Obolo San Pietro. Card. Becciu: “Non lo abbiamo utilizzato per fare speculazioni”. Nuovi sequestri in Vaticano

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Avevo appena finito mio articolo sulle dichiarazioni del Cardinale Angelo Becciu, in occasione della presentazione del volume “Extra omnes” dell’amico Francesco Antonio Grana, vaticanista di ilfattoquotidiano.it, quando alle ore 15.30 è arrivato il Comunicato della Sala Stampa della Santa Sede, con la notizia di una nuova perquisizione e sequestro di documenti e apparati informatici. Avevo anche aggiunto il Postcriptum (che lascio invariato… in attesa di sviluppi futuri).

Mons. Alberto Perlasca.

Sala Stampa della Santa Sede
Comunicato
18 febbraio 2020, ore 15:30
Questa mattina, nell’ambito di una perquisizione ordinata dal Promotore di Giustizia, Gian Piero Milano, e dall’Aggiunto Alessandro Diddi, è stato eseguito il sequestro di documenti ed apparati informatici presso l’Ufficio e l’abitazione di Mons. Alberto Perlasca, già Capo Ufficio Amministrativo della Prima Sezione della Segreteria di Stato.
Il provvedimento, assunto nell’ambito dell’inchiesta sugli investimenti finanziari e nel settore immobiliare della Segreteria di Stato, è da ricollegarsi, pur nel rispetto del principio della presunzione di innocenza, a quanto emerso dai primi interrogatori dei Funzionari indagati e a suo tempo sospesi dal servizio.
L’Ufficio del Promotore e il Corpo della Gendarmeria proseguono negli accertamenti di carattere amministrativo – contabile e nelle attività di cooperazione con le Autorità investigative straniere”.

“Non abbiamo utilizzato i soldi dei poveri o l’Obolo di San Pietro per fare speculazioni”, ha detto il Cardinale Angelo Becciu, già Sostituto della Segreteria di Stato per gli Affari generali, oggi Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, intervenuto ieri sera a Roma alla presentazione del libro “Extra omnes” di Francesco Antonio Grana.
A proposito della vicenda dell’acquisto di un immobile a Londra, oggetto di un’inchiesta giudiziaria che coinvolge la Segreteria di Stato e l’Aif (Autorità di Informazione Finanziaria della Santa Sede), Becciu ha smentito ogni addebito per il periodo in cui lui era in Segreteria di Stato: “Noi non abbiamo utilizzato quei soldi, abbiamo acceso un mutuo, lasciando i fondi com’erano: poiché con le banche c’era un basso interesse, ci sembrava un’occasione propizia per far fruttare meglio un capitale di cui la Segreteria di Stato dispone. L’Obolo di San Pietro non è stato intaccato, si è fatto un investimento su un palazzo. Era un’occasione buona e opportuna, che oggi tanti ci invidiano. Con la Brexit il valore del palazzo si è triplicato”. “Posso parlare perché non sono tra gli indagati”, ha precisato: “Quanto ai miei collaboratori, li ho conosciuti come persone oneste, dedite al dovere, fedeli. Aspettiamo, ho fiducia nella magistratura. Stanno soffrendo tanto”. “L’Obolo di San Pietro non è nato per i poveri”, ha precisato Becciu: “Il suo compito è aiutare il Papa nella gestione delle strutture e nella sua attività caritativa”.

Il palazzo al numero 60 di Sloane Avenue, Chelsea, London.

Questo è quanto riferito dal Sir, l’agenzia stampa della Conferenza Episcopale Italiana, con il corretto riferimento deontologico, che il Cardinale Becciu ha parlato in occasione della presentazione del libro “Extra omnes” di Antonio Francesco Grana, cosa che non ha fatto Adnkronos, come neanche Huffington Post.

Per quanto riguarda Papa Francesco, “continuerà a fare il Papa fino in fondo”, ha detto il Cardinale Becciu in risposta ad una domanda sull’ipotesi di eventuali “dimissioni” di Papa Francesco, posta da Fabio Marchese Ragona, che ha moderato la presentazione del libro “Extra omnes”. “Poi cosa sarà di futuri Papi, non lo so”, ha aggiunto Becciu a proposito della prassi inaugurata da Benedetto XVI, tra i Papi recenti. “Anche con i vescovi non eravamo abituati ai vescovi emeriti”, ha fatto notare: “Poi il Concilio e Paolo VI hanno svecchiato il collegio episcopale”. “Per un cattolico – ha aggiunto – mi sembra deviante pensare se un Papa si dimetterà o non si dimetterà. Dobbiamo credere al Papa che guida la Chiesa. È lui il vicario di Cristo, è lui che dobbiamo seguire”.

