Qual è la nostra lingua? Parliamo in verità? “Il vostro parlare sia sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno” (Mt 5,37)

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Gesù ha detto – e non mi serve un registratore per saperlo, mi basta leggere le Sacre Scritture – che si entra nel regno dei cieli, non facendo il furbo, ma solo diventando come un bambino. Gesù ha detto che il Padre ha rivelato il Vangelo non ai sapienti e agli intelligenti, ma ai piccoli. Sappiamo che per Gesù i “piccoli” e i “semplici” non sono solo bambini e poveri (materiali e in spirito), ma ogni suo discepolo, che si fa piccolo e semplice, povero in spirito – minore, come disse San Francesco – per accogliere nel suo cuore il regno di Dio e convertirsi al Vangelo. Gesù vuole da noi la mitezza come quella che possiede un bambino e ci esorta di parlare con l’anima di un bambino, che non è ipocrita, non è corrotto, non è bugiardo, non è falso, non è furbo (se non viene plagiato da un’adulto che è tutto questo).
Mettiamoci davanti allo specchio e domandiamoci: come è il nostro pensare? Qual è il nostro parlare? In quel che pensiamo siamo miti come Gesù e puri come un bambino? Quel che diciamo sono parole di vita e di verità?
Come vedete, questa mattina ho sentito l’urgente bisogno di proseguire la mia giornata con la lettura e la meditazione delle Sacre Scritture, come d’altronde spesso accade.
A tutti una buona giornata e buona meditazione, con Matteo.

“In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?». Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli” (Mt 18,1-4).

“Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli” (Mt 18,10).

“In quel tempo Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare. Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero»” (Mt 11,25-30).

“Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; amano posti d’onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare ‘rabbì’ dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare ‘rabbì”, perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno ‘padre’ sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare ‘maestri’, perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato” (Mt 23, 1-12).

“Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. Sia il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno” (Mt 5,17-19.37).

“Poiché il Figlio dell’uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni. In verità vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell’uomo venire nel suo regno” (Mt 16, 27-28).

“Gesù entrò poi nel tempio e scacciò tutti quelli che vi trovò a comprare e a vendere; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe. Gli si avvicinarono ciechi e storpi nel tempio ed egli li guarì. Ma i sommi sacerdoti e gli scribi, vedendo le meraviglie che faceva e i fanciulli che acclamavano nel tempio: «Osanna al figlio di Davide», si sdegnarono e gli dissero: «Non senti quello che dicono?». Gesù rispose loro: «Sì, non avete mai letto: dalla bocca dei bambini e dei lattanti ti sei procurata una lode?»” (Mt 21,12.14-16).

O Padre, Ti benedico, Signore del Cielo e della Terra,
perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e ai potenti della terra e hai scelto di riverlarTi ai semplici e piccoli.
Desideroso di accogliere e comprendere il Tuo mistero, Ti prego di aumentare la mia Fede.
In cambio Ti affido le gioie e le fatiche, le rinunce e gli atti di carità che riuscirò a fare in questo giorno e Ti ringrazio con tutto il cuore per tutto quello che fai per me e miei cari, e per quanto ci dai ogni giorno.
Padre santo, che con la venuta del Tuo Figlio ci hai ricolmato dei doni dello Spirito, rendici Tuoi veri discepoli per annunciare ai poveri di spirito la salvezza, la libertà ai prigionieri della mente e della volontà, e al mondo intero la Tua pace.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

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