I vescovi italiani: pregare per l’Italia e per il mondo

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Anche il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, è sceso ‘in campo’ nella battaglia contro il coronavirus con la richiesta di unità e di solidarietà, invitando a mettere da parte ogni polemica, dopo che sono stati diffusi, oggi, i dati dal commissario Angelo Borrelli: sono 3916 i malati per coronavirus, di cui sono guariti 503 in Italia, mentre i deceduti risultano 197, per un totale di 4616 persone.

Nel messaggio agli italiani il presidente Mattarella ha chiesto agli italiani senso di responsabilità: “L’insidia di un nuovo virus che sta colpendo via via tanti paesi del mondo provoca preoccupazione. Questo è comprensibile e richiede a tutti senso di responsabilità, ma dobbiamo assolutamente evitare stati di ansia immotivati e spesso controproducenti.

Siamo un grande Paese moderno, abbiamo un eccellente sistema sanitario nazionale che sta operando con efficacia e con la generosa abnegazione del suo personale, a tutti i livelli professionali. Supereremo la condizione di questi giorni”.

Quindi ha raccomandato agli italiani di seguire le indicazioni date per evitare di allargare la diffusione del virus, come lo stanno facendo nelle zone già colpite: “Desidero invitare tutti a osservare attentamente queste indicazioni, anche se possono modificare temporaneamente qualche nostra abitudine di vita. Rispettando quei criteri di comportamento, ciascuno di noi contribuirà concretamente a superare questa emergenza.

Lo stanno facendo con grande serietà i nostri concittadini delle cosiddette zone rosse. Li ringrazio per il modo con cui stanno affrontando i sacrifici cui sono sottoposti. Desidero esprimere sincera vicinanza alle persone ammalate e grande solidarietà ai familiari delle vittime”.

Ed infine ha chiesto a tutti i cittadini una particolare condivisione in tutti i settori della vita pubblica e privata, senza cedere ad imprudenze od ad allarmismi: “Il momento che attraversiamo richiede coinvolgimento, condivisione, concordia, unità di intenti nell’impegno per sconfiggere il virus: nelle istituzioni, nella politica, nella vita quotidiana della società, nei mezzi di informazione…

Care concittadine e cari concittadini, senza imprudenze ma senza allarmismi, possiamo e dobbiamo aver fiducia nelle capacità e nelle risorse di cui disponiamo. Dobbiamo e possiamo avere fiducia nell’Italia”.

Anche la Cei ha chiesto il rispetto delle regole adottate per sconfiggere il virus, ma al contempo ha invitato alla preghiera ed a celebrare la messa, con le dovute precauzioni, promuovendo i consueti ‘appuntamenti di preghiera che caratterizzano il tempo della Quaresima’: “La Chiesa condivide questa situazione di disagio e sofferenza del Paese e assume in maniera corresponsabile iniziative con cui contenere il diffondersi del virus.

Attraverso i suoi sacerdoti e laici impegnati continua a tessere con fede, passione e pazienza il tessuto delle comunità. Assicura la vicinanza della preghiera a quanti sono colpiti e ai loro familiari; agli anziani, esposti più di altri alla solitudine; ai medici, agli infermieri e agli operatori sanitari, al loro prezioso ed edificante servizio; a quanti sono preoccupati per le pesanti conseguenze di questa crisi sul piano lavorativo ed economico; a chi ha responsabilità scientifiche e politiche di tutela della salute pubblica”.

Nel frattempo il vescovo della diocesi di Perugia-Città della Pieve, card. Gualtiero Bassetti, nella lettera di Quaresima invita esplicitamente alla preghiera: “In questi giorni in cui sarà necessario restare di più in famiglia con la presenza a casa dei vostri ragazzi e dei vostri giovani, data la chiusura delle scuole, si dia più spazio alla lettura della Parola di Dio e alla preghiera. La Parola di Dio vi aiuterà a comprendere, come riferimento essenziale per la vostra vita, lo sguardo del Padre ‘che vede nel segreto’”.

Infatti senza un lavoro ‘spirituale’ intenso rimane difficile la ricostruzione personale e sociale del Paese: “La preghiera schiude il nostro cuore al dialogo col Signore. La preghiera è incontro con Colui che ci vuole simili a sé. La preghiera è intimità: ‘stare cuore a cuore con Gesù’. La preghiera è l’unico modo per rientrare in noi stessi.

Nella preghiera, cari fratelli, non siamo soli: ci accompagna, ci illumina e ci guida lo Spirito Santo. E’ Lui che attira nella cella del nostro cuore il Signore. Tornate a pregare fratelli; col Vangelo, con la corona del Rosario, con quelle invocazioni semplici, che una volta chiamavano ‘giaculatorie’…

Prima di tutto mi rivolgo ai nostri monasteri, a tutti i consacrati e le consacrate. E a voi sacerdoti: pregate incessantemente per il vostro popolo; la preghiera di intercessione è uno dei primi compiti che ci viene affidato dalla Chiesa”.

L’invito alla preghiera è rivolto anche alla famiglia, che rimane sempre ‘piccola chiesa domestica’: “Si torni a pregare in quella “piccola chiesa domestica” che è la famiglia. Se la famiglia vuole ‘essere’ chiesa, non potrà mai allontanarsi dalla preghiera. Tutti dobbiamo scendere nel profondo di noi stessi, perché è nel nostro intimo che il Signore ci raggiunge. Se ogni giorno non ci convertiamo e la nostra vita si trascina in un continuo grigiore, è perché manca o non è sufficiente la preghiera”.  

Mentre la conferenza episcopale marchigiana, fin dalla prima ordinanza del 25 febbraio, ha sempre assicurato lo svolgimento delle celebrazioni delle messe, invitando ad attenersi alle precauzioni adottate nelle delibere e chiedendo ai sacerdoti vicinanza, soprattutto agli anziani, attraverso la comunione e la preghiera:

“I fedeli non debbano essere privati del sacrificio eucaristico soprattutto in queste situazioni di emergenza… I sacerdoti, con la prudenza del caso, assicurino la comunione in casa a chi è impedito di uscire e, ad ogni modo, facciano sentire a tutti la nostra vicinanza”.

In particolare il vescovo di Ascoli Piceno, mons. Giovanni D’Ercole, ha affidato, come nel sisma del 2016, l’Italia alla protezione di sant’Emidio: “Glorioso Sant’Emidio, Patrono e Protettore del popolo ascolano, ci rivolgiamo fiduciosi a Te, che mai nelle difficoltà ci hai abbandonati. Accompagnaci nel pellegrinaggio terreno, intercedi presso il Padre celeste perché sicuro sia il nostro cammino e restino liberi contrade e paesi dalla malattia e pestilenza, da ogni sconvolgimento fisico e spirituale.

Tu, fedele Pastore della nostra Chiesa, aiutaci a non abbatterci nelle sofferenze e a far viva la pace nel cuore. Sii custode dell’armonia nelle famiglie e dell’intesa fra le comunità. Il tuo esempio risvegli la fede, mantenga forte la speranza e ci consolidi nell’amore per Dio e i fratelli.

Coraggioso Apostolo del Vangelo, che con il sangue del martirio hai reso immortale la tua vita, sii sostegno della nostra fedeltà e custode della nostra gioia. Spronaci, ti preghiamo, a seguire le orme di Gesù Cristo, Figlio della Vergine Maria, che, con il Padre vive e regna nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen”.

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