«Il fuoco ha da ardere». Le esternazioni di Eugenio Scalfari del 15 gennaio a confronto con il comunicato di David Cantagalli 7 giorni dopo

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Stamane, dopo colazione, sono andato a rileggere il resoconto del colloquio telefonico (che come di consueto ci viene passato come “intervista) di Eugenio Scalfari con Papa Francesco, pubblicato su la Repubblica del 15 gennaio 2020, dal titolo “L’intervista. Celibato dei preti, papa Francesco: con Ratzinger il caso è chiuso”. Stimolo per il mio andare indietro, il post di questa mattina di Marco Tosatti su Stilum Curiae, rilanciando una sua “breve riflessione” pubblicato il 22 gennaio 2020 nella sua rubrica “Pensieri e voce” su Radio Roma Libera (“il primo giornale cattolico online”) “su quello che sta diventando un fenomeno che potrebbe essere ridicolo, se non assumesse aspetti tragici: e cioè le conversazioni di Eugenio Scalfari con il Pontefice regnante, riportate poi dal fondatore di Repubblica”.
Adesso, nel pomeriggio, dopo aver dedicato mio tempo ad altro (e i due post precedenti), sono ritornato alla questione e penso che vale la pena di farlo con grande devozione e con la particolare devozione alla lente (della memoria), perché serve alla metacognizione.

Dopo il Comunicato stampa dell’Editrice Cantagalli del 22 gennaio 2020 sull’uscita di “Dal profondo del nostro cuore” fa impressione – con il senno del poi – rileggere quanto riferito da Scalfari 16 gennaio 2020 sulle colonne di Repubblica, che per Papa Francesco “il caso con Ratzinger” sarebbe stato chiuso. Innanzitutto, va ricordato che in quei giorni eravamo all’apice del linciaggio mediatico, con feroci insulti, minacce e intimidazioni, virulente polemiche e squallide diffamazioni (per cui nessuno della ciurma dei pasdaran chiederà scusa) contro la doppia firma del Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, il Cardinale Robert Sarah e del Papa emerito Benedetto XVI (di cui ho riferito ieri) a seguito delle anticipazioni di Le Figaro sull’uscita del libro sul sacerdozio, a difesa del celibato sacerdotale e sulla sua importanza fondamentale per la vita della Chiesa.
Concludeva con lucidità Riccardo Cascioli su La Nuova Bussola Quodidiana che “i veleni di queste settimane non si cancellano e il fango gettato soprattutto sul cardinale Sarah lascerà il segno. E si può stare certi che nessuno chiederà scusa – anzi, eviteranno anche di dare la notizia con rilievo – per quel che è accaduto. In secondo luogo, la vicenda – come abbiamo già detto – è sembrata ubbidire a una regia che aveva tutto l’interesse a creare un polverone sul nulla per poter oscurare il contenuto del libro”.
Mettendo a confronto il Comunicato di Cantagalli del 22 gennaio con quanto scritto su Repubblica il 15 gennaio da Scalfari in riferimento al suo colloquio con Papa Francesco sulla questione, sarebbe interessante di sapere se “il caso con Ratzinger” sia ancora chiuso per Casa Santa Marta (e la Terza Loggia)…

Quindi, rileggiamo. Non solo quanto affidato alle colonne di Repubblica dal suo fondatore il 15 gennaio 2020, ma anche come il contenuto del “colloquio telefonico” come fu recepito dai media mainstream.

la Repubblica, 15 gennaio 2020
L’intervista
Celibato dei preti, papa Francesco: con Ratzinger il caso è chiuso
Scalfari a colloquio con Bergoglio dopo le polemiche. “In un’organizzazione che abbraccia centinaia di milioni di persone in tutto il mondo c’è sempre qualcuno contrario”
di Eugenio Scalfari
Alcuni giorni fa ho parlato al telefono con il nostro papa Francesco per stabilire un incontro del quale poi avrei riferito ai lettori il contenuto. I nostri lettori sanno da tempo che io ho un rapporto molto intenso con Sua Santità, che è in grado di avere ampia conoscenza dell’attuale fase, non solo in Italia soltanto e neppure soltanto in Europa ma nel mondo intero. C’è un Dio unico, questo è il parere di Sua Santità. E papa Francesco ritiene…

