Sars-CoV-2 diffuso in Vaticano. L’ultimo che esce chiuda l’acqua e spenga luce e gas

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Il bilancio del contagio in Italia
Non si ferma l’epidemia di Sars-CoV-2. Da inizio contagio, in Italia 3.858 persone hanno contratto il virus, con un aumento di 769 casi da mercoledì a giovedì. Al momento i dati aggiornati forniti dal Commissario straordinario all’emergenza Angelo Borrelli, Direttore della Protezione civile, è di 3.294 infetti, mentre sale a 414 il bilancio dei guariti e a 148 quello dei morti, con 41 decessi in più da un giorno all’altro.

La vicinanza di Papa Francesco
“Desidero esprimere nuovamente la mia vicinanza ai malati del #Coronavirus e agli operatori sanitari che li curano, come pure alle autorità civili e a tutti coloro che si stanno impegnando per assistere i pazienti e fermare il contagio”: il Tweet odierno di Papa Francesco, che ha terminato la settimana di esercizi spirituali, seguiti dalla Domus Sanctae Marthae in territorio vaticano, anch’esso colpito dal Sars-CoV-2.

Dopo la notizia diffusa da Franca Giansoldati su Il Messaggero, che Papa Francesco colpito dal raffreddore si sarebbe sottoposto per precauzione al tampone, senza ricevere conferma, la Santa Sede ha escluso timori di contagio per Papa Francesco: “Il raffreddore diagnosticato al Santo Padre nei giorni scorsi sta facendo il suo corso, senza sintomi riconducibili ad altre patologie”, ha dichiarato il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni.

Già da giorni la zona intorno a San Pietro è semi-deserta, pochissimi i fedeli e turisti. Le visite in Vaticano sono calate del 90 %. Per la prossima domenica 8 marzo 2020, Papa Francesco ha registrato un video con il testo della sua meditazione in occasione della recita dell’Angelus Domini e non si affaccerà dalla finestra dello Studio del Palazzo Apostolico in piazza San Pietro. Probabilmente farà la stessa cosa con il testo della sua meditazione in occasione dell’Udienza generale di mercoledì 11 marzo 2020, che è stato annullato.

A seguito del mio articolo OMS prepara alla pandemia: Sars-CoV-2 non si può bloccare. Prima caso di positività in Vaticano, aggiungo ulteriori informazioni, che mi sono giunte.

Questa mattina parlando di Sars-CoV-2, osservando che per l’OMS si avvicina il momento di parlare di “pandemia” (a livello mondiale l’epidemia, che si è diffuso in maniera esponenziale in oltre 80 Paesi, contagiando quasi 100.000 persone e facendone morire oltre 3.000, non accenna a fermarsi, mentre cresce anche il numero di persone che guariscono – oltre 50.000 ad oggi), sono partito dallo Stato della Città del Vaticano, dove le autorità – come preannunciato ieri dal Direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni – oggi hanno diramato le disposizioni, sulla scia della Repubblica italiana (NORME PER IL CONTENIMENTO DELL’INFEZIONE DA COVID-19), che ho riportato.
Inoltre, avevo aggiunto delle voci che mi sono giunte dalla Città del Vaticano e che hanno ricevuto conferma.

La Palazzina del Belvedere, il palazzo del FAS-Fondo Assistenza Sanitaria in via San Giovanni di Dio nella Città del Vaticano era stata chiusa agli esterni per sanificazione, causa casi sospetti di Sars-CoV-2.

Il problema di questa chiusura è relativo alla convocazione di una persona, che e stata invitata all’interno, ma chi ha convocato questa persona si è dimenticato di verificare se proveniva dalle zone italiane già contagiate e da un controllo effettuato la persona in questione proveniva proprio da queste zone. AAAAh annamo bene… proprio bbene… disse Sora Lella, che lo sapeva lunga.La Segreteria di Stato non riceve più ospiti, quindi, è praticamente chiusa. Le visite e gli appuntamenti sono sospesi al momento. Inoltre, non permette ai dipendenti di uscire dagli uffici nell’orario di lavoro.
Un sacerdote convocato per le visite mediche per le assunzioni, che vengono espletate nella Palazzina del Belvedere presso la Direzione di Sanità e Igiene, il quale dopo le visite di routine si è portato presso la Segreteria di Stato per i colloqui di rito… Quindi, la prima e la terza loggia del Palazzo apostolico anch’esse coinvolte sicuramente.

