Vox Populi Mariae Mediatrici. Riflessione sui frutti di un’eventuale nuovo dogma mariano (1)

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Prima di condividere il contributo del Professore Mark I. Miravalle “I sette frutti di un nuovo dogma mariano”, dal blog “Duc in altum” dell’amico e collega Aldo Maria Valli – con cui il mariologo statunitense è tornato ad affrontare la possibilità di giungere ad un nuovo dogma mariano, che sancisca il ruolo di Maria nell’opera della Redenzione – qualche premessa.

Si tratta di un tema teologico, su cui ho già riferito in passato e di cui alcuni amici mi hanno consigliato “prudenza” (certo, è sempre uno dei sette doni dello Spirito Santo…), in particolare sul tema della Madre di Dio come “corredentrice”, e di “lasciarlo ai teologi”.
Cito quanto mi ha scritto recentemente un mio amico teologo: “Penso che non merito tanto amore da parte sua, eppure mi viole tanto bene e lo sperimento ogni giorno. Per formazione sui testi dei Santi Padri prediligo la teologia del Dio Logos, il Figlio Unigenito, unico Mediatore tra Dio e gli uomini e la partecipazione secondaria di tutti i santi, primissimamente della Santissima Vergine”.
Condivido contributi su molti temi, esprimo raramente un’opinione personale (e non l’ho fatto neanche sulla questione della “corredentrice”). Ma non possiamo tacere e far parlare solo chi diffonde il male. Non possiamo far parlare solo i teologi. Il Popolo di Dio ha voce e molte volte più fede di molti teologi.
Rispetto, ovviamente, l’opinione del mio amico teologo, un’opinione che rimane tale, come lo è anche la mia. In particolare, nessuno proibisce a ritenere che la Madre di Dio è corredentrice con il suo Divino Figlio. Personalmente ne sono convinto da moltissimi anni (anche se non mi permetto di esprimermi prima della Chiesa – anche perché teologo non sono – che non ha neanche espresso una condanna