Coronavirus. Un funzionario del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede in quarantena precauzionale

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La comunicazione attraverso una E-mail interna al personale del Dicastero da parte dei Superiori, di oggi 2 marzo 2020:

Cari colleghi,
desideriamo informarvi che un nostro collega in servizio a Palazzo Pio sta osservando, da domenica 1 marzo in via precauzionale, un periodo di quarantena che si prevede sia molto limitato, poiché all’interno della sua comunità religiosa in Roma (il collegio di San Luigi dei Francesi) si è registrato il caso di un confratello che è risultato positivo al tampone del coronavirus. La positività è emersa in Francia, Paese in cui questa persona ora si trova. Dalle informazioni ricevute, risulta che questa persona abbia soggiornato per l’ultima volta nella comunità religiosa di Roma all’incirca a metà febbraio, dopo aver effettuato, nel corso di un suo viaggio, alcune soste nel nord Italia. E prima di essere poi ripartito in aereo per la Francia.
Il nostro collega sta bene e non presenta sintomi; la quarantena disposta per lui e per tutti gli altri membri della sua comunità religiosa è prevista dai protocolli sanitari come misura di cautela e prevenzione. Le autorità sanitarie competenti – con cui la Direzione di Sanità ed Igiene dello Stato della Città del Vaticano è in contatto – stabiliranno se la quarantena debba effettivamente continuare nei prossimi giorni dato che l’ultima permanenza nella comunità religiosa di Roma della persona risultata positiva al tampone del coronavirus risalirebbe – come detto – a metà febbraio. In tal caso, sarebbero già trascorsi i 14 giorni previsti dai protocolli sanitari per l’applicazione del regime di quarantena.
I protocolli sanitari, confermati dalla Direzione di Sanità ed Igiene dello Stato della Città del Vaticano, non prevedono restrizioni o limitazioni per i cosiddetti “casi secondari” ossia di contatto indiretto con una persona sana che sia stata messa in quarantena. Pertanto non vi sono particolari disposizioni o misure che riguardino al momento Palazzo Pio.
Come misura prudenziale, la Direzione di Sanità ed Igiene dello Stato della Città del Vaticano ha comunque provveduto ad effettuare la sanificazione e la pulitura della stanza di lavoro del nostro collega e di altri ambienti comuni.
Sarà nostra cura tenervi informati in caso di ulteriori notizie d’interesse per la nostra comunità di lavoro.
Un cordiale saluto,
Paolo Ruffini
Prefetto
Mons. Lucio Adrian Ruiz
Segretario
Risorse Umane
Segreteria per la Comunicazione
Direzione per gli Affari Generali – Risorse Umane
00120 Città del Vaticano

Aggiornamento ore 16:30

La notizia che ho dato a mezzogiorno in esclusiva sul mio “Blog dell’Editore”, è stata ripresa nel pomeriggio da Franca Giansoldati su Ilmessaggero.it.

Nel contempo, va sottolineato che questa comunicazione del Dicastero della comunicazione della Santa Sede e stata del tutto ignorata nella comunicazione dei media vaticani.

L’aggregatore para-vaticano Il Sismografo riprende la notizie (senza citare la fonte), riportando il testo della e-mail di Ruffini, alle ore 15.36.

CORONAVIRUS
In Vaticano isolato un dipendente perchè entrato in contatto con il prete francese ricoverato a Parigi
[URL originale: coronavirus Francesco vaticano controlli gendarmeria contagio dipendente]
di Franca Giansoldati
Ilmessaggero.it, 2 marzo 2020 – 16:12
Città del Vaticano – In Vaticano è stato messo in quarantena un dipendente del servizio per le comunicazioni in via precauzionale. Si tratta di una misura decisa poichè questa persona è entrata in contatto con il collegio di San Luigi dei Francesi dove si è registrato il caso di un prete positivo al coronavirus ora ricoverato in un ospedale francese.
Stamattina è stata diffusa una lettera a tutti i dipendenti del dicastero delle comunicazioni. Ne ha dato notizia il sito Korazym dei papaboys [esilarante è dir poco, confondere Korazym.org con i Papaboys, che sono altra cosa; per saperlo basterebbe leggere l’informativa “Korazym si presenta” – VvB].
«Il nostro collega sta bene e non presenta sintomi; la quarantena disposta per lui e per tutti gli altri membri della sua comunità religiosa è prevista dai protocolli sanitari come misura di cautela e prevenzione. Le autorità sanitarie competenti stabiliranno se la quarantena debba effettivamente continuare nei prossimi giorni dato che l’ultima permanenza nella comunità religiosa di Roma della persona risultata positiva al tampone del coronavirus risalirebbe – come detto – a metà febbraio».
Come misura prudenziale è stato provveduto ad effettuare la sanificazione e la pulitura della stanza di lavoro del dipendente.

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