Distratti dal Coronavirus vogliono far passare una legge che condanna delle idee

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Campagna choc di Pro Vita & Famiglia contro il Pdl 569 Zan del 2 maggio 2018 – contenente disposizioni in materia di contrasto dell’omofobia e della transfobia – che condanna delle idee. Vogliamo restare liberi

Sono arrivate con più di un mese di ritardo e a quasi due settimane dal paziente N. 1 di Codogno, le raccomandazionei. E in piena emergenza Coronavirus, il governo Conte-De Maio a cosa pensa? A far passare una legge per imporre il gender e toglierci la nostra libertà, non solo di movimento (per contrastare la diffusione del Coronavirus ed è il minimo) ma di pensiero.

“L’esecutivo di governo sta facendo passare il reato di omotransfobia mentre il Paese è distratto dal Coronavirus”. È questo l’allarme lanciato dal Senatore Simone Pillon, che in un’intervista a La Nuova Bussola Quotidiano di oggi 4 marzo 2020 “Distratti dall’epidemia, intanto ci impongono il bavaglio dell’omofobia” https://www.lanuovabq.it/it/distratti-dallepidemia-intanto-ci-impongono-il-bavaglio-dellomofobia denuncia l’intenzione della maggioranza di governo di portare al più presto in aula a Montecitorio il Pdl Zan, che è “una bomba che esploderà sulla libertà di pensiero e di parola per chiunque non si piegherà al diktat omosessualista”.

Con il Pdl 569 Zan del 2 maggio 2018 – contenente disposizioni in materia di contrasto dell’omofobia e della transfobia -, con la quale si intende modificare due articoli del codice penale “in materia di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere”: il primo, articolo 604-bis, che sanziona, tra le altre, quelle condotte volte a discriminare o a commettere atti di violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi; il secondo, articolo 604-ter, che prevede delle aggravanti per alcuni reati se commessi per finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso.

La Proposta di legge di Alessandro Zan vorrebbe inserire come motivazioni anche quelle legate all’orientamento sessuale: cioè omosessualità, e all’”identità di genere” (la “transessualità”). Omofobia e transfobia quindi, diventerebbero reati a tutti gli effetti: in manette chi rifiuta gender e adozioni LGBT.

Il Pdl Zan prevede inoltre lo stanziamento di 4 milioni di euro a favore dei centri anti violenza dei transessuali e l’istituzione di una Giornata contro l’omofobia e la transfobia, comprensiva di obbligo per le scuole di ogni ordine e grado di svolgere attività informative sul tema.

“Dai testi emerge un quadro allucinante – denuncia il Senatore Pillon -. Se passasse il testo unificato, avremmo da una parte l’impossibilità di esprimersi circa il gender nelle scuole perché chiunque alzasse la voce contro le drag queen di Roma e Bologna – per fare un esempio recente dalla cronaca – sarebbe immediatamente messo sotto processo per istigazione all’odio contro i transessuali e se fosse condannato sarebbe anche condannato al carcere e alla pena accessoria di svolgere lavori socialmente utili nelle associazioni degli omosessuali”.

Se fosse approvato il Pdl Zan sull’omotransfobia, calendarizzato al 30 marzo 2020 alla Camera dei Deputati, c’è il rischio di una condanna per omotransfobia, se credi che si nasca maschio e femmina e se lo insegni ai tuoi figli. Per chi venisse ritenuto colpevole di tali reati è previsto il carcere fino a un anno e mezzo e fino a 6.000 euro di multa. Ma secondo quali parametri si può dimostrare una colpevolezza che rischia di essere puramente ideologica? Nel testo manca una definizione precisa del reato, quindi la sua fattispecie verrebbe lasciata all’interpretazione dei giudici. Cosa succede se ci si ritrova davanti a magistrati fortemente ideologizzati? E chi impedirà agli attivisti LGBT di querelare a mani basse chiunque sbagli un pronome o sostenga che esistono solo due generi, o danneggiare chi sostiene che il sesso biologico di un transessuale è diverso da quello con cui si identifica?

Il rischio di una deriva folle e i più esposti saranno giornalisti, attivisti pro famiglia, insegnanti “ma anche genitori: poniamo il caso di un papà che protesta con il preside della scuola di suo figlio per una iniziativa scolastica di chiaro stampo omosessualista. Ebbene, potrebbe essere denunciato dal dirigente scolastico e condannato per omofobia. Ecco perché siamo tutti esposti”, dice Pillon.

Sarebbe una legge incostituzionale, perché la Costituzione riconosce e garantisce, l’eguaglianza di tutti i cittadini e dei diritti inviolabili dell’uomo, tra cui la libertà di pensiero e di espressione, la libertà di dire una cosa tanto semplice ed evidente che l’uomo è creato maschio e femmina. Vogliamo restare liberi.

Con una nuova campagna di maxi cartelloni, Pro Vita & Famiglia lancia un grido di allarme in concomitanza con le audizioni in Commissione Giustizia in Parlamento sulla Proposte di legge “in materia di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere” e dopo la notizia che dal 30 marzo si passerà direttamente alla discussione sul testo in aula, sia in quella di Montecitorio sia, in seguito, quella di Palazzo Madama. Pro Vita & Famiglia ha così lanciato la nuova campagna choc per sensibilizzare l’opinione pubblica contro “i pericoli nascosti per la libertà di ognuno nella proposta di Alessandro Zan” e contro la narrazione gender.