Sul volume “Extra Omnes” di Francesco Antonio Grana – che è stato presentato il 17 febbraio 2020 presso l’Istituto Maria Bambina a Roma, con il Cardinale Angelo Becciu, l’Arcivescovo Piero Marini e il Presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo, professore ordinario di Storia contemporanea all’Università di Roma Tre nel Dipartimento di Scienze della Formazione, con la moderazione di Fabio Marchese Ragona, vaticanista di News Mediaset – si può leggere l’amico Marco Mancini su Aci Stampa: “Extra omnes: aneddoti, curiosità e storia dei recenti conclavi”.

“È una gravissima responsabilità quella che si assumono coloro che vorrebbero difendere la Chiesa, e invece attaccano il vicario di Cristo”, ha detto il Cardinale Angelo Becciu, rispondendo ad una domanda sugli attacchi a Papa Francesco. “Ci dispiace che il Papa venga fatto oggetto di questi attacchi – ha detto – soprattutto perché sono fatti da chi dice di voler difendere la Chiesa. Proprio chi è fedele alla Chiesa dovrebbe difendere il Papa”.

Quanto alla convivenza tra il Papa regnante e il Papa emerito, il Cardinale Becciu ha affermato: “Ho sempre ammirato Papa Francesco per il rispetto e l’onore con cui tratta Benedetto. Il Papa emerito, da parte sua, ha sempre detto che il Papa è uno solo e che si deve obbedire al Papa. Tra di loro c’è un rapporto vero, tra fratelli” (Sir, 17 febbraio 2020).

Cardinale Angelo Becciu: “Mai usato soldi poveri per speculazioni”
Adnkronos, 17 febbraio 2020
“Mi ha fatto soffrire l’accusa che la Segreteria di Stato abbia utilizzato i soldi per i poveri per speculazioni. Lo smentisco”. Lo ha sottolineato il Cardinale Angelo Becciu, già Sostituto alla Segreteria di Stato per gli Affari generali e oggi Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, in riferimento all’operazione finanziaria a Londra per la quale è stata avviata una inchiesta che coinvolge Segreteria di Stato e l’Aif.
“Noi – ha raccontato Becciu – abbiamo acceso un mutuo rispettando i fondi. Si è acceso un mutuo perché con le banche ci sembrava una occasione per fare fruttare al meglio i capitali ma l’obolo di San Pietro è rimasto lì e ha aumentato gli interessi”.
Quanto all’investimento nel palazzo di Londra oggetto di inchiesta, Becciu ha spiegato che “si è investito in un palazzo. Da tempo la Santa Sede investe in palazzi. Era una occasione buona che oggi in tanti ci invidiano con la Brexit perché oggi il valore di quella casa è quasi triplicato. Il Papa deciderà se è da mantenere o da vendere ma non ci sono perdite”. Becciu ha poi aggiunto di avere parlato di tutto con il Papa.

Riprendo anche un articolo di Adnkronos dai giorni in cui è scoppiato il caso del palazzo londinese.

Cardinale Becciu: “Lotte di potere e odio, sta venendo meno senso di lealtà”
Adnkronos, 13 ottobre 2019
“Purtroppo all’interno del Vaticano sta venendo meno il senso di lealtà e di fedeltà alle istituzioni. Se ci dilaniamo e attacchiamo tra odio e lotte di potere perde senso l’essere Chiesa”. Il Cardinale Angelo Becciu, già Sostituto della Segreteria di Stato per gli Affari generali, oggi Prefetto per le Cause dei santi, pur non entrando nel merito della vicenda legata alla diffusione esterna di documentazione ad uso interno relativa al nuovo scandalo finanziario in Vaticano per il quale si profila un cambio di guarda al vertice della Gendarmeria guidata da Domenico Giani [successivamente avvenuto], intervenendo alla trasmissione Mediaset “Stanze vaticane” da’ voce alla sua preoccupazione per lo stato delle cose. “Non è la prima volta che accade e questo ci rattrista – ha osservato -. Non si sa chi abbia diffuso all’esterno questa documentazione ma è evidente che all’interno del Vaticano è venuto meno il senso di lealtà e fedeltà alle istituzioni. Il che provoca danno e dovrebbe suscitare rimorso in chi lo fa”.
Becciu ha osservato ancora: “Dobbiamo raccogliere l’invito del Papa ad essere comunità unita. Va aiutato ad avere senso di lealtà chi si serve del Papa. Non ci si può servire di documenti per altri scopi alieni”. Sulla questione, ieri il Papa ha fatto trapelare tutta la sua preoccupazione, dicendo tramite il portavoce Vaticano Matteo Bruni che la diffusione all’esterno di documenti riservati all’uso interno è “grave quanto un peccato mortale”. Per questa ragione ha disposto una inchiesta interna.