Il giorno dopo altre testate riferiscono…

Testata N. 1
Papa Francesco, dopo la solidarietà ricevuta da Benedetto XVI, ha archiviato la polemica sul tema del celibato dei preti. Questione chiusa. Lo conferma Papa Francesco nel corso di un colloquio con Eugenio Scalfari, pubblicato su “la Repubblica”. Il giornalista ha incontrato il Pontefice il giorno dopo le polemiche: “Il nostro Papa – scrive Scalfari – non aveva affatto preso sul serio il tentativo d’un gruppo di porporati alle spalle di Sarah e ha accolto l’offerta amichevole e addirittura fraterna di Ratzinger il giorno prima del nostro incontro”.
Alla domanda con quale reazione interiore sta osservando l’esistenza di un gruppo all’opposizione del suo pontificato, Bergoglio osserva in generale che “c’è sempre qualcuno contrario in un’organizzazione che abbraccia centinaia di milioni di persone in tutto il mondo’; in particolare, quindi, che siano presenti degli oppositori “va considerato un fenomeno abbastanza normale in strutture del genere”.
“Sono mosso dal desiderio di una sopravvivenza attiva della nostra Chiesa, di aggiornare il nostro spirito collettivo alla società civile e moderna”, sottolinea ancora Papa Francesco nel colloquio. “Le religioni, e non soltanto quella cattolico-cristiana – aggiunge – debbono conoscere molto bene e nella sua profondità culturale, spirituale, attiva, la società moderna. Una modernità che comincia quattro o cinque secoli prima di ora”. “Dio ci ha creati e tra le altre attribuzioni c’è quella della responsabilità – dice ancora Francesco -. Quindi religiosità, responsabilità, consapevolezza ma anche ambizione, collera, amore ma anche odio del prossimo, nella sostanza l’anima nostra contiene aspetti positivi e altri negativi. Rispetto a chi? Al prossimo che rappresenta spesso i più deboli e più poveri rispetto ai ricchi e ai forti”.
E parlando di autorità, Bergoglio ricorda che “non è comando ma coerenza e testimonianza. Gesù aveva autorità perché era coerente in quello che insegnava e quello che faceva, nel come viveva. L’autorità si fa vedere in questo: coerenza e testimonianza”.

Testata N. 2
Nuovo colloquio tra il fondatore di Repubblica e il pontefice. Bergoglio chiude le polemiche sul matrimonio dei preti esplose dopo la pubblicazione del libro del cardinale Sarah. Ratzinger – riporta il giornalista – ha fatto sapere di non essersi schierato col cardinale
Celibato sacerdoti, Benedetto XVI chiede sia tolta sua firma da libro. Sarah: firmerò io
Per Papa Francesco il caso sul celibato dei preti che ha coinvolto il pontefice emerito Benedetto XVI è “chiuso”. Bergoglio lo ha affermato in un nuovo colloquio intrattenuto con il fondatore del quotidiano la Repubblica Eugenio Scalfari. Papa Francesco ha raccontato, scrive Scalfari, che “Ratzinger ha fatto sapere di non essersi schierato affatto con il cardinale Sarah né di avere mai autorizzato un libro a doppia firma con lui. Benedetto ha dunque fatto arrivare a Francesco tutta la sua solidarietà”. Il fondatore di Repubblica ha già intervistato diverse volte Papa Francesco, e c’è stata discussione su questi colloqui dopo che in tre occasioni – nel novembre 2013, nel luglio 2014 e nel marzo 2018 – l’ufficio stampa del Vaticano aveva smentito i virgolettati attribuiti al Papa. Scalfari aveva ammesso che la sua era una ricostruzione avvenuta a posteriori.
“Oppositori al mio pontificato? Fenomeno normale”
Scalfari racconta di aver chiesto al Papa la sua reazione all’esistenza di un gruppo all’opposizione del suo pontificato. “C’è sempre qualcuno contrario in un’organizzazione che abbraccia centinaia di milioni di persone in tutto il mondo”, ha spiegato Francesco a Scalfari. E “quel poco o tanto che resta in piedi di oppositori va considerato un fenomeno abbastanza normale in strutture del genere”.
Migrazioni, “il meticciato c’è sempre stato”
Sui temi di attualità, la conversazione ha toccato il tema delle migrazioni. “Il meticciato c’è sempre stato”, dice Papa Francesco. “Si tratta di popoli che cercano in giro nel mondo luoghi e società in grado di ospitarli. In questo modo i popoli della nostra specie tendono a creare un popolo nuovo dove le qualità e i difetti dei popoli originari concorrono a produrne uno che si spera sia migliore”. E sul clima: “È uno dei temi di maggiore interesse del quale tutti dobbiamo farci carico”.

Il 22 gennaio 2020 arriva il Comunicato firmato dall’Editore editoriale delle Edizioni Cantagalli.