Intanto, sono state emanate anche le “Norme speciali da osservare in Segreteria di Stato per il contenimento dell’infezione da Covid-19″. “Contenimento”, non più “prevenzione”, che equivale una conferma. Contenimento vuol dire che c’è e non deve andare oltre. La lettura che si può fare a questa Nota è che finalmente la Segreteria di Stato ha preso atto e posizione su un possibile flagello sanitario, adottando contromisure, non solo copiando consigli pratici della Direzione di Sanità ed Igiene.
Questa costatazione porta a qualche domanda: perché la Segreteria di Stato fa riferimento alle norme generali della Direzione della Sanità ed Igiene e poi non le elenca tutte, ma ne mette di nuove, che nelle norme indicate dalla DSI non ci sono? Facendo un confronto tra le due, si notano delle anomalie, come se la Segreteria di Stato volesse fare di testa sua.

Norme speciali da osservarsi in Segreteria di Stato
per in contenimento dell’infezione da Covid-19
Oltre a seguire con attenzione le norme generali per il contenimento dell’infezione diramate in data odierna dalla Direzione della Sanità ed Igiene, si invitano gli officiali e i dipendenti della Segreteria di Stato a:
– limitare l’uso dell’ascensore ad un massimo di tre persone;
– evitare gli assembramenti negli ambienti comuni (distributori del caffè, ecc);
à sanificare con frequenza gli ascensori, maniglie, corrimano, ecc.
Inoltre:
– sono momentaneamente chiusi al pubblico l’Ufficio Vidimazioni e gli Archivi;
– la corrispondenza in entrata potrà essere consegnata solamente alla postazione della Gendarmeria all’ingresso Sant’Anna;
– chiunque abbia recentemente effettuato un viaggio in zone a rischio, o ne abbia intenzione, deve informare il Responsabile del proprio ufficio, che a sua volte lo comunicherà a Mons. Assessore;
– chiunque avverta sintomi simil-influenzali, deve contattare con urgenza il numero della Sala Operativa dei Servizi di Sicurezza e Protezione Civile (tel. 06 698 112).

Alle ore 10:01, rispondendo alle domande dei giornalisti, il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, ha affermato: “Questa mattina sono stati temporaneamente sospesi tutti i servizi ambulatoriali della Direzione Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano per poter sanificare gli ambienti a seguito di una positività al COVID-19 riscontrata ieri in un paziente. Rimane però in funzione il presidio di Pronto Soccorso. La Direzione Sanità e Igiene sta provvedendo ad informare le competenti autorità italiane e nel frattempo sono stati avviati i protocolli sanitari previsti”.

Sembra che le alte mura non proteggeranno la piccola enclave in territorio italiano.

Alle ore 10:21 arriva il Tg Com 24: Coronavirus, primo caso positivo in Vaticano. Lo ha reso noto il portavoce Matteo Bruni.

Alle 10:24 arriva Gianguido Vecchi su Corriere della Sera. E così via.

Finalmente, alle ore 10:55 si presenta pure Vatican News, che scrive:
Coronavirus, il Vaticano sospende i servizi sanitari
Ambulatori chiusi e sanificazione degli ambienti dopo l’individuazione di un caso di contagio. Resta aperto il Pronto Soccorso
L’emergenza Coronavirus modifica anche le consuetudini in Vaticano, dopo che una persona è risultata positiva al contagio. In una dichiarazione ai giornalisti, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, ha annunciato che da “questa mattina sono stati temporaneamente sospesi tutti i servizi ambulatoriali della Direzione Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano per poter sanificare gli ambienti a seguito di una positività al COVID-19 riscontrata ieri in un paziente”.
Bruni ha tuttavia precisato che resta “in funzione il presidio di Pronto Soccorso”, aggiungendo che la Direzione Sanità e Igiene “sta provvedendo ad informare le competenti autorità italiane” mentre “nel frattempo sono stati avviati i protocolli sanitari previsti”.

Va osservato che fino ad oggi le misure adottate il 25 febbraio 2020 dalla Direzione di Sanità ed Igiene (di fatto il Ministero della sanità vaticana) per far fronte all’emergenza causata dal Sars-CoV-2, che ho riportato il 26 febbraio 2020 e come ho ricordato questa mattina, sono state misure troppo blande, solo consigli pratici… Non hanno capito che hanno in mano la responsabilità della salute del Pontefice, del Pontefice emerito e della salute tutto di uno Stato. Va ricordato che la sicurezza è prima di tutto sicurezza sanitaria per tutti i fruitori di uno Stato sovrano. Ci sarebbero gli estremi per una denuncia per non aver adottato alcun “protocollo sanitario” né per i dipendenti, né per gli ospiti, né per i visitatori. Hanno fatto solo un copia e incolla, indicando il link Gov.it dello stato italiano. Semplicemente scandaloso, vergognoso e soprattutto pericoloso.

