Un attacco ignobile e un tweet scandaloso. Sensus fidei e sensus Ecclesiae, dove vive e dove è violentato

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Ieri pomeriggio – dopo aver lavorato su altri temi (tra cui “La Mente-Informa”. Una nuova rubrica e una nuova firma per Korazym.org. Il benvenuto e gli auguri dell’Editore e 2014: Papa Francesco scomunica la ‘ndrangheta. 2020: Cosa è cambiato nella Chiesa?, due temi che hanno riempito abbastanza la mia giornata di ieri) – avevo intenzione di occuparmi di seguito dell’incredibile esternazione, sul risultato delle elezioni in Emilia Romagna, di Padre Bartolomeo Sorge, S.I., già Direttore de La Civiltà Cattolica, dell’Istituto di formazione politica “Pedro Arrupe” a Palermo, di Popoli e di Aggiornamenti Sociali, in un tweet delle ore 07.49, che emanava un insopportabile tanfo nauseante di razzismo e di “hate speech”: “Bartolomeo Sorge @BartolomeoSorg1 27 gen Due Italie. EMILIA ROMAGNA: benestante, guarda al futuro, rinvigorita dalla linfa nuova delle “sardine”. CALABRIA: ferma al palo, si affida al congenito antimeriodalismo della Lega, senza speranza”.

Però, un amico mi ha sollecitaro di visionare un’articolo su Vatican Insider del Can. Mons. Prof. Ettore Carlo Malnati. Quindi, dopo aver fatto sul mio diario Facebook il post Il pretesto di un attacco a Benedetto XVI e Cardinale Robert Sarah, erano diventato le ore 00.43 di questa mattina… e devo anche dormire ogni tanto.

Questa notte non ho dormito per niente bene, perché ero rimasto anche sconvolto da quel ignobile commento sulla vicenda del libro del Cardinale Robert Sarah con Joseph Ratzinger/Benedetto XVI, del Malnati, che copre incarichi prestigiosi [*] e “appare intoccabile, che gode di protezione sulla stampa locale e a Roma dai tempi di Paolo VI, dove ha anche amicizie di lunga data con dei funzionari altolocati, che da anni ha assunto un ruolo da anti-vescovo… e il Vescovo di Trieste, S.E.R. Mons. Giampaolo Crepaldi nulla può, purtroppo”, mi ha scritto un amico, aggiungendo che “nulla si può, se non pregare e guardare avanti”. Ne sono grato, perché mi ha aiutato a pregare per lui e per la salvezza della sua anima.

Quindi, ho proseguito la mia giornata dopo pranzo.

Stamattina non mi ero svegliato neanche molto presto e prima ho dedicato la mia attenzione all’evento del 30 gennaio 2020 nell’Istituto Penale Minorile di Nisida.

Nel frattempo l’amico e collega Marco Tosatti, dal suo blog “Stilum Curiae” aveva lanciato un siluro, con cui ha affondato il tweet scandaloso (ed è dire poco) di Bartolomeo Sorge. E mi ha risparmiato il lavoro, per cui lo ringrazio.

Dove il sensus fidei e sensus Ecclesia vive

Però, prima di occuparci di Sorge e Malnati, prendiamo una bella boccata d‘aria cattolica fresca, con un’intervento di tutt’altro tono (diventato raro, sembra), veramente cattolico, ecclesiale, con sensus fidei e sensus Ecclesiae, del Prof. Padre Domenico Marafioti S.I., Preside della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia meridionale, oggi su Il Foglio.

Dove la chiesa ha fallito
Nella richiesta di ordinare sacerdoti uomini sposati c’è la svalutazione antropologica dei popoli d’Amazzonia
di Domenico Marafioti S.I.
Il Foglio, 28 gennaio 2020

“Perché gli indios dovrebbero essere considerati diversi dai ragazzi cristiani delle altre parti del mondo? Bisogna rimotivare il significato teologico, spirituale e apostolico del celibato” Sul Sinodo dell’Amazzonia si sono dette e si possono dire molte cose. Mi sia concesso di fare qualche osservazione e formulare qualche domanda. Nella richiesta/proposta di ordinare sacerdoti uomini sposati non c’è forse implicita una confessione di fallimento e una svalutazione etnica? La Chiesa cattolica confessa sottovoce il proprio fallimento e la propria incapacità di annunciare la verginità cristiana ai popoli dell’Amazzonia. Non è in grado di far capire la bellezza e la superiorità della verginità per il Regno dei Cieli, rispetto al matrimonio per la vita di questa terra; e nel è in grado di far capire nel modo giusta la scelta di Gesù di non sposarsi e la grazia ricevuta da Maria di essere madre e rimanere sempre vergine.