Palazzo di Londra, cardinale Becciu: neppure un penny dell’Obolo di San Pietro è stato utilizzato per l’acquisto
L’attività sospetta da estranei Santa Sede . E quanto ai dipendenti sospesi mette la mano sul fuoco sui suoi collaboratori, “ma il signore dell’Aif non lo conosco”
di Maria Antonietta Calabrò
Huffington Post, 17 febbraio 2020
Dopo il duro intervento di Papa Francesco nel suo – inedito – intervento per l’apertura dell’anno giudiziario penale del Vaticano, parla il cardinale Angelo Becciu, che era sostituto della Segreteria di Stato che diede il via all’operazione per l’acquisto del palazzo di Londra centro dello scandalo. Becciu ha ammesso che “non tutto fosse limpido” e quindi “qualcuno ha visto e ha avuto dubbi, hanno chiesto di verificare. Quindi, voglio dire, è andato tutto bene? No, c’è stato qualcosa che non è andato bene, ma per me quelli che conosciamo, almeno a quanto ci risulta, è gente estranea al Vaticano. Su questi, su cui sta indagando la magistratura, non lo so, può essere che abbiamo scoperto cose, io poi non c’ero più”. Poi ha anche aggiunto: “che qualcuno abbia approfittato della nostra situazione è risaputo”.
Quindi c’era del marcio nella storia del palazzo di Londra, ma bisogna guardare a faccendieri e mediatori che si sono mossi intorno all’appetibile affare.
Becciu ha rivelato altri fatti importanti. Innanzitutto che
1) neppure un penny dell’Obolo di San Pietro (cioè dei soldi raccolti ogni anno il 29 giugno per la carità del Papa) è stato usato per l’acquisto dell’immobile dal finanziere Raffaele Mincione.
2) Che l’acquisto è stato fatto grazie ad un mutuo e che attualmente il palazzo (che è stato nel frattempo acquistato in toto dalla Segreteria di Stato) si è molto rivalutato dopo la Brexit. E ora “Questa casa è del Papa e il Papa – che sa tutto – deciderà cosa farne”, se vuole venderlo o tenerlo.
3) Becciu ha poi detto di non essere personalmente indagato essendo stato autorizzato a procedere “dai miei superiori”.
Ha insistito molto sul suo segretario e gli altri due collaboratori della Segreteria di Stato (tra cui una donna). “Quelli che sono stati miei collaboratori sono di fiducia, sono persone per come le abbiamo conosciute oneste e fedeli. Aspettiamo che cosa dirà la magistratura, ma io dico che queste persone mi meravigliano per come io le ho conosciute, come persone totalmente dedite alla Santa Sede. Aspettiamo che la magistratura si pronunci però che li ascoltino presto. Stanno soffrendo tanto. Su questo dovranno fare indagini approfondite”, ha però aggiunto.
L’inchiesta, come è noto, ha portato al sequestro di computer e documenti presso gli uffici della Segreteria di Stato e dell’Aif, l’authority anti-riciclaggio vaticana, e alla sospensione di cinque funzionari, tra cui il direttore dell’Aif Tommaso Di Ruzza e monsignor Mauro Carlino, capo ufficio informazione e documentazione della Segreteria di Stato ed ex segretario dello stesso cardinale Becciu.

Postcriptum
18 febbraio 2020, ore 15:00
Nel contempo sarebbe interessante sapere a che punti stanno gli inquirenti vaticani con l’analisi dei pc sequestrati in Segreteria di Stato e all’Aif, che sono stati portati su indicazione dei magistrati vaticani in un luogo protetto e isolato nei Giardini Vaticani. Ai cinque dipendenti noti sono stati sequestrati oltre ai pc anche i cellulari sia di servizio (se ne erano in possesso) sia quelli personali. In Segreteria di Stato, i locali dove sono state effettuate le perquisizioni sembrano posti sempre sotto sequestro giudiziario. Siamo anche in attesa dei capi d’imputazione per i cinque dipendenti sospesi… Papa Francesco nell’ultimo incontro con i giornalisti in volo aveva detto che “a breve” sarebbero arrivati i capi d’imputazione, ma gli inquirenti ancora stanno lavorando e non avrebbero ancora interrogato tutti, solo quelli marginali. Quindi, hanno appena cominciato e si ha l’impressione – permettendo che esiste la “ferma volontà politica” di portare il lavoro speditamente a termine -, che le indagini portano ad altri elementi, che richiedono altre indagini, che portano ad altri elementi, che richiedono altre indagini… Si tratta di una macchia d’olio che si allarga e che includerà personaggi importanti, religiosi e laici “urbi ed orbi”?

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