Marco e Silvia hanno insegnato ai loro figli che si nasce maschio o femmina: condannati per omofobia.

Le femministe controcorrente, contro il pensiero unico dominante, potranno parlare? Le leggi bavaglio “contro l’omotransfobia” sono, in realtà, strumenti per limitare la diffusione di opinioni “scorrette”. E un domani, persino voci autorevoli come quelle di Agacinsky e di Danna, potrebbero venire messe a tacere.

Conduttore radiofonico ha affermato in diretta che l’utero in affitto è un abominio: condannato per omofobia.

Arriva il Ddl “contro l’omotransfobia”. Alessandro Zan e Laura Boldrini dicono sia contro le discriminazioni di genere e LGBT. Ma in realtà a cosa serve? A non permetterci di dire quel che pensiamo: per esempio che l’utero in affitto è un abominio, una pratica incivile e barbara.

Pasticcere si è rifiutato di realizzare una torta di nozze per una coppia gay: condannato per omofobia.

La verità andrà sempre detta. È in gioco la libertà di ognuno di noi. Vladimir Bukovskij sosteneva che c’è “un gulag intellettuale chiamato politically correct” quando qualcuno si esprime su certe questioni, “se le sue opinioni differiscono da quelle approvate, viene ostracizzato. Questo è l’inizio del gulag, l’inizio della perdita della libertà”. Vladimir Konstantinovič Bukovskij (Belebej, 30 dicembre 1942 – Cambridge, 27 ottobre 2019) fu uno scrittore russo, dissidente del regime sovietico e attivista anticomunista, tra i primi prigionieri politici ad essere rinchiuso in una psikhushka, la rete di ospedali psichiatrici istituiti dal governo totalitario sovietico, dove venivano internati i dissidenti dell’Unione Sovietica. In totale ha trascorso dodici anni tra prigioni, campi di lavoro ed ospedali psichiatrici.

Pro Vita & Famiglia: “Restiamo liberi. Se anche tu credi che si nasca maschio e femmina rischi una condanna”

“Lo sai che rischi una condanna per omotransfobia se credi che si nasca maschio e femmina e se lo insegni ai tuoi figli? Con l’emergenza coronavirus, la mancanza di letti negli ospedali, l’economia in caos, la priorità per la nostra maggioranza è una legge liberticida? No grazie, #Restiamoliberi ènostro hashtag, #Restiamoliberi è nostro appello contro chi vuole toglierci la libertà”. È il grido d’allarme di Pro Vita & Famiglia, che proprio mentre sono in corso le audizioni in Commissione Giustizia sul Pdl di contrasto all’omotransfobia e dopo la notizia che dal 30 marzo si passerà direttamente alla discussione sul testo in Aula, alla Camera e poi al Senato, ha lanciato la nuova campagna choc per sensibilizzare l’opinione pubblica contro i pericoli nascosti per la libertà di ognuno nella proposta Zan.

Pro Vita & Famiglia Onlus, organizzatrice anche del Congresso Mondiale delle Famiglie di Verona, ha predisposto le affissioni dei cartelloni a Roma e successivamente su tutto il territorio nazionale.
Tra i casi eclatanti riportati nei manifesti, anche quello di un pasticcere che è stato condannato per essersi rifiutato di fare una torta di nozze per una coppia gay (caso realmente accaduto a Denver negli USA).
Per Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente di Pro Vita & Famiglia “Zan e i suoi compari, col pretesto di voler proteggere le persone omosessuali o transessuali modificando gli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale, in realtà toglieranno la libertà di pensiero e di parola alla maggioranza degli italiani e a quanti si battono contro l’ideologia gender insegnata nelle scuole ai nostri bambini, a quanti credono che i nascituri nascono da e hanno bisogno di mamma e papà, a quanti credono che i sessi sono due, maschio e femmina”.
Perché creare una “categoria protetta privilegiata”, di persone da tutelare in base al proprio comportamento sessuale, violando palesemente il principio costituzionale di uguaglianza di tutti i cittadini?”.
Per Pro Vita & Famiglia, infatti, “esistono tantissime discriminazioni: o basate sull’età; o basate sulla disabilità; o politiche; o sindacali; o sessuali; o basate sulle condizioni sociali; o basate sulla lingua; o basate sulle caratteristiche fisiche, sui tratti somatici, sull’altezza, sul peso; o basate sullo stato di salute; o basate sulle convinzioni personali. Perchè le discriminazioni dovrebbero essere solo contro omosessuali e trans o di genere? Che facciamo, creiamo una legge per ogni categoria?”.
Per Pro Vita & Famiglia infine “la legge tutela ogni persona. Una cosa è la protezione dalla violenza altra cosa è la censura: in questo caso si arriverà a sanzionare persino con la reclusione ogni manifestazione di non approvazione o di contrasto alle posizioni LGBT, interpretabile come istigazione alla discriminazione omotransfobica. È un vero e proprio scandalo”.

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