Dove il sensus fidei e sensus Ecclesiae è violentato

Elezioni. Il Tweet scandaloso di Bartolomeo Sorge SJ.
di Marco Tosatti
Stilum Curiae, 28 gennaio 2020
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mi permetto di riproporre, perché resti a memoria, negli archivi del blog, una delle esternazioni più stupefacenti che mi sarei mai atteso di leggere da parte di Bartolomeo Sorge sj, (o da parte di chiunque altro, prete o no, dotato di un minimo di equilibrio razionale). Eccolo: anche se molti di voi lo conoscono già:

Un’osservazione di questo genere trasuda razzismo – ma l’hatespeech, il rispetto, e tutto il resto dove li mettiamo? – e, soprattutto, falsità e incapacità di guardare la realtà per quella che è. In Calabria un elettorato evidentemente scontento del Partito che ha governato negli ultimi anni, con mille problemi, anche giudiziari, ha scelto di provare a cambiare. E ha aperto gli occhi in maniera palese su un’altra realtà, inconsistente, quella dei 5Stelle. A me sembra che cambiare, se si è governati male, sia un gesto di intelligenza e di coraggio. In Emilia Romagna il Partito al governo ha perso, rispetto alle elezioni precedenti, il 10 per cento dei consensi. Il partito di opposizione maggiore è passato dal 19 al 32 per cento, guadagnando così il 13 per cento. Un altro partito di opposizione, Fratelli d’Italia è cresciuto in maniera incredibile. E anche qui i 5 Stelle se ne sono andati in via di decomposizione. Appare evidente che a dispetto della conferma di Bonaccini, l’Emilia Romagna non è più l’Emilia Romagna come la sogna Bartolomeo Sorge sj e tutta la zupperia circostante. È comprensibile che la paura di un ribaltone, evitato, faccia gridare alla vittoria; ma i numeri, e con i numeri bisogna fare i conti, alla lunga, non con le emozioni, dicono cose diverse. Dicono fra l’altro che il Partito amato da Sorge, dalla Cei e via sinistrando, ha perso otto regioni su nove, nelle ultime elezioni; e ha difeso – con dieci per cento in meno di consensi – solo il suo baluardo centrale… Pubblichiamo anche un commento – fra i tanti – al post di don Bartolomeo.

Padre Bartolomeo Sorge, S.I. (Rio Marina, 25 ottobre 1929).

È triste quando l’età veneranda non è accompagnata da saggezza ed equilibrio; ed ahimè vediamo esempi di questo fenomeno anche a livelli più alti nella gerarchia della Chiesa. Ma evidentemente ora che il mainstream ecclesiastico va in una direzione, don Bartolomeo non è più quella che un teologo molto spiritoso chiamava “la saponetta di Dio”. Cioè quello che quando cercavi di spingerlo a prendere una posizione chiara, limpida di contrasto al potere della Chiesa ti sfuggiva di mano…

Sempre della serie razzismo pubblichiamo poi un altro post di una persona che non conosciamo, personalmente, ma che si presenta come scrittore e giornalista. Sempre della serie: se non votate come piace a me siete i soliti sfigati meteci senza speranza; una regione intera…E, comunque, anche qui le stesse osservazioni di prima sui numeri. Importanti più delle emozioni da scampato pericolo…

Il pretesto di una pubblicazione
Un commento di monsignor Malnati sulla vicenda del libro del cardinale Sarah con Benedetto XVI
di Ettore Malnati *
Vatican Insider, 26 gennaio 2020
Circa il libro del cardinale Sarah sul celibato sacerdotale, che sarebbe minacciato da Papa Francesco, viene da dire per onestà che l’attuale Pontefice non ha mai detto o scritto di voler abolire il celibato per i preti di rito latino. Se nel Sinodo dell’ Amazzonia, che ha discusso sul problema reale della mancanza o carenza dei presbiteri in quel territorio, si è ipotizzata l’eccezione di ordinare “viri probati” o diaconi permanenti, ciò non significa “attentare” al celibato dei presbiteri. Le eccezioni come tali confermano le norme. La Chiesa cattolica ha pur accolto e conservato nel loro ministero i pastori anglicani che hanno fatto la scelta di passare alla Chiesa cattolica. Il celibato è un dono e una scelta da chiedere a coloro che intendono seguire la chiamata al ministero presbiterale. Francesco, a conclusione del Sinodo sull’Amazzonia ha invece raccomandato ai Vescovi di quella zona impegno per una concreta pastorale vocazionale nella linea della tradizione della Chiesa, quindi con l’impegno e il dono del celibato. Sul celibato sacerdotale vi sono documenti postconciliari di grande spessore intellettuale e spirituale, mai smentiti dal Magistero della Chiesa, come la Sacerdotalis caelibatus di Paolo VI e la precisa pubblicazione del cardinale Alfons Maria Stickler, tradotta in varie lingue e molto apprezzata. La pubblicazione del cardinale Sarah, con il coinvolgimento non chiaro di Ratzinger in qualità di Vescovo emerito di Roma, non aggiunge nulla a quello che è già patrimonio della tradizione latina e del Magistero. Questo aver dato alla stampa la recente pubblicazione sul celibato da parte del suddetto Cardinale viene letta come una contrapposizione al Magistero di Papa Francesco, che dell’importanza del celibato sacerdotale è convinto. Mi sia consentito sottolineare che un collaboratore del Pontefice, quale è un Prefetto di una Congregazione romana, ha tante vie e opportunità di far giungere al Sommo Pontefice le sue proposte o perplessità. Questo è un preciso compito per aiutare il Pontefice nel suo ministero. Il dare però alle stampe, come è stato fatto, una riflessione, che non è nulla di nuovo, coinvolgendo anche il Papa rinunciatario, sa molto di “complotto” e anche purtroppo di business editoriale. Tutto ciò non solo non è corretto, ma non è nemmeno morale, perché “attenta” tra il popolo cristiano cattolico la comunione e il “religioso ascolto” dei Pastori, come dice il Vaticano II, e a maggior ragione il Magistero di Pietro che, per il suo ministero, gode di una grazia particolare, come appunto ci insegna la teologia. Oggi Pietro è Papa Francesco! A lui dobbiamo guardare, per lui dobbiamo pregare e lui ascoltare nella maturità e lealtà di cattolici. Guai a coloro che scandalizzano, disse il maestro Cristo Gesù. Lo scandalo della divisione nella Chiesa non è da meno di ogni altro scandalo e forse è ancora più grave quando è provocato da chi è preposto alla salvaguardia del Magistero del Romano Pontefice.
* vicario episcopale per il laicato e la cultura – Diocesi di Trieste

