Madre Tekla Famiglietti: una vita per Cristo

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Era diventata amica di Fidel Castro per aprire dei conventi a Cuba ed in ogni parte del mondo apriva nuove case: madre Tekla Famiglietti per 37 anni abbadessa generale dell’Ordine del Santissimo Salvatore di Santa Brigida è morta all’età di 84 anni. Nel 2016 aveva lasciato la guida delle Brigidine. Il suo ultimo grande impegno come abbadessa è stata la canonizzazione di madre Elisabetta Hesselblad, che lei aveva conosciuto personalmente, nel giugno del 2016 a Roma.

Il suo lavoro ecumenico era un impegno continuo tanto che decise di offrire una piccola cappella del Convento di Piazza Farnese dove sono anche le camere dove visse Santa Brigida alla parrocchia della Chiesa di Svezia a Roma. Una vera ‘geografia missionaria’, come ha detto nell’omelia il card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, alla presenza degli ambasciatori di Svezia e Cuba e di una delegazione della Chiesa Luterana di Svezia:

“La supplica a Dio però si leva anche da questa terra, unendo alla loro voce quella di tante suore qui presenti e sparse nel mondo, in quella che si può definire la ‘geografia missionaria di Madre Tekla’, da Cuba all’India, dagli Stati Uniti e dal Messico all’Indonesia e alle Filippine, dai Paesi Scandinavi, al resto dell’Europa alla Terra Santa, Gerusalemme e Betlemme: molte comunità sono state visitate o addirittura fondate durante gli anni di governo della nostra sorella defunta, e ora continuano sotto la guida di Madre Fabia perché la luce che emana dal carisma dell’Ordine possa continuare a risplendere, come autentica eredità spirituale di Madre Tekla”.

Prendendo spunto dall’episodio di Elia il card. Sandri ha sottolineato il valore della speranza cristiana: “Nei nostri giorni di turbamento e angoscia, per quello che vediamo intorno a noi, per i drammi del mondo, quale lo scandalo della situazione della popolazione siriana e il dramma della carestia in molti Paesi dell’Africa, e nel dolore per la perdita di Madre Tekla, dalla sua fede impariamo a riaccogliere la speranza accesa in noi dall’incontro con Cristo, il Salvatore. Ella ha scritto: ‘Volevo e voglio sempre seguire Cristo, il cui infinito amore ho sempre visto risplendere nella mia vita’”.

Nell’invito ad affidarsi a Dio il celebrante ha riletto la vita della badessa: “Esistenze in uscita da se stesse, ancora ignare di farlo per Colui che in realtà non è tra i morti, ma il Vivente per sempre. In questa luce vogliamo rileggere l’esistenza di Madre Tekla, lei pure attratta dal Risorto, il cui olio di consolazione e letizia ha voluto spargere nel mondo, arrivando ad oltrepassare cortine che si pensavano impenetrabili e ad abbattere muri di decennale diffidenza e pregiudizio verso la Chiesa Cattolica: anche chi non conosceva la storia e i particolari, non  poteva non rimanere colpito dalla foto che la ritraeva durante uno degli incontri con il Lider maximo, Fidel Castro.

La lode a Dio, primo carisma dell’Ordine, in una liturgia solenne e ben curata, nella preghiera comune, diventa esistenza donata in riparazione, secondo pilastro per tutte le Religiose, come lei scrive: ‘Cerchiamo di fare in modo che la lode del Signore sia il sangue che ci scorre nelle vene: nella vita di tutti i giorni, nei compiti più banali e quotidiani che cerchiamo di svolgere con amore a Cristo, proprio come nella nostra liturgia giornaliera… Cristo è il Crocifisso. Non è possibile essere suora senza avere Cristo come il Tutto, sposando la sua missione, continuando la sua opera di redenzione dell’umanità. E questo possiamo farlo con ciò che siamo, piuttosto che con ciò che facciamo’”.

Ed infine ha descritto la sua spiritualità: “La spiritualità di santa Brigida e di Santa Elisabetta l’ha portata a far battere il suo cuore e a chiedere a se stessa e alle consorelle di continuare ad offrirsi per l’unità: ‘Ut unum sint’. Pur rispettando ‘l’ecumenismo negoziato dai teologi’ (come ebbe modo di definirlo), madre Tekla ha insistito ‘sull’unità tra individui, unità nelle famiglie, unità nella Chiesa e tra le diverse Chiese, unità in generale nel mondo di oggi, ma più di ogni altra cosa l’unità dentro noi stessi, l’unità personale con Dio e con il nostro essere interiore’. Spinta dalla certezza che ‘ogni anima è in cerca, cerchiamo Cristo insieme e preghiamolo insieme’ nell’ecumenismo dell’amicizia che le stava tanto a cuore, resosi evidente nel grande incontro tenutosi a Roma nel 1999 alla vigilia del Grande Giubileo”.

E non poteva mancare un accenno alla sua amicizia con san Giovanni Paolo II: “L’amicizia coi santi, l’amicizia ecumenica, e l’amicizia colma di affetto e di devozione sincera per i Pontefici, proprio sulle orme di santa Brigida. A San Giovanni Paolo II aveva detto: ‘Santo Padre, sia un tappeto, così che altri possano camminare su un terreno più morbido!’…

Sotto il manto di Maria Santissima, Vergine e Madre, per la preghiera delle Sante Brigida e Elisabetta, affidiamo la nostra sorella e Madre Tekla: ella ha camminato consapevole dei suoi limiti e insucessi, ma appoggiata alla Roccia, e giunta al pascolo che è la Croce”.   

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