Catechesi: 50 anni fa il Documento di base

Condividi su...

“A 50 anni esatti dalla pubblicazione del Documento di base, proprio la fedeltà alle intuizioni e alle indicazioni che ci ha offerto, esige oggi scelte pastorali e itinerari formativi nuovi”: così il card. Gualtiero Bassetti, Presidente della CEI, ha ricordato, introducendo l’ultimo Consiglio Permanente, l’importante anniversario del Documento di base.

Emanato dalla Chiesa italiana il 2 febbraio del 1970, doveva “portare la novità del Concilio Vaticano II nel vivo e nella vita di ogni singola comunità cristiana. Il testo recepisce la novità e la bellezza del Cristo incarnato, morto e risorto, che dà origine a una comunità, la Chiesa, ma anche il grande contributo delle scienze umane…

Oggi il grande insegnamento e la grande eredità che il Documento di base ci lascia, sia la recezione di un volto di Chiesa attraente: non a caso papa Francesco nell’Evangelii Gaudium ci ripropone nuovamente la bellezza di una Chiesa che deve essere capace di dar vita a una proposta attraente”, ha evidenziato mons. Valentino Bulgarelli, direttore dell’Ufficio Catechistico Nazionale.

Riconsegnando il testo, intitolato ‘Il rinnovamento della catechesi’, nel 1988 il card. Poletti scriveva che tale testo derivava dal Concilio Vaticano II appena concluso: “Il  principio fondamentale che ispira il Documento di Base e ne costituisce l’ ‘anima’ è la fedeltà al Concilio, ‘catechismo dei tempi moderni’.

Dal Concilio derivano le scelte che il Documento sviluppa nei suoi 10 capitoli. Sono scelte che, formulate con rigore dottrinale e aperte alle istanze della comunità ecclesiale e della realtà socio-culturale, mirano alla integrazione tra la fede e la vita e caratterizzano l’azione catechistica della nostra Chiesa”.

Ed ancora il card. Poletti sottolineava che il documento di base era centrale nell’educazione di fede dei cristiani: “l Documento di Base guida la comunità a prendere coscienza che la catechesi, mentre mantiene un suo ambito specifico di azione, non deve essere isolata nel cammino pastorale, ma inserita in un piano organico. Tale piano, che ogni comunità deve darsi, comprende in una visione globale lo sviluppo unitario della pastorale catechistica, liturgica, caritativa. In esso è necessario che si presti attenzione alla priorità del servizio della parola di Dio, nella vita e nell’agire della comunità”.

Il Documento di Base aveva lo scopo di guidare la comunità a prendere coscienza che la catechesi, mentre mantiene un suo ambito specifico di azione, non deve essere isolata nel cammino pastorale, ma inserita in un piano organico. Tale  piano, che ogni comunità deve darsi, comprende in una visione globale lo sviluppo unitario della pastorale catechistica, liturgica, caritativa.

Esso recepisce e traduce in un’ottica catechistica la Costituzione dogmatica sulla Divina Rivelazione, ‘Dei Verbum’, che costituisce il pilastro portante di ogni altro documento dogmatico, come quello sulla liturgia (‘Sacrosanctum Concilium’), sulla Chiesa (‘Lumen Gentium’), sulla relazione Chiesa-mondo (‘Gaudium et Spes’).

Il documento di base è composto di dieci capitoli: punto di partenza è ‘la Chiesa e il ministero della Parola di Dio’ (c. 1), cui si susseguono ‘le principali espressioni del ministero della Parola’ (c. 2), tra cui emergono ‘finalità e compiti della catechesi’ (c. 3). ‘Il messaggio della Chiesa è Gesù Cristo’: questo è il criterio di ogni catechesi (c. 4).

Vengono quindi delineate esigenze e criteri ‘per una piena predicazione del messaggio cristiano’ (c. 5), quindi le ‘fonti della catechesi’ (c. 6), ‘i soggetti della catechesi’ (c. 7), la collocazione della ‘catechesi nella pastorale della Chiesa locale’ (c. 8), ‘il metodo della catechesi’ (c. 9). Chiude il capitolo sui protagonisti: ‘I catechisti’ (c. 10).

Nel capitolo introduttivo si spiega la ‘funzione’ della catechesi: “La catechesi è una delle forme della pastorale della Chiesa. Cristo ha fondato la Chiesa e le ha dato il compito di annunciare la sua Parola, attraverso la catechesi la Chiesa continua l’opera di Cristo: rivelare al mondo il volto del Padre. Il volto del Padre è amore, quindi bisogna annunciare l’amore di Dio a tutti gli uomini… 

La catechesi si qualifica come un servizio alla Parola e rivela la qualità della Parola come si è manifestata  nella storia. Poiché è annuncio della Parola, la catechesi deve riflettere sul destino dell’uomo, su ciò che l’uomo è chiamato a realizzare nella sua vita. La catechesi svela all’uomo il suo destino in quanto la Parola di Dio annunciata da essa è illuminazione e promessa capace di trasformare la storia”.

Il documento si conclude delineando i soggetti della catechesi, allargando il ‘dovere’ dell’annuncio per ogni ‘battezzato’: “Il primo operatore della catechesi è il vescovo, segue poi il parroco e i catechisti qualificati. Ogni battezzato potenzialmente però è un catechista. Il catechista è un maestro nel senso che deve rimettersi alla scuola di Cristo; è un educatore che svolge un ministero in continuità col ministero della Chiesa e di Cristo”.

E si conclude con l’invito a conoscere la Parola di Dio senza improvvisazione, che a 50 anni resta una raccomandazione più che valida: “Il catechista non va per conto proprio, ma è mandato dalla comunità ecclesiale e parla a nome di Cristo e della Chiesa. Vi è urgenza di catechisti qualificati, cioè di catechisti testimoni di Cristo nella vita e nella parola.

Deve conoscere la Parola di Dio, E’ testimone nella Chiesa con la conoscenza dei documenti del Magistero, in particolare del Concilio Vaticano II. Al catechista non basta mai la preparazione perché deve essere anzitutto testimone di ciò che ha visto, di ciò che ha udito, di ciò che ha contemplato. Il peggior nemico del catechista è l’improvvisazione”.

Free Webcam Girls
151.11.48.50