Che può essere arguito

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Giunto al termine della giornata trovo il tempo, come promesso, di seguire lo spunto dato da Valentina Villano, che con un suo commento ad un post su Facebook ha fatto desumere, di aver dedotta il significato istituzionale delle figure elette a nuovo Decano e Vice-Decano del Collegio Cardinalizio.
Fatto che possa essere arguito, visto che è persona devota alla lente, a chi non sfugge nulla e resta sempre fiduciosa.
Quindi, non era difficile congetturare il motivo della sua proposta per la parola del giorno per oggi di “arguito”, participio passato del verbo transitivo “arguire” (ausiliare “avere”), dal latino “arguere” (palesare, dimostrare, dimostrare, confutare, accusare), con mutamento di coniugazione (io arguisco, tu arguisci, lui arguisce, noi arguiamo, voi arguite, loro arguiscono; arguivo; arguii; arguirò; arguirei; che arguisca; che arguissi), da cui si ricavano due significati (di cui il primo fa nostro caso):
1. Sinonimo di congetturare, argomentare, concludere, desumere, inferire, presumere, ricavare, supporre: dedurre da segni, da premesse; trarre conclusioni da determinate premesse; desumere da indizi certi + che, di (dal tuo rossore è facile arguire che è tutta una menzogna; arguire una verità da un’altra; da che cosa arguisci che l’esecutore materiale è lei?; dal suo silenzio, arguisco che ha cambiato idea; hanno arguito di non essere graditi; si possono facilmente arguire i motivi del ritardo; da quel dettaglio arguì che qualcosa stava bollendo in pentola; avevo arguito di essere il più giovane).
2. Anticamente, sinonimo di denotare, essere indizio, con soggetto di cosa: far supporre, esser prova, dimostrare, essere indizio di [“Arguiscano pertanto simili modi debolezza del principe” (Machiavelli)].
Sinonimi di “arguito”: dedotto, concluso, desunto, supposto, congetturato, inferire, pensato, dimostrato.
Sinonimo di “che può essere arguito”: deducibile.

Infine, allargo lo sguardo – per il motivo che può essere arguito da devoti alla lente, con il senno del poi – al verbo transitivo “redarguire”, dal latino “redarguere”, composto di due prefissi “re-“ (con valore intensificativo) e (a)d, e dello stesso verbo “arguere” (palesare, dimostrare, confutare, accusare), che ha due significati:
1. Anticamente (che è anche il primo e più antico significato del latino “redarguere”): argomentare contro, controbattere, confutare [“E sempre la ragion redarguendo, Ch’in contrario Ruggier gli potea dire” (Ariosto).
2. Sono in moltissimi, quelli che non hanno la minima idea di cosa s’intenda per “redarguire”.
Redarguire è più forte di richiamare, riprendere o rimproverare in quanto, al richiamo o al rimprovero, aggiunge l’asprezza dei toni, quindi è rimproverare in modo severo, riprendere con serie ragioni e piuttosto aspramente, in genere a voce.
Questo lo distingue altresì da sgridare, che mette l’accento sulla nervosa concitazione e sull’altezza (più che sulla durezza) di quegli stessi toni, e lo avvicina a rimbrottare, oggi usato però ancor meno di redarguire.
Un tempo si poteva anche redarguire qualcosa, oltreché qualcuno, criticarne un’azione o un difetto, o disapprovarne un comportamento o un’idea, e ciò consentiva di accostare il verbo ad ammonire o a biasimare.
Sempre in passato si poteva infine redarguire una teoria, un’ipotesi, un’affermazione, e simili, per esprimere il significato di confutare, contrastare o controbattere [“Scrive tali, e tante esorbitanze, che a redarguirle tutte e raddrizzarle ci vorrebbe un lungo trattato, che sarebbe fatica gettata via” (Galileo Galilei, Considerazioni intorno al discorso apologetico di Lodovico delle Colombe)].

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