A Terni san Valentino rinnova le promesse di matrimonio

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Si rinnova la promessa d’amore dei fidanzati, provenienti da tutta Italia, nella basilica di san Valentino, uno dei momenti più significativi delle celebrazioni religiose in onore di san Valentino patrono di Terni e degli innamorati, pronunciata da circa 110 coppie di fidanzati domenica 16 febbraio nella basilica di san Valentino, nella solenne celebrazione presieduta da mons. Giuseppe Piemontese.

Una cerimonia che suggella ancora di più il legame tra san Valentino e i fidanzati che diranno il loro ‘sì’ entro l’anno, con la testimonianza di un Santo che parla di amore fedele e paziente, un amore attento, generoso e rispettoso, che è patrono dell’amore sponsale e della famiglia cristiana, fondata sul sacramento del matrimonio, come ha detto il vescovo di Terni nell’omelia:

“La promessa di matrimonio, che vi scambiate oggi, in una condivisione di sentimenti e di propositi, insieme ad altre coppie di giovani, sulla tomba di san Valentino, patrono degli innamorati, non vuole essere solo un momento romantico nella storia del vostro amore, ma un punto fermo, una sorgente da cui dovete far scaturire l’orientamento del vostro amore e la pienezza della vostra felicità.

Nessuno vi ha obbligati ad essere qui, oggi: voi stessi avete pianificato il viaggio, anzi il pellegrinaggio alla tomba del santo patrono degli innamorati per pronunziare una promessa scambievole, chiamando a testimone, oltre che San Valentino, questa comunità cristiana e lo stesso vescovo, successore di san Valentino. Noi siamo felici di accogliervi, ammirati del vostro incedere, curiosi di ascoltare le vostre parole e decisi a sostenervi nei vostri propositi.

La festa della promessa prospetta un orizzonte ampio: promessa di fidanzamento, promessa di sostenervi nei vostri propositi di amore, promessa di aiutarvi ad imparare il vero amore, promessa ad avviare un progetto di vita in comune, promessa di camminare insieme, costi quel che costi, per avere successo nella vostra esistenza personale e di coppia. Noi prendiamo sul serio la vostra richiesta di pronunziare la promessa di amore e di matrimonio e insieme a voi ci poniamo alla scuola di Gesù perché solo Lui può indicare il segreto del successo e la strada per raggiungere tale traguardo”.

Commentando il vangelo domenicale mons. Piemontese ha sottolineato l’invito che fa Gesù per essere felici: “Gesù vuole insegnarci il segreto della vita, prevenire e guarire quei semi di morte che sono in ogni uomo e n ogni donna e che si manifestarono fin dagli inizi dell’umanità, da Caino e Abele.

Gesù vuol dirci che si incammina per la strada disgraziata dell’omicidio chiunque si adira con il proprio fratello, cioè chiunque alimenta rabbie, rancori e disprezzo. Gesù va alla sorgente: ritorna al cuore, che è la sorgente delle decisioni, dove hanno origine ed esplodono le divisioni, i rancori, le violenze che portano all’eliminazione, all’uccisione dei simili.

Nella vostra relazione può essere capitato di non aver contrastato la pesantezza, la gravità di certe situazioni di disaccordo o di offesa, che non siete riusciti a superare, a perdonare. Esternamente magari avete ricucito, ma interiormente avete covato il risentimento che poi in momenti critici di frustrazione ha ottenuto rivalsa di piccole vendette. Peggiorando la situazione, anzi rendendola ancora più difficile da ricucire. E così si può arrivare alla frattura, alla separazione o al divorzio”.

E nel giorno della festa del patrono ternano mons. Piemontese ha sottolineato l’opera del santo: “Valentino ha svolto l’ufficio episcopale non come titolo di onore, ma con l’animo del servitore, di chi presta aiuto a chi ha bisogno, ai sofferenti, ammalati, ai giovani, agli innamorati. Ma la finalità principale del suo servizio mirava ad annunciare il vangelo, la lieta notizia di Gesù morto e risorto.

Ha amministrato i misteri di Dio. A quel tempo l’amministratore non era semplicemente il ragioniere, quello che tiene la contabilità, ma il fiduciario, colui che si dedicava a tutto pur di rendere partecipi i destinatari dei beni del proprietario: i beni della Parola, dell’Eucarestia, della Grazia, del perdono, dell’amore”.

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