“Il camper di Papa Francesco”, dalle periferie romane in Vaticano per l’emergenza Sars-CoV-2

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In Italia si sfiorano i 4000 contagiati da Sars-CoV-2 e si sta andando verso nuovo zone rosse (per quando anche il Vaticano zona rossa, visto che i casi di positività aumentano… vedi il Postscriptum). Organizzazione Mondiale della Sanità: “Non è detto che il virus sparisca col caldo”, che proprio non è una buona notizia (anche perché ci speravo).
Il pericolo è grande e anche dentro la Città del Vaticano qualcuno che comanda deve capire la gravità della situazione. Perché mi sembra che ancora non è stata ben compresa. Come ho scritto: le mura leonine non proteggono da tutto.

Già nella giornata di ieri, quando la Direzione di Sanità ed Igiene dello Stato della Città del Vaticano non ha più potuto utilizzare i locali della guardia medica, per i noti motivi di sanificazione di tutto il Palazzo del Belvedere [Sars-CoV-2 diffuso in Vaticano. L’ultimo che esce chiuda l’acqua e spenga luce e gas], il Direttore DSI Prof. Dott. Alfredo Pontecorvi Alfredo ha provveduto a posizionare l’unità mobile della DSI – noto come “il camper di Papa Francesco” (foto di copertina), che opera abitualmente nelle periferie romane – in Via della Posta (di fronte all’ingresso del FAS e el DSI) e rendendolo operativo per le necessità emergenziali sanitarie all’interno della Città del Vaticano.
Unitamente a ciò, tutte le ambulanze e le auto mediche del DSI sono state attivate (che si sono sentite ieri in Vaticano) e utilizzate anche per far fronte alla mole di lavoro extra, che nella giornata di ieri ha visto tutto il personale sanitario dello Stato della Città del Vaticano effettuare molti test epidemiologici con i tamponi, ai quali e stato sottoposto tutto il personale religioso e laico della Segreteria di Stato, nel piccolo presidio “da campo” allestito nel Cortile San Damaso dalla DSI per le indagini sanitarie necessarie.
A scopo precauzionale alcuni dipendenti della DSI, operanti presso “Ufficio Assunzioni” e “Sezioni Diagnostiche”, che sono venuti a contatto con il monsignore risultato positivo a covid-19, sono stati posti in quarantena preventiva.

Ecco come apparve questa mattina, sabato 7 marzo 2020 la zona di Via del Belvedere (ingresso di Porta Sant’Anna) nella Città del Vaticano. Effetto Sars-CoV-2.

Nella quarta e ultima puntata di “Cardine”, il WebDoc sulle attività misericordiose di Papa Francesco, prodotto nel dicembre 2018 dal Dicastero per la Comunicazione https://youtu.be/loibosEC2W8, è stata raccontato come sulle quattro ruote di questo grande camper bianco, “il camper di Papa Francesco”, viaggia la solidarietà del Papa e dell’Elemosiniere di Sua Santità Cardinale Konrad Krajewski, per portare “la speranza nelle periferie di Roma fra degrado, povertà, dolore e tante storie drammatiche”.