Successivamente, da fonte certa ho saputo che nella Città del Vaticano ci sarebbe un secondo monsignore, che risulta positivo al Sars-CoV-2. Il nome del primo sacerdote non si sa, mentre quello del secondo mi è stato detto. Non posso riportarlo, in assenza di conferma ufficiale. Comunque, si tratterebbe di un sacerdote bergamasco, residente a Roma e che in passato ha lavorato nella Prima Sezione degli Affari Generali della Segreteria di Stato. Oggi è impegnato con altro, ma è ancora assistito FAS e spesso si reca in Segreteria di Stato. Di questo non si possono avere pezzi d’appoggio, perché non ci sono certificati medici che lo attestano.

Intanto, tra gli addetti ai lavori stanno circolando i nomi dei positivi, per verificare chi ne fosse venuto a contatto. E se sono state avvisate le autorità italiane, a cui ha accennato Matteo Bruni, le autorità vaticane hanno dovuto comunicare anche i nomi…

Infine, sto pensando ai visitatori, agli ospiti che non sono addetti ai lavori, che magari sono stati contagiati… per non dimenticare gli assistiti FAS. Anch’io sono un assistito FAS e l’ultima volta che sono stato alla Direzione di Sanità e Igiene era il 20 febbraio 2020, mentre avevo una prenotazione per oggi, 6 marzo 2020 (e mi sono ben guardato ad avviarmi negli ambulatori) e ne ho una per il 17 marzo 2020 (che con ogni probabilità cancellerò).

Negli ultimi giorni possono essere entrati nella Direzione di Sanità ed Igiene vaticana casi positivi e che hanno potuto diffondere il contagio senza essere sottoposto a “filtri sanitari di protocollo”. Non si saprà mai chi e il “numero zero” nello Stato della Città del Vaticano, perché quel posto è un colabrodo. Invece di dare ordini e disposizioni di protezione civile, dando tutto in mano al Corpo della Gendarmeria SCV si sono attardati ad aspettare e vedere cosa faceva la Repubblica italiana. Scandaloso. Da denuncia penale.
Il Vaticano di fatto ha diffuso il contagio senza attuare nessun protocollo sanitario adeguato alla tutela di chi ci risiede e ci lavora, e di chi entrava nello Stato delle porte aperti e dei ponti calati…

Postilla

Le info che ho scritto questa mattina e adesso, in modo generico e di carattere generale, sono sulla bocca di tutti gli addetti ai lavori in Vaticano.

Ho specificato anche che i fruitori dei servizi non sono stati tutelati e se succede qualcosa di serio il Vaticano avrà una enorme responsabilità. Ci sono molte persone sopra i 70 anni che frequentano quotidianamente o periodicamente il territorio dello Stato ed i locali sanitari – incluso chi scrive – e se si fa una media dell’età dei residenti nello Stato della Città del Vaticano, l’età media che esce è molto alta, tenendo presente quanti cardinali e vescovi residenti ultrà 70enni ci sono e quanti sopra gli 80. Sono molti e speriamo di evitare il morto, altrimenti è veramente un guaio.

Non va dimenticato che uno – e non il minore – dei problemi legati all’emergenza sanitaria del Sars-CoV-2 è la carenza di informazioni certe riguardo la sua pericolosità, la sua diffusione e le misure da adottare per prevenire i contagi.

Tutto questo è noto a tutti ed e grave che chi ha la responsabilità sanitaria, non abbia dato chiare indicazioni agli organi di governo dello Stato della Città del Vaticano, per poter emanare disposizioni chiare, che il Comandante del Corpo della Gendarmeria (Dott. Ing. Gianluca Gauzzi Broccoletti), nella sua funzione di Direttore dei Servizi di Sicurezza e Protezione Civile avrebbe fatto subito rispettare a tutela di tutti gli interni ed gli esterni allo Stato. In Italia ogni giorno il Capo della Protezione Civile informa e mette in pratica le direttive del governo, che si basa su protocolli sanitari del Ministero della salute, che promuove e tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse delle collettività, in attuazione dell’articolo 32 della Costituzione: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”. Un Ministero della salute che ha ricevuto il plauso dell’OMS, per gestione dell’emergenza: il “sincero apprezzamento” per la leadership dimostrata dal Ministro della salute italiano Roberto Speranza “nella gestione della crisi sul coronavirus” e per aver concordato l’invio a Roma presso il Ministero di “un senior advisor” dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è stato espresso da Hans Kluge, Direttore per l’Europa dell’OMS, nel suo intervento al Consiglio UE salute straordinario, chiedendo anche di sostenere l’Italia in quanto “piattaforma del know how UE sul virus”.

