Perchè Sanremo è Sanremo

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Sanremo si è concluso non senza lasciare spazio alle polemiche di ogni tipo; comunque metà degli italiani lo hanno visto perché ‘Sanremo è Sanremo’. Quindi viva la canzone nazionalpopolare con il 60% dello share, anche se ciò può sembrare una  trappola, anche se la ‘litigata’ tra Morgan e Bugo ha attirato l’attenzione di tutti. Siamo fatti così, siamo italiani.  

Ha vinto, comunque, Antonio Diodato con ‘Fai rumore’, ballad elegante e intensa fra la classicità di Modugno e le atmosfere dei Radiohead, un invito a rompere le barriere dell’incomunicabilità, ma non ha rotto con la classicità della canzone italiana: “Ma fai rumore sì, che non lo posso sopportare questo silenzio innaturale, e non ne voglio fare a meno oramai di quel bellissimo rumore che fai”.

Le canzoni sono state tante, alcune belle ed alcune no; ma ‘Sanremo è Sanremo’ e gli italiani per qualche giorno faranno rumore al bar sulle canzoni di Sanremo, visto che il campionato di calcio offre il duello Juventus contro Inter od Inter contro Juventus. Quindi niente di nuovo nella storia del festival della canzone italiana; più si critica i cantanti e più hanno successo; più si condanna il ‘costume’ del festival e più ha successo.

Ma alcune cose in questo ‘bailamme’ della normalità italiana può essere segnalato come piccoli segnali che possono fare primavera, come l’uso della lingua dei segni. Certo la strada è ancora lunga, ma può essere un segnale di attenzione e di cittadinanza per tanti italiani, che avendo diritto ad essere cittadini in effetti non lo sono, come ha dichiarato Francesca Malaspina, presidente dell’associazione nazionale interpreti ‘Lis Anios’:

“Ci auguriamo che quando calerà il sipario dell’Ariston la LIS continui ad essere così popolare. Noi continueremo a batterci per il riconoscimento della nostra professione. Continueremo a lavorare perché si attivino corsi di laurea per formare professionisti seri ed evitare improvvisazioni di ‘appassionati della Lis’ che poco conoscono gli aspetti tecnici, oltre che etici e deontologici, di una professione difficilissima e tanto affascinante come la nostra.

Nel rinnovare le congratulazioni ai nostri colleghi impegnati nella kermesse e i complimenti a Rai Pubblica Utilità per l’iniziativa, così come già espresso dall’Ente nazionale sordi, auspichiamo per il futuro una maggiore accessibilità dei programmi d’informazione e divulgazione”.

Oppure la performance del ballerino marchigiano Ivan Cottini, affetto dalla sclerosi multipla, che al sito di SuperAbile ha detto:  “Spero di riuscire a ballare ancora per un anno e mezzo, visto che ultimamente il mio fisico sta facendo più fati-ca del solito.

In un lasso di tempo neanche troppo lungo mi sono rotto un polso, schiacciato due vertebre e lussato un gomito. Forse quando smetterò con la danza mi metterò a scrivere. Ma quello che spero veramente è di riuscire a vedere mia figlia felice e realizzata, soprattutto in questa società dove sembra davvero difficile esserlo”.

Oppure la storia di Paolo Palumbo, affetto da Sla, che ha scritto la canzone ‘Io sono Paolo’, presentata ‘fuori concorso’: “Mi chiamo Paolo ed ho 22 anni e ho la Sla, l’ho scoperto quattro anni fa. Mi ha levato tutto tranne la vitalità. C’è chi mi giudica con troppa cattiveria, come se mi divertissi a star seduto tutto il giorno su una sedia. Il mio corpo è diventato una prigione…

Faccio un rumore in silenzio perché ho un carattere e do speranza ad ogni malato in lacrime. Ho una madre, un padre che adoro e un fratello che mi presta gambe e braccia e non mi lascia mai da solo… Per volare mi bastano gli occhi; quelle volte che il mondo sta stretto, sono la montagna che va da Maometto, pur restando disteso nel letto, per volare mi bastano gli occhi, quelle volte che il mondo sui è spento”  

Inoltre 11.000 pediatri della Società italiana di pediatria (Sip) hanno ribadito il loro impegno contro la violenza sulle donne, con la canzone ‘Ridammi il Rosa’, tratta da una poesia scritta da Pietro Ferrara, docente di Pediatria al Campus Biomedico e all’Università Cattolica e referente Sip per il maltrattamento e l’abuso, e cantata dai pediatri italiani insieme alla cantante Federide: “Basta spalle voltate e silenzi, porte serrate, è un’orchestra che cerca strumenti, incantesimo. Non mi sento più sola e ferita, stammi vicino, anche tu coi tuoi mille da fare ascoltami”.

Oppure la canzone di Tecla Insolia, ‘#8marzo’, scritta anche con il contributo dei marchigiani Piero Romitelli e Emilio Munda, che ha vinto il secondo posto di Sanremo Giovani, il Premio Enzo Jannacci e il Premio della Sala Stampa Lucio Dalla: “Siamo petali di vita che faranno un giorno la rivoluzione respiriamo su un pianeta senza aria perché il buio non ha un nome hai capito che comunque dal dolore si può trarre una lezione ci vuole forza e coraggio lo sto imparando vivendo ogni giorno questa vita”.

E l’omaggio a Roberto Bignoli ed a san Paolo Giovanni II, che nella lettera agli artisti scriveva: “La bellezza è cifra del mistero e richiamo al trascendente. E invito a gustare la vita e a sognare il futuro. Per questo la bellezza delle cose create non può appagare, e suscita quell’arcana nostalgia di Dio che un innamorato del bello come sant’Agostino ha saputo interpretare con accenti ineguagliabili: ‘Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato!’ I vostri molteplici sentieri, artisti del mondo, possano condurre tutti a quell’Oceano infinito di bellezza dove lo stupore si fa ammirazione, ebbrezza, indicibile gioia”.

‘Perchè Sanremo è Sanremo’: piccoli segnali di speranza di fronte a chi legge solo le negatività di ogni evento!

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