Papa Francesco: la carità invita alla riconciliazione con Dio

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E’ stato presentato oggi il messaggio di papa Francesco per il cammino quaresimale, che si apre il 26 febbraio con il rito di imposizione delle Ceneri, che prende lo spunto dalla seconda lettera di san Paolo ai Corinzi: ‘Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio’, con l’impegno a perdonare gli altri in quanto perdonati dal Signore.

Il card. Peter Kodwo Appiah Turkson, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, ha rilanciato l’essenzialità dell’esperienza del ‘ritorno a Dio’: “L’uomo è creato per coesistere nel rapporto di una famiglia, di una comunità, della società: come persone, create con inalienabile dignità, esistiamo in relazione con gli altri”.

Mons. Bruno Marie Duffé, segretario dello stesso Dicastero, ha approfondito il tema della conversione: “La conversione è un percorso interiore: il percorso della preghiera è un’esperienza di ‘faccia a faccia’ e ‘cuore a cuore’ che ci porta alla verità e al perdono…

Preghiera durante il tempo della Quaresima, ma anche digiuno e condivisione delle elemosine. Perché l’esperienza del limite e della sobrietà, l’esperienza del pane e della fratellanza condivisi, ci fanno riscoprire Dio nell’altro come parte di noi stessi”.

Presentando il messaggio la dott.ssa Mariella Enoc, presidente dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, ha sottolineato che la Quaresima offre una ‘nuova opportunità’: “La capacità di dare risposta in modo efficace ai problemi di salute dei bambini credo sia un segno di concretezza evangelica che coniuga parole e opere.

Non c’è forse povertà maggiore di quella di chi è privo di salute a causa di una malattia grave, di una malattia cronica (che ti accompagna per tutta la vita) o di una malattia rara, di cui non riesci a scoprire neanche il nome.

Quando una famiglia accompagna un bambino da noi, prima di tutto ci chiede di guarirlo, e se non possiamo guarirlo, di curarlo al meglio. Questa concretezza è il nostro primo dovere morale. La capacità di cura, alimentata dalla ricerca scientifica, è la nostra prima forma di carità, la nostra principale ricchezza da condividere”.

Ritornando al messaggio papale la dott. Enoc ha ricordato il discorso di san Giovanni Paolo II alla Pontificia Accademia delle Scienze sulla ‘carità del sapere che edifica la pace’ coordinata dall’invito di papa Francesco nell’invito ad interpretare concretamente la ‘diplomazia della misericordia’, come è stato fatto a Bangui, nella Repubblica del Centrafrica, dopo il Giubileo della Misericordia del 2015:

“Nei tre anni successivi abbiamo provveduto alla costruzione del centro per bambini malnutriti e alla ristrutturazione dei reparti; alla formazione del personale medico e sanitario; all’accoglienza a Roma dei bambini che richiedevano interventi chirurgici complessi, non eseguibili nella capitale del Centrafrica.

Nell’ultimo anno, sono stati più di 100 i bambini prevenienti da tutto il mondo (non solo da Bangui) che l’Ospedale ha accolto e curato in via umanitaria, facendosi interamente carico delle spese grazie al sostegno della sua Fondazione e della generosità di molti. Le richieste di aiuto sono tante, è difficile dire di no a chi cerca una speranza”.

Nel messaggio papa Francesco invita ad aprirsi all’annuncio del mistero pasquale attraverso la conversione: “E’ salutare contemplare più a fondo il Mistero pasquale, grazie al quale ci è stata donata la misericordia di Dio. L’esperienza della misericordia, infatti, è possibile solo in un ‘faccia a faccia’ col Signore crocifisso e risorto ‘che mi ha amato e ha consegnato sé stesso per me’. Un dialogo cuore a cuore, da amico ad amico”.

In questo tempo quaresimale il centro offerto dal papa è la preghiera: “Ecco perché la preghiera è tanto importante nel tempo quaresimale. Prima che essere un dovere, essa esprime l’esigenza di corrispondere all’amore di Dio, che sempre ci precede e ci sostiene.

Il cristiano, infatti, prega nella consapevolezza di essere indegnamente amato. La preghiera potrà assumere forme diverse, ma ciò che veramente conta agli occhi di Dio è che essa scavi dentro di noi, arrivando a scalfire la durezza del nostro cuore, per convertirlo sempre più a Lui e alla sua volontà”.

La preghiera è una ‘ricchezza’ da condividere: “Mettere il Mistero pasquale al centro della vita significa sentire compassione per le piaghe di Cristo crocifisso presenti nelle tante vittime innocenti delle guerre, dei soprusi contro la vita, dal nascituro fino all’anziano, delle molteplici forme di violenza, dei disastri ambientali, dell’iniqua distribuzione dei beni della terra, del traffico di esseri umani in tutte le sue forme e della sete sfrenata di guadagno, che è una forma di idolatria”.

La preghiera non è però astrazione, ma implica alcune opere di carità: “Anche oggi è importante richiamare gli uomini e le donne di buona volontà alla condivisione dei propri beni con i più bisognosi attraverso l’elemosina, come forma di partecipazione personale all’edificazione di un mondo più equo. La condivisione nella carità rende l’uomo più umano; l’accumulare rischia di abbrutirlo, chiudendolo nel proprio egoismo”.

Infine nel messaggio ha sottolineato che un’opera fondamentale della carità è occuparsi della realtà, come aveva detto papa Pio XI alla Fuci nel 1927, perché la politica è una forma di carità: “Possiamo e dobbiamo spingerci anche oltre, considerando le dimensioni strutturali dell’economia.

Per questo motivo, nella Quaresima del 2020, dal 26 al 28 marzo, ho convocato ad Assisi giovani economisti, imprenditori e change-makers, con l’obiettivo di contribuire a delineare un’economia più giusta e inclusiva di quella attuale… Altrettanto lo sarà l’occuparsi dell’economia con questo stesso spirito evangelico, che è lo spirito delle Beatitudini”.

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