Nello Stato della Città del Vaticano il Capo della Protezione Civile è fermo al palo, perché gli organi del Governatorato SCV non hanno emanato alcun protocollo sanitario, in quanto la Direzione di Sanità ed Igiene, organo statale preposto alla sorveglianza sanitaria, non ha dato altro che… consigli pratici, di fatto disattendendo completamente dai suoi compiti istituzionali di vigilanza, controllo e sicurezza sanitaria, come un Ministero della salute ha l’obbligo di fare.

Se chi comanda nello Stato della Città del Vaticano ha il senso della giustizia (e della misericordia verso i singoli), qualche testa dovrà pure cadere, non vi pare?…

… fino a quando dunque?

“Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? Quamdiu etiam furor iste tuus nos eludet? Quem ad finem sese effrenata iactabit audacia? – Fino a quando dunque, Catilina, abuserai della nostra pazienza? Quanto a lungo ancora codesta tua follia si prenderà gioco di noi? Fino a che punto si spingerà [la tua] sfrenata audacia?” (Cicerone, Oratio in Catilinam prima).

Aggiornamento

Ecco come avevo scritto, in Vaticano si stanno a chiudere le porte e a calare i ponti…

La Nota del Prefetto dell’Archivio Apostolico Vaticano (che ho appreso da un Tweet di Francesco Antonio Grana):

Archivio Apostolico Vaticano
Il Prefetto
Prot. N. 62.519
Vaticano, 6 marzo 2020
A tutto il Personale dell’Archivio Apostolico Vaticano
In seguito a comunicazioni oggi pervenute dagli Organi Superiori, sentito il parere dell’Em.mo Sig. Cardinale Archivista e Bibliotecario di S.R.C., considerando l’evolversi della situazione epidemiologica in Italia e anche in Vaticano, allo scopo di ridurre il rischio di diffusione del COVID-19 anche fra il Personale dell’Archivio Apostolico, si dispone che
tutti il Personale dell’Archivio in Ruolo ed anche i Collaboratori
siano lasciati liberi dal lavoro
a partire da lunedì prossimo 9 marzo
fino a nuova comunicazione
che sarà inoltrata a ciascuno o per e-mail, o per via telefonica, o eventualmente con altri strumenti di comunicazione.
Nell’immediato verrà effettuata in tutti i locali ad uso pubblico dell’Archivio l’operazione di sanificazione straordinaria (disinfestazione).
Avviso, inoltre, che l’Archivio ha sospeso l’accesso ai Ricercatori per tutta la prossima settimana.
Porgo a ciascuno il mio cordiale saluto.
+ Sergio Pagano, B.

I casi sospetti in Vaticano potrebbero essere cinque (Segreteria di Stato, Istituto per le Opere di Religione, Archivio Apostolico Vaticano, Libreria Editrice Vaticana e il sacerdote bergamasco residente a Roma). Oggi delle ambulanze hanno percorso spesso le strade interne della Città del Vaticano.

La Pontificia Accademia per la Vita ha ricevuto oggi la comunicazione che uno dei partecipanti al Workshop sull’etica dell’intelligenza artificiale è risultato positivo al test per il Sars-CoV-2. L’ha comunicato la stessa PAV in una nota diffusa oggi: “In via precauzionale, pur considerando che la tempistica non esclude altre possibilità, la Pontificia Accademia per la Vita ha provveduto a informare via mail tutti i partecipanti agli eventi, che si sono svolti in ottemperanza ai criteri di sicurezza e alle norme igienico-sanitarie in vigore in quei giorni secondo le competenti autorità, come indicato nel comunicato stampa del 24 febbraio”.
Al Workshop della Pontificia Accademia per la Vita avrebbe dovuto essere presente anche Papa Francesco, ma annullò la sua partecipazione all’ultimo momento per indisposizione e per il raffreddore che in seguito lo ha tenuto lontano da alcuni impegni.

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