Edizioni Cantagalli
Comunicato Stampa
Siena, 22 gennaio 2020
«Così conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi» (Gv 8,32)
In seguito alle recenti polemiche sorte in merito alla pubblicazione del volume Dal profondo del nostro cuore, ed in particolare ai dubbi sollevati circa la compartecipazione del Papa emerito Benedetto XVI alla stesura del testo, la casa editrice Cantagalli rende noto quanto segue.
Il volume si compone di una Nota del curatore, Nicolas Diat; di un saggio inedito del Papa emerito Benedetto XVI; di un saggio inedito del Cardinale Robert Sarah; di una Introduzione e di una Conclusione. L’Introduzione e la Conclusione sono state scritte dal Cardinale Robert Sarah e sono state lette e condivise dal Papa emerito Benedetto XVI.
Si tratta di un volume dall’alto valore teologico, biblico, spirituale ed umano, garantito dallo spessore degli autori e dalla loro volontà di mettere a disposizione di tutti il frutto delle loro rispettive riflessioni, manifestando il loro amore per la Chiesa, per Sua Santità Papa Francesco e per tutta l’umanità.
In questi giorni, la casa editrice Cantagalli ha volutamente mantenuto il silenzio per non alimentare inutili e sterili polemiche.
Oggi e solo oggi, quando le nubi sembrano allontanarsi e in occasione del primo anniversario della morte del Commendatore Pietro Cantagalli che ha guidato la casa editrice per 65 anni, annunciamo con questo comunicato stampa l’uscita del libro Dal profondo del nostro cuore di Robert Sarah con Joseph Ratzinger/Benedetto XVI per giovedì 30 gennaio 2020, ringraziando gli autori e tutti gli amici che ci sono stati vicini in questa delicata impresa.
Sono convinto che la chiarezza di queste pagine donerà pace ai cuori e alle menti.
«Il fuoco ha da ardere».
David Cantagalli
Direttore editoriale Edizioni Cantagalli

Questi frasi, da fonte più che autorevole e con la scelta di parole pesate una per una su bilancia da farmacista, lasciano in piedi neanche una virgola, meno ancora una parola, di quanto avrebbe detto Papa Francesco, secondo “La Mummia”, riassumendo:

  • Il volume si compone da sempre di una Nota del curatore, Nicolas Diat; di un saggio inedito del Papa emerito Benedetto XVI; di un saggio inedito del Cardinale Robert Sarah; di una Introduzione e di una Conclusione. L’Introduzione e la Conclusione sono state scritte dal Cardinale Robert Sarah e sono state “lette e condivise” dal Papa emerito Benedetto XVI.
  • Il (doppio) nome di Joseph Ratzinger/Benedetto XVI ci sarà sulla copertina del libro“Dal profondo del nostro cuore”, con la (doppia) firma di “Robert Sarah con Joseph Ratzinger/Benedetto XVI”.

Invece, il 16 gennaio Scalfari riferisce: “Papa Francesco: con Ratzinger il caso è chiuso”. “Ratzinger ha fatto sapere di non essersi schierato affatto con il cardinale Sarah né di avere mai autorizzato un libro a doppia firma con lui. Benedetto ha dunque fatto arrivare a Francesco tutta la sua solidarietà”. Chi credere, Scalfari o Cantagalli? Non ho dubbi, e voi?
Comunque, fatto (grave) resta, che fino ad oggi non c’è stato nessuna smentita ufficiale, che sarebbe più che opportuno e necessario, come ha osservato Marco Tosatti nella sua riflessione su Radio Roma Libera il 22 gennaio: “Nei giorni scorsi, proprio mentre infuriava la polemica intorno al libro che Benedetto XVI e il cardinale Robert Sarah hanno scritto in difesa del celibato sacerdotale, insidiato dalle usuali manovre ambigue e indirette di un clericalismo criticato a parole e praticato ampiamente nelle azioni, il mondo ha assistito all’ennesimo show di Eugenio Scalfari e di papa Bergoglio. (…) Non riusciamo a prendere sul serio queste esternazioni. E probabilmente questo atteggiamento è condiviso dietro le Mura. Mi dicono colleghi molto più ammanicati di quanto non sia chi parla e scrive che il Grande Vecchio di Repubblica telefona spesso per avere un appuntamento. E mi è stato raccontato un episodio significativo. Durante uno dei recenti viaggi papali il Pontefice è passato salutando uno per uno i giornalisti, con una frase personale e scherzosa; e giungendo da uno degli inviati di Repubblica ha chiesto: ‘Come sta la Mummia?; e possiamo ben immaginare a chi si riferisse… Il problema però nasce da quanto Scalfari riporta, senza essere smentito. E qui forse né il Pontefice né i suoi assistenti si rendono conto del danno che possono creare certe affermazioni. (…) forse sarebbe davvero opportuno che per evitare l’aumento della confusione già presente nella vita della Chiesa il Pontefice chiedesse in amicizia al suo ospite di prendere il caffè con lui, ma di rinunciare a scriverne. O, se proprio il fondatore di Repubblica non riesce a tenersi, almeno di evitare le citazioni fra virgolette. Per i cattolici quello che dice il papa sembra sia ancora importante…E se riscrive tutto il mistero della divinità e dell’umanità anche corporea di Gesù Cristo dalle colonne di Repubblica; beh forse un qualche segno di vita da parte della Santa Sede ci vorrebbe”.

Caso chiuso? Fanno riflettere le parole di David Cantagalli a conclusione del suo Comunicato: “Sono convinto che la chiarezza di queste pagine donerà pace ai cuori e alle menti. «Il fuoco ha da ardere»”.

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