Non luogo a procedere per Padre Giovanni Salonia. Le accuse si sono verificate calunniose

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Il frate cappuccino, psicologo e tra i più affermati psicoterapeuti operanti nel mondo ecclesiale, era stato nominato vescovo ausiliare di Palermo, ma aveva rinunciato, sotto pressione delle nubi delle maldicenze e insinuazioni, subito dopo che era circolata la notizia della sua nomina, anche sotto forma di lettere anonime con attacchi calunniosi. Il sacerdote, pur dichiarandosi innocente, decise di mettersi da parte per non esporre il vertice della Chiesa palermitana a gravi imbarazzi (anche se c’era allora chi sosteneva – senza prove – che fosse stato il Papa a deciderlo) e indirizzò una Lettera ai presbiteri dell’ Arcidiocesi di Palermo, che fu pubblicata dall’Ufficio stampa sul sito ufficiale arcidiocesano:

Confratelli dell’Arcidiocesi di Palermo,
Vi scrivo per comunicarvi che consegno nelle mani del Santo Padre la rinunzia alla mia consacrazione come vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi.
Avevo accettato in spirito di servizio ecclesiale questo impegnativo e delicato ufficio, a cui, in modo imprevisto e inaspettato, ero stato chiamato. Tale nomina, mentre in tanti aveva suscitato sentimenti di gioia e di speranza, in qualcun altro ha provocato intensi sentimenti negativi, con attacchi nei miei confronti infondati, calunniosi e inconsistenti, ma che potrebbero diventare oggetto di diverse forme di strumentalizzazione, anche di tipo mediatico. Iniziare un servizio ecclesiale in un tale clima mi avrebbe sottratto energie e serenità nel portare avanti il ministero a cui ero chiamato e, ancor più, avrebbe turbato la serenità e la gioia della comunità ecclesiale.
Per tali ragioni, con la libertà interiore di chi mette in secondo piano i propri diritti pur di servire la Chiesa e con lo stesso amore ecclesiale con cui avevo accettato la nomina, ho deciso di rinunciare alla consacrazione episcopale. Non voglio in alcun modo che l’esercizio del mio ministero possa essere inquinato. Rassicuro coloro che potrebbero restare delusi della mia rinuncia: conservo viva è intatta la disponibilità a collaborare sempre, per quel che può essere utile, alla “edificazione del Corpo di Cristo” (Ef 4,12) che è la Chiesa. Ringrazio il Vostro Pastore, don Corrado, per la stima e l’affetto dimostratimi: sarebbe stato proficuo lavorare insieme per il bene della Chiesa e di tante anime bisognose di supporto spirituale e umano. Certamente collaborerò con il suo servizio pastorale mediante la preghiera e la chiamata all’aiuto apostolico.
I sentimenti di affetto che, o per previa conoscenza o per una forma di naturale ‘a priori’ pastorale, nutro nei vostri confronti, resteranno nel mio cuore e li presenterò al Signore. Desidero ringraziare, in modo particolare, voi presbiteri di codesta Arcidiocesi, che avete accolto con gioia l’indicazione della mia nomina. A tutti rinnovo i miei sentimenti di stima e i miei auguri. Per parte mia, voglio entrare in un clima di silenzio e di riflessione. Chiedo allo Spirito di farmi comprendere la volontà del Padre in questa misteriosa vicenda e di concedermi la grazia di perdonare quanti si sono dimostrati a me avversi. Sarò grato a tutti coloro che custodiranno questa dolorosa vicenda nella preghiera, facendo emergere i dati di verità e di umanità in essa celati. La Vergine Maria, che è di tutti Madre, ci indichi la strada sempre difficile della verità e della fraternità e custodisca i nostri cammini personali ed ecclesiali. Vi auguro un Tempo Pasquale di speranza! In particolare mi rivolgo a coloro che vivono situazioni di sofferenza. Chiedo al Pastore della vostra diocesi e a voi tutti una benedizione e una preghiera, mentre vi auguro ogni bene nella forza dello Spirito”.
adre Giovanni Salonia
Vescovo Ausiliare eletto Arcidiocesi di Palermo

