Papa Francesco: un’algor-etica per la dignità dell’uomo

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Pontificia Accademia per la Vita, Microsoft,  IBM, FAO e Governo italiano hanno firmato oggi la ‘Call for an AI Ethics’, un documento nato per sostenere un approccio etico all’Intelligenza Artificiale e promuovere tra organizzazioni, governi e istituzioni un senso di responsabilità condivisa con l’obiettivo di garantire un futuro in cui l’innovazione digitale e il progresso tecnologico siano al servizio del genio e della creatività umana e non la loro graduale sostituzione.

I firmatari hanno espresso il desiderio di lavorare insieme, in questo contesto e a livello nazionale e internazionale, per promuovere una ‘algor-etica’, ovvero lo sviluppo e l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale secondo i seguenti principi, fondamentali di una buona innovazione: trasparenza per rendere comprensibili i sistemi di intelligenza artificiale; inclusione per essere prese in considerazione le esigenze di tutti gli esseri umani  in modo che tutti possano beneficiare e che a tutti gli individui possano essere offerte le migliori condizioni possibili per esprimersi e svilupparsi; responsabilità da parte di chi progetta e implementa soluzioni di Intelligenza Artificiale; imparzialità, per non agire secondo il pregiudizio, salvaguardando così l’equità e la dignità umana; affidabilità; sicurezza per rispettare la privacy degli utenti.

Dopo la cerimonia della firma mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, ha letto il discorso rivolto ai partecipanti da papa Francesco, ancora un po’ febbricitante, sottolineando che “l’intento della Call è dar vita a un movimento che si allarghi e coinvolga altri soggetti: istituzioni pubbliche, ONG, industrie e gruppi per produrre un indirizzo nello sviluppo e nell’utilizzo delle tecnologie derivate dall’IA.

Da questo punto di vista possiamo dire che la prima firma di questa call non è un punto di arrivo, ma un inizio per un impegno che appare ancora più urgente e importante di quanto fin qui fatto. Aderire a questa iniziativa comporta per le industrie che firmano un impegno che ha anche una rilevanza in termini di costi e di impegno industriale nello sviluppo e nella distribuzione dei loro prodotti”.

Se l’Accademia si sente chiamata a intensificare il proprio impegno per facilitare la conoscenza e la firma di altri soggetti, non di meno, la Call è un primo passo che ne prelude altri. Il testo della Call si caratterizza anche per essere un primo tentativo nel formulare un insieme di criteri etici con comuni riferimenti di valore, offrendo un contributo all’elaborazione di un linguaggio comune per interpretare quanto è umano».

Brad Smith, presidente di Microsoft, ha ringraziato il papa per lo stimolo di questo dialogo tra Intelligenza Artificiale ed etica: “L’impegno e il valore apportato da Sua Santità in questo dialogo è per me fonte di ispirazione. Ringrazio il Pontefice, la Pontificia Accademia per la Vita e gli altri rappresentanti della Santa Sede per l’importante annuncio di oggi”.

Il Vice Presidente di IBM, John Kelly III, ha detto che l’intelligenza artificiale è una tecnologia, che può rendere il mondo più smart: “La società avrà più fiducia nell’IA quando ciascuno potrà vedere che il suo sviluppo è basato su principi etici e che le aziende che se ne occupano stanno affrontando direttamente tutte le questioni legate alla fiducia e alla responsabilità”.

Nel discorso, letto da mons. Paglia, il papa ha sottolineato l’importanza dell’Intelligenza Artificiale: “L’innovazione digitale, infatti, tocca tutti gli aspetti della vita, sia personali sia sociali. Essa incide sul nostro modo di comprendere il mondo e anche noi stessi. E’ sempre più presente nell’attività e perfino nelle decisioni umane, e così sta cambiando il modo in cui pensiamo e agiamo.

Le decisioni, anche le più importanti come quelle in ambito medico, economico o sociale, sono oggi frutto di volere umano e di una serie di contributi algoritmici. L’atto personale viene a trovarsi al punto di convergenza tra l’apporto propriamente umano e il calcolo automatico, cosicché risulta sempre più complesso comprenderne l’oggetto, prevederne gli effetti, definirne le responsabilità”.

Ha quindi sottolineato che le nuove tecnologie cambiano il senso di tempo e spazio: “Sul piano socio-economico, gli utenti sono spesso ridotti a ‘consumatori’, asserviti a interessi privati concentrati nelle mani di pochi. Dalle tracce digitali disseminate in internet, gli algoritmi estraggono dati che consentono di controllare abitudini mentali e relazionali, per fini commerciali o politici, spesso a nostra insaputa.

Questa asimmetria, per cui alcuni pochi sanno tutto di noi, mentre noi non sappiamo nulla di loro, intorpidisce il pensiero critico e l’esercizio consapevole della libertà. Le disuguaglianze si amplificano a dismisura, la conoscenza e la ricchezza si accumulano in poche mani, con gravi rischi per le società democratiche. Questi pericoli non devono però nasconderci le grandi potenzialità che le nuove tecnologie ci offrono. Siamo davanti a un dono di Dio, cioè a una risorsa che può portare frutti di bene”.

Ed infine una sottolineatura sull’etica dell’Intelligenza Artificiale: “L’ ‘algor-etica’ potrà essere un ponte per far sì che i principi si inscrivano concretamente nelle tecnologie digitali, attraverso un effettivo dialogo transdisciplinare. Inoltre, nell’incontro tra diverse visioni del mondo, i diritti umani costituiscono un importante punto di convergenza per la ricerca di un terreno comune. Nel momento presente, peraltro, sembra necessaria una riflessione aggiornata sui diritti e i doveri in questo ambito”.

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