vostra storia una verità più profonda della cronaca e dei pregiudizi, c’è una verità che trasfigura la vita e dona libertà e gioia.

Anche questo tempo strano e complicato, questo rallentarsi di tutto, questo rarefarsi di attività e di incontri, questo viaggio che si è interrotto e che provoca danni enormi all’economia e all’immagine della nostra terra, forse può contenere una occasione propizia per un dialogo con Gesù che si ferma accanto a noi, se ci fermiamo un po’”.

Evidente e inevitabile il riferimento al presente, con un invito a valorizzare questo tempo attuale come ha fatto la Samaritana per riscoprire l’essenzialità della vita: “Se ci fermiamo un po’ le cose ordinarie rivelano il loro significato più alto e necessario: l’acqua, il pane, il vino, il seme, il vento. Viviamo in un mondo che parla e rivela quello che Dio vuole dirci,  quello che Dio è: ce ne parla Gesù.

Dialogare con Gesù per interpretare gli affetti, i legami e le solitudini. Se ci fermiamo un po’ a dialogare con Gesù, possiamo imparare come interpretare gli affetti, i legami d’amore, la storia delle nostre relazioni.

La donna samaritana nel dialogo con Gesù si dichiara libera. La parola di Gesù dà un nome a questa libertà: tu non sei libera, sei sola; tu non sei libera, piuttosto sei stata più volte abbandonata. Anche noi possiamo entrare più profondamente nella dinamica degli affetti, reagire a quella che sembra una ovvietà indiscutibile che condanna alla precarietà dei legami e ritiene ineluttabile che l’amore sia destinato a spegnersi. Gesù suggerisce invece che l’amore è una decisione in cui è iscritta la vocazione alla fedeltà, l’intenzione di giungere fino al compimento. Il nome dell’amore che abita il tempo è fedeltà”.

E, ancora, fermarci con Gesù, può introdurci alla conoscenza di Dio, che non può essere racchiuso in un tempio, perché Egli è la vita: “Il dialogo con Gesù abbatte i pregiudizi spontanei che l’umanità e la tradizione religiosa si ostina a ritenere indiscutibili a proposito di Dio.

Che Dio possa essere contenuto in un tempio, quindi escluso dalla  vita;  che  Dio  chieda  adempimenti  devoti  circoscritti  in  un  tempo,  quindi  estraneo  alla  vita quotidiana; che Dio sia una potenza enigmatica che chieda sacrifici e comportamenti come condizioni per trattenere i suoi castighi sono pregiudizi su un Dio immaginario.

Il viaggio, senza fretta, di Gesù che attraversa la terra ostile di Samaria, è l’occasione per fermarsi un po’ con lui: egli accetta l’invito. Lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. In questo nostro tempo di vita rallentata, di attività sospese, di incertezze possiamo fermarci un po’ con Gesù e imparare il significato delle cose, la vocazione iscritta negli affetti, la verità di Dio”.

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