Coronavirus. La giornata inizia con buone notizie, con speranza, senza allarmismi. Ma anche senza ipocrisia (politica)

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In presenza del bilancio delle vittime del Coronavirus, che è salito a quasi 400 vittime e oltre 17.000 contagiati, le notizie positive che arrivano dal mondo per quanto riguarda la lotta al micidiale virus, non solo dimostrano come facili allarmismi debbano lasciare spazio a dati medici e scientifici, ma implica anche un più che probabile e costante aumento dei dati positivi con il passare dei giorni.

L’Istituto Lazzaro Spallanzani per le malattie infettive di Roma (Foto AFP).

All’Istituto Lazzaro Spallanzani per le malattie infettive di Roma, 5 virologi (Maria Rosaria Capobianchi, Francesca Colavita, Concetta Castilletti, Fabrizio Carletti e Antonino Di Caro) hanno isolato il Coronavirus. Questo permetterà una maggiore rapidità di diagnosi e renderà più semplice studiare lo sviluppo di una cura e di un vaccino. I dati delle ricerche italiane vengono messi a disposizione della comunità scientifica internazionale.

Il ministro della Salute Roberto Speranza e il direttore scientifico dello Spallanzani Giuseppe Ippolito alla Conferenza Stampa del 2 febbraio 2020 a Roma (Foto RAI News).

L’ha annunciato ieri, 2 febbraio 2020 nel corso di una Conferenza Stampa allo Spallanzani, il ministro della Salute Roberto Speranza, insieme al direttore scientifico dello Spallanzani Giuseppe Ippolito. “Aver isolato il virus tempestivamente pone inoltre l’Italia in una posizione importante, perché diventa un interlocutore incredibile”, ha detto Ippolito. “Significa molte opportunità di poterlo studiare e capire e di verificare meglio cosa si può fare per bloccarne la diffusione”, ha aggiunto Speranza. “I dati saranno a disposizione della comunità internazionale. Si aprono spazi per nuovi test di diagnosi e vaccini. L’Italia diventa riferimento per questa ricerca”, ha spiegato il direttore scientifico dell’Istituto. I due turisti cinesi risultati positivi al Coronavirus e ricoverati nell’Istituto romano per le malattie infettive, sono in condizioni cliniche discrete, pur presentando, hanno riferito i medici, polmonite virale.

Foto Il Tempo.

Intanto, a fare complimenti ai virologi che hanno isolato il Coronavirus ministri e politici tutti, che da anni lasciano senza fondi per la ricerca l’Istituto Spallanzani, che scoprì pure il virus Ebola. In un’intervista a “Il Tempo” nel settembre 2018, la Direttrice generale dello Spallanzani, Marta Branca ha denunziato i mancati “finanziamenti per la ricerca che fanno i nostri medici: ai policlinici universitari vengono riconosciuti, ma a noi no”. Un problema che ora rischia di riproporsi per l’attribuzione dei costi dei degenti di nazionalità cinese per il Coronavirus. La ricerca d’eccellenza in trincea. “Per noi allo Spallanzani dallo Stato solo briciole”.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità-OMS ha evidenziato l’assenza di casi di Coronavirus in nuovi Paesi nella giornata di sabato 1̊ febbraio 2020. Si spera che le misure prese a livello internazionale per arginare la diffusione dell’epidemia, si dimostreranno efficace. Rimane chiaramente l’emergenza sanitaria mondiale, dichiarata la scorsa settimana dall’OMS.
I dati positivi emergono dalla mappa della statunitense Johns Hopkins University: almeno 443 persone a livello mondiale sono guarite dopo aver contratto il Coronavirus. La maggior parte delle guarigioni è stata finora registrata in Cina, ma pazienti dimessi ci sono anche in Thailandia, Australia, Giappone e Vietnam.

Completato in tempi record il primo dei due nuovi ospedali di Wuhan. Nell’ospedale Huoshenshan lavoreranno 1.400 medici militari, e la struttura inizierà a ricevere i pazienti a partire da oggi, 3 febbraio 2020. La struttura occupa una superficie di circa 25mila metri quadrati. Un altro nuovo ospedale per la cura degli infettati da Coronavirus, il Leishenshan, si prevede pronto entro il 6 febbraio prossimo (Foto CHINATOPIX/AP).

Intanto, in Cina la ripresa delle attività produttive è stata rinviata in almeno 24 tra province e municipalità, come Shanghai ed il Guandong. Si tratta di un’area che nel 2019 ha prodotto oltre l’80% del Pil cinese e per una percentuale ancora superiore dell’export. Nel Hubei, la produzione non ripartirà prima del 14 febbraio, sempre che non sarà richiesta una “appropriata estensione”, ha scritto il “Quotidiano del Popolo”. Nel Wuhan, la città di Wenzhou ha imposto restrizioni al movimento per gli oltre oltre nove milioni di abitanti.

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