La commissione pontificia che valutò le accuse con Padre Salonia, le aveva definite come “un emotivo florilegio di pettegolezzi e calunnie”. L’Arcivescovo di Palermo lo ha sempre difeso pubblicamente, parlando di “fake news” nei riguardi del frate. Papa Francesco non ha mai accettato la rinuncia di Salonia e lo ha incontrato il 15 settembre 2018 durante la sua visita a Palermo. La questione finì anche in tribunale, quando una suora sua paziente dal 2009 al 2013 lo denunciò cinque anni dopo la fine della terapia, sostenendo di aver subito abusi sessuali. La Procura di Roma nel luglio 2018 decise di chiedere il rinvio a giudizio, con l’aggravante per i pm di “avere agito per motivi abietti”. La suora aveva sostenuto che Padre Salonia l’abbia circuita, ingannata fino ad “estorcerle” un rapporto sessuale. Secondo l’accusa, il frate avrebbe sfruttato la condizione di debolezza della donna, che era in cura proprio perché stava attraversando un momento delicato della sua vita e il religioso le avrebbe spiegato che i rapporti sessuali facevano parte dello stesso percorso terapeutico. “Nella veste di psicoterapeuta e nello stesso tempo di sacerdote – era scritto nel capo di imputazione – costringeva la sua suora, sua paziente, a compiere e subire atti sessuali”, in diversi incontri tra il 2009 e il 2013.

Su Il Messaggero del 7 Luglio 2019 Franca Giansoldati e Giuseppe Scarpa scrivevano: “L’incidente probatorio, disposto a marzo dal Tribunale, deve avere fugato ogni dubbio al magistrato che ha ritenuto necessario richiedere il processo. Se la giustizia italiana avanza, esaminando quanto accaduto per arrivare a una sentenza, la giustizia vaticana sembra essersi inceppata. I religiosi che avevano denunciato in Vaticano certe anomalie sul frate, venivano messi da parte nelle strutture ecclesiali palermitane, accusati di calunnia. A difesa di Salonia si era mosso anche il ministro della Sicilia dei cappuccini (‘Le accuse sono infondate e inconsistenti’). A questo punto Papa Francesco ha convocato a Roma il generale dei cappuccini per chiedere provvedimenti su Salonia. Da quel momento, inspiegabilmente è iniziata la sua riabilitazione. L’Antonianum, come altre università cattoliche, lo ha chiamato a tenere lezioni e master, la San Paolo gli ha pubblicato un volume (con prefazione del Papa) sulla vita del beato Puglisi. A mettere a tacere definitivamente tutto è stato un incontro il 15 settembre 2018 a Palermo durante la visita del Papa. Nel palazzo arcivescovile, il vescovo Lorefice ha presentato padre Salonia a Francesco. Un saluto breve con foto di rito, ma sufficiente a garantire al sacerdote una nuova luce. La notizia del rinvio a giudizio è rimbalzata in Vaticano amareggiando diverse persone”.

Certo dell’innocenza di Padre Salonia era suo avvocato, Pier Paolo Dell’Anno: “Dimostreremo l’infondatezza dell’accusa. L’eccentricità del lungo tempo trascorso tra il termine della terapia e la denuncia, più di quattro anni; la riconosciuta efficacia della stessa, sia da parte della religiosa, che anche da professionisti terzi, e infine la circostanza che vede totalmente taciuto l’asserito abuso, nonostante negli anni intercorsi dopo il termine della terapia la suora sia stata, per di più, seguita da varie figure professionali”.

Alla fine l’accusa non ha retto e il Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Roma Daniela Camarico D’Auria adesso ha disposto il non luogo a procedere.

Si attendo adesso che i calunniatori, anche mediatiche, chiedono pubblicamente scusa.

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