Il post sul mio diario Facebook di questa notte

Il pretesto di un attacco a Benedetto XVI e Cardinale Robert Sarah
Visto che prediligo scritti intelligenti, avrei preferito di non dover prendere conoscenza, su insistenza di un amico, di questo – mi sforzo a rimanere signorile – “scritto”. Con profonda sofferenza ho letto, per di più su una testata che reputo seria come Vatican Insider di La Stampa (e non su Lercio), questa “collezione” di insinuazioni in triste malafede, piena di falsità e menzogne sapendo di mentire, piena di astio e rabbia verso due giganti della Chiesa. Da parte di un sacerdote che non si vergogna di firmare le offese ad un Papa emerito e un Prefetto, come “vicario episcopale per il laicato e la cultura della Diocesi di Trieste” [*] – la cultura, sic! -. Se le condizioni della nostra Fede in questi tempi che corrono non fossero così drammatiche, arrivato alla solita denuncia del gombloddo, questo rappresentante del clericalismo chiuso su se stesso, meriterebbe solo una sonora pernacchia. Però, neanche questo posso concederlo, perché allo zero si risponde con il nulla. Ora basta, dopo settimane di persistente sfuriate anti evangeliche ed attacchi anti-misericordiosi, rimane solo il disprezzo. Che tristezza.

Un’amica ha scritto che “Benedetto XVI e il Cardinale Sarah sono due giganti della Fede, amano e seguono in modo viscerale l’Amore, la Via, la Verità e la Vita, che è Gesù Cristo! Di cosa devono temere? Di nulla! Dio li ama, perché sono suoi, mentre gli uomini che li dileggiano portano a questi grandi solo meriti, che aggiunti alla Grazia della Fede, li avvicinano ancor di più a Dio!”.

[*] Il Can. Mons. Prof. Ettore Carlo Malnati, oltre a ricoprire la “podestà” di Vicario episcopale per il laicato e la cultura della Diocesi di Trieste, è Cappellano di Sua Santità, Canonico Onorario del Capitolo Cattedrale di San Giusto, Docente di teologia sistematica presso il Seminario Interdiocesano di Gorizia-Trieste-Udine, Docente presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Trieste e di Udine, Docente presso la facoltà di teologia di Lugano, Annoverato fra i membri della Russian Academy of Natural Sciences per la sua attività teologica ed ecumenica, Membro dell’Associazione Teologica Italiana e della Società Italiana di Ricerca teologica, Presidente dell’Associazione culturale Studium Fidei, Parroco di Nostra Signora della Provvidenza e di Sion.

Postscriptum
Nella suo presentazione ufficiale sul sito istitiuzionale della Diocesi di Trieste si legge, in una postille: “Can. 479\2. Al Vicario Episcopale per il Laicato e la Cultura compete a norma del diritto la potesta circoscritta alle organizzazioni del Laicato cattolico e della cultura e secondo quanto stabilito dal Vescovo”… “Potestà”, ovvero, potere, autorità inerente a una carica, o piuttosto il diritto, giuridicamente riconosciuto, all’esercizio di un potere e delle funzioni con questo connesse. Non sembra una parola “preconciliare”? Fa capire perché si presenta in questa veste di potere su Vatican Insider.

Foto di copertina: Papa Francesco e un rappresentante delle comunità indigene dell’Amazzonia nell’Aula Paolo VI (LaPresse).

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