Esercizi spirituali: la preghiera vince il maligno

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Il penultimo giorno degli esercizi spirituali, predicati da p. Pietro Bovati ad Ariccia è stato dedicato all’approfondimento della preghiera, sottolineando che la Chiesa è sotto violento attacco, apertamente e subdolamente, ma la risposta sta appunto nel connubio tra testimonianza sul campo e preghiera autentica:

“La giornata di oggi è dedicata a meditare sull’impegno personale che il Signore richiede a ciascuno di noi, in funzione della vocazione ricevuta, del dono di grazia, con i doveri connessi a questa grazia”, ricordando che “ogni forma di trascuratezza, di pigrizia, equivale a malvagità e disprezzo nei confronti di Dio”.

Quindi ha approfondito il compito a cui è chiamato il sacerdote nella società contemporanea: “Oggi, in una società malata, ferita, abbandonata, di fronte a necessità urgenti e dolorose, il sacerdote è sollecitato a prestazioni molteplici. Tuttavia ciò non deve far perdere di vista l’essenziale”.

Però il fondamento delle azioni del sacerdote è la preghiera, che “oltre a essere la condizione dell’ascolto di Dio che rende possibile la predicazione come autentica testimonianza, è essa stessa ministero apostolico nella sua natura di accoglienza, riconoscenza della grazia…

La Scrittura ci offre un modello di questo ministero permanente di intercessione nel Libro dell’Esodo proprio con la figura di Mosè, mediatore non solo della Parola di Dio, ma anche mediatore di grazia per un popolo in costante pericolo di perdersi”.

La preghiera di Mosè è efficace e salvifica, perché aiuta nel combattimento in difesa dei più deboli, come nell’episodio narrato nel libro dell’Esodo contro Amalek: “Mosè ha a che fare con un avversario subdolo che aggredisce i più deboli della carovana, quelli che restano nelle retrovie perché stanchi, un nemico che approfitta di un popolo sfinito”.

Attualizzando l’episodio biblico ha tracciato i lineamenti di un ‘moderno’ Amalek: “Il nemico della Chiesa ha preso variegate sembianze, talvolta quelle del potere politico e giudiziario, talvolta quelle di falsi profeti che hanno seminato odio e derisione contro le convinzioni e il modo di vivere dei cristiani. E ciò continua anche ai nostri giorni, sotto forme persecutorie più o meno evidenti”.

Questa persecuzione anche oggi assume forme violente con lo scopo di “demolire l’intera compagine della Chiesa, attaccando chi è più debole nella fede, scarsamente attrezzato dal punto di vista spirituale per accettare il confronto, il disprezzo, l’emarginazione”.

 E si manifesta sotto molteplici forme ‘accattivanti e subdole’, a cui la Chiesa potrà resistere solo con la partecipazione e la preghiera di ogni cristiano: “Fuori metafora e pensando a ciò che ci è oggi richiesto per combattere la buona battaglia del Regno di Dio dobbiamo interrogarci con quali strumenti affrontiamo chi, con l’inganno e la violenza, ostacola il bene.

Forse alcune armi sono desuete, inadatte, insufficienti. La preparazione culturale nelle scienze umane e scienze religiose deve essere oggetto di doveroso discernimento se non si vuole essere ingenui e irresponsabili di fronte a una aggressiva ondata di dottrine e pratiche contrarie al Vangelo, in presenza di falsi profeti”.

Per questo p. Bovati ha invitato alla preghiera il sacerdote, che deve essere aiutato in quest’azione dal laico: “Mosè sul monte rappresenta la forza segreta che conduce l’esercito al trionfo: l’immersione in Dio è la condizione indispensabile perché il combattimento sulla terra abbia successo… Ed è con umiltà che Mosè si fa aiutare per realizzare la sua missione dai sacerdoti, Aronne e Cur, che sorreggono le braccia dell’uomo di Dio”.

Nella Chiesa ognuno è indispensabile in quanto c’è comunione: “Ognuno è indispensabile, ma è nella comunione, espressione orante dell’alleanza tra fratelli e con Dio, che la preghiera è efficace, anche perché esprime l’amore, la solidarietà, l’unità, nell’identico servizio per tutto il popolo di Dio”.

Allo stesso modo nel Vangelo è narrato il ‘combattimento’ di Gesù contro Satana con la forza della preghiera, come avviene nel Vangelo di Matteo: “La preghiera non è semplice recitazione, non consiste nella formalità delle labbra: se il cuore non aderisce al mistero di Dio la preghiera è vana. Però una preghiera anche debole, sincera e umile, se è appello a quella forza divina che può essere solo nel Signore, è l’arma potente che ci è data per collaborare all’avvento del Regno”.

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