Lo chiamano “Penna Bianca”, che sembra il nome di un capo indiano. Eppure, Maurizio Cimino, soccorritore presso la Direzione di Sanità ed Igiene della Città del Vaticano, più che un capo è un servo umile. Un uomo, padre di tre bimbi, che ha detto sì al progetto di “Medicina Solidale”, realizzato grazie al supporto dell’Elemosineria Apostolica e rivolto agli ultimi. Li raggiunge con “il camper del Papa” portando conforto e speranza, ma anche cibo, medicine, vestiti, spazzolini da denti, giocattoli e tutto ciò che aiuta a sentirsi più “umani”.
Maurizio svolge attività di Pronto Soccorso durante le udienze e gli incontri papali e guida anche “il camper di Papa Francesco” per le periferie degradate di Roma. Il mezzo, che da centro mobile di rianimazione, è stato trasformato in un ambulatorio medico itinerante, ha tre posti letto e macchinari sanitari a bordo. Negli ultimi due anni, insieme ad un’equipe di medici e volontari, ha percorso più di 4 mila chilometri per Roma raggiungendo periferie fisiche ed esistenziali: campi rom, alberghi e fabbriche in disuso, diventati ricoveri per i senzatetto, scantinati, abitazioni occupate e famiglie. Non solo immigrati, ma anche italiani che non arrivano a fine mese e che senza i generi di prima necessità donati dall’Elemosineria non riuscirebbero ad andare avanti.
Di solito “il camper di Papa Francesco” esce un giorno a settimana, ma sono capitate anche uscite più ravvicinate per situazioni di emergenza sanitaria che venivano segnalate. E oggi funge da ambulatorio di emergenza nella “casa del Papa” stesso, diventato periferia anche’essa, causa epidemia Sars-CoV-2.

Postscriptum

La citazione
Un mio attento lettore mi segnala l’articolo di Giuseppe Aloisi su Ilgiornale.it di questa mattina, 7 marzo 2020, commentando “ultimamente sei molto citato”: “Le ricostruzioni di queste ore, però, suggeriscono come molti aspetti debbano essere tenuti sotto controllo. Teniamo per esempio in considerazione anche quello che ha fatto presente Vik van Brantegem su korazym.org: ‘Successivamente, da fonte certa ho saputo che nella Città del Vaticano ci sarebbe un secondo monsignore, che risulta positivo al Sars-CoV-2′. Ci sarebbe insomma la contezza di almeno un secondo caso di positività. Ma non è tutto”.

Aggiornamenti
A questo punto, posso aggiungere che ho saputo da fonte certa, che c’è anche una donna della Segreteria di Stato positiva al Sars-CoV-2. Quindi, sono 3 i casi di positività sicuri: una donna e due monsignori, di cui uno originario di Bergamo residente a Roma (e di cui conosco le generalità), più la donna della Segreteria di Stato. Però, posso confermare che ci sono altri casi sospetti.
In data odierna, dopo la giornata particolare di ieri, non si capisce perché la Farmacia vaticana sia ancora aperta normalmente, senza alcun “filtro” per l’accesso, con il consueto assembramento nei pressi di quello che il “modulo temporaneo” nel quale la Farmacia vaticana si è di fatto trasferita, in attesa della fine dei lavori di ristrutturazione dei locali (mentre è già stato ristrutturato locale della profumeria che si trova di fronte).
Ricordo che il locali della Farmacia vaticana fanno parte del Palazzo del Belvedere (il palazzo sede del FAS-Fondo Assistenza Sanitaria e DSI-Direzione di Sanità ed Igiene), dove ieri e stata effettuata la sanificazione chiudendo tutto il palazzo.
Gli Uffici del FAS e della DSI sono aperti con i dipendenti (del sabato mattina) e immagino solo per i servizi essenziali. Mi è stato confermato che gli assistiti FAS, che avevano prenotate delle analisi lunedì mattina, sono stati avvisati tutti, che lunedì il Laboratorio Analisi non sarà agibile.
Inoltre, confermo la chiusura dell’Archivio Apostolico Vaticano e della Libreria Editrice Vaticana. Per quanto riguarda altre chiusure, si sta valutando la chiusura anche dei servizi “non essenziali”, come per esempio la chiusura del Magazzino Economato, anche detto “dei tessuti o delle stoffe”, presso il Palazzo della ferrovia. Ricordo che la Nota del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano fa appunto riferimento alla chiusura di tutte le attività svolte in ambienti chiusi. Quindi, ora forse non è il caso di dare motivo agli esterni di poter accedere nel territorio dello Stato per l’acquisto di abiti, orologi, profumi, hi-fi e altri beni di lusso, in considerazione della situazione epidemiologica all’interno dello Stato, allo scopo di ridurre il rischio di diffusione del Sars-CoV-2, come recitano proprio le norme per il contenimento dell’infezione diramato dagli organi dello SCV, su indicazione della Direzione di Sanità ed Igiene.

Coronavirus, preoccupazione per il Vaticano: si parla di cinque casi
Il Vaticano alla prova del coronavirus: dopo la comunicazione della Sala Stampa sulla prima positività, spuntano voci su cinque casi
di Giuseppe Aloisi
Ilgiornale.it, 7 marzo 2020
Un caso di positività c’è di sicuro, ma le voci che si rincorrono attorno al Vaticano parlano di cinque persone che potrebbero essere state contagiate dal coronavirus.
E l’allerta nelle mura leonine non può che essere altissima. La giornata di ieri è stata interessata da un fatto circoscritto: siccome una persona è risultata positiva, allora gli ambulatori della Santa Sede sono stati chiusi. La Sala Stampa lo ha comunicato subito. Può sembrare una una notizia di routine – qualcosa di assolutamente consueto in questa fase così complessa per la nostra nazione e non solo – , ma ci si possono porre delle domande. Quali ambienti, quali Segreterie e quali sacri palazzi, potrebbe aver frequentato quella persona? Questa è, tra i quesiti che gli addetti ai lavori sono soliti esporre in queste ore, soprattutto in privato, quello che sorge spontaneo.
Per capirci qualcosa di più, magari in relazione ai palazzi che potrebbero essere stati chiusi, bisognerebbe operare da dentro. Aldo Maria Valli, che è un vaticanista di lungo corso, sul suo blog ha scritto quanto segue: “Da fonti interne abbiamo però appreso che i casi sospetti in Vaticano sarebbero cinque: riguarderebbero la Segreteria di Stato, lo Ior, l’Archivio apostolico, la Libreria vaticana e un sacerdote arrivato da Bergamo”. E il discorso, nel caso il quadro venisse confermato, cambierebbe. Il Vaticano può divenire un focolaio o essere descritto come un luogo dove dei contagi sono già avvenuti ? Nessuno può rispondere con certezza ad una domanda di questo tipo. Le ricostruzioni di queste ore, però, suggeriscono come molti aspetti debbano essere tenuti sotto controllo. Teniamo per esempio in considerazione anche quello che ha fatto presente Vik van Brantegem su korazym.org: ” Successivamente, da fonte certa ho saputo che nella Città del Vaticano ci sarebbe un secondo monsignore, che risulta positivo al Sars-CoV-2″. Ci sarebbe insomma la contezza di almeno un secondo caso di positività. Ma non è tutto.
In giornata, sempre sull’ultima fonte citata, si è appreso di un’ulteriore disposizione: “…il Personale dell’Archivio in Ruolo ed anche i Collaboratori siano lasciati liberi dal lavoro a partire da lunedì prossimo 9 marzo fino a nuova comunicazione”, si legge in documento ufficiale, che è stato pubblicato. Questo provvedimento più le contromisure che erano già state prese – per esempio quella di sospendere gli eventi che coinvolgono personale sanitario – lasciano intendere come l’attenzione, e non potrebbe essere altrimenti, stia interessando livelli altissimi di precauzione. Parliamoci chiaro senza girarci intorno: da quello che si è appreso su alcuni media britannici, Papa Francesco si sarebbe già sottoposto ad un tampone, che però è risultato negativo. Vale la pena sottolineare come dalla Santa Sede non abbiano commentato questa presunta rivelazione.
In Vaticano non dimora solo il Papa regnante, ma anche quello emerito, che com’è noto risiede nel monastero Mater Ecclesiae: anche la tutela di Joseph Ratzinger sarebbe divenuta ancor più prioritaria nel corso di queste settimane. Il Vaticano, in fin dei conti, si trova all’interno di uno Stato, anzi è uno Stato che, come tante altre realtà che in questi giorni sono state costrette a misurarsi con la diffusione del coronavirus, deve prendere delle contromisure.

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