Coronavirus: i vescovi marchigiani affidano l’Italia alla Madonna di Loreto

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Nel mercoledì delle Ceneri, giorno in cui inizia il cammino quaresimale che conduce alla Pasqua, in molte diocesi italiane le messe sono state rinviate oppure celebrate in altre modalità, grazie al supporto dei new media, consentendo la partecipazione a pochi fedeli, pur rimanendo le chiese alla preghiera.

 Anche nelle Marche nella serata di ieri è arrivata la decisione del governatore Luca Ceriscioli di sospendere, in via precauzionale le lezioni scolastiche e tutte le attività che coinvolge le persone, creando anche una frizione con il governo per un caso che si è verificato al confine con l’Emilia Romagna, in cui sono in corso le analisi cliniche per valutare la situazione.

E nella giornata odierna il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, ha fatto il punto della situazione in Italia: 374 contagiati in Italia; la Lombardia registra 258 casi, il Veneto 71 casi, Piemonte, Lazio e Liguria 3 a testa, Marche e Bolzano 1.

Immediatamente i vescovi marchigiani si sono attivati a diramare alcune precisazioni ai fedeli, seguendo le linee guida di altre diocesi dell’Italia settentrionale, chiedendo criteri di prudenza: “Ci si attenga sempre a criteri di prudenza, evitando in ogni modo concentrazione di persone in volumi ristretti e per lungo tempo.

Le chiese rimangano aperte al culto e alla preghiera individuale. Sono sospese le celebrazioni eucaristiche feriali e festive fino al 4 marzo 2020. Per i funerali, si suggerisce di limitarsi al rito delle esequie nella forma breve e con i parenti stretti.

Nelle S. Messe anche private si ometta il segno di pace e si riceva la Santa Comunione sulla mano, e non in bocca. Si tolga l’acqua benedetta dalle acquasantiere. Le benedizioni Pasquali sono sospese fino al 4 marzo 2020”.

Inoltre sono state sospese tutte le attività parrocchiali e delle Caritas: “Per questa settimana sono sospesi gli incontri di catechismo e dei gruppi parrocchiali, le attività di oratorio, di dopo-scuola, sportive, teatrali, cinematografiche e ogni genere di aggregazione. I servizi della Caritas diocesana e delle Caritas parrocchiali che prevedono contatto con il pubblico siano sospesi”.

Allo stesso tempo i vescovi invitano i fedeli a non cedere ad allarmismi, ma di vivere questo tempo quaresimale nella preghiera, affidando tutti alla protezione della Madonna di Loreto: “Siamo tutti interessati ad affrontare con determinazione, senza panico né leggerezza, una situazione che chiede vigilanza e senso del bene comune. Sperimentiamo tutti la nostra debolezza e fragilità. Proviamo paura e come sempre questa chiede risposte serie e unitarie, per trovare le soluzioni più efficaci per tutti, con la massima attenzione ma senza allarmismi…

Cerchiamo di vivere questo tempo forte di Quaresima in unità di cuori e di preghiera, ricordando soprattutto i malati, quanti sono colpiti dal coronavirus e quanti in modi diversi si adoperano per limitarne le conseguenze, in particolare il personale sanitario e di ricerca scientifica. Affidiamo tutti alla materna intercessione della Madonna di Loreto patrona delle Marche e invitiamo a pregarla in famiglia con il Santo Rosario”.

Il vescovo della diocesi di Macerata, mons. Nazareno Marconi, che sta compiendo la visita pastorale nelle vicarie, ha scritto una lettera ai fedeli, invitando a leggere i ‘segni dei tempi’: “Per noi cattolici la fede e la ragione sono i due grandi doni che Dio ci ha dato per camminare nel tempo: guai a lasciarci guidare dalla sfiducia in Dio e dalla irrazionalità. Davanti a questa situazione e alla paura esagerata che riscontro in giro, vedo segni di poca fede. Tutti dovremo morire, ma oltre la morte ci attende la vita eterna. Questa è la nostra fede”.

Per mons. Marconi la vita deve continuare, pur adottando qualche precauzione: “Oggi poi riscontro anche nelle azioni e nelle decisioni molta irrazionalità che viene rafforzata da questa poca fede. Adottare sagge precauzioni per contenere il contagio è importante e buono, ma non si può smettere di vivere solo perché si coltiva l’illusione di vivere più a lungo. Non si può smettere di lavorare, di studiare, di pregare e di incontrare gli altri se non ci sono motivi gravi e ben provati”.

Ed ha invitato ognuno a prendersi le responsabilità che competono, come succede nella ricostruzione post-sisma: “Ed è proprio ciò che già sperimentiamo nel caso della ricostruzione post-sisma, dove spesso si rallentano le pratiche perché nessuno vuol prendersi il rischio di firmare, anche se è pagato proprio per questo.

Non si tratta solo di singoli, ma è un modo di fare che si diffonde molto più del virus e non porta certo al progresso ed alla crescita del lavoro e del benessere. Il cattolicesimo ha contribuito moltissimo allo sviluppo della nostra civiltà, perciò quanto più ci allontaniamo da questo stile di vita credente e razionale, tanto più faremo crollare le fondamenta del nostro vivere civile e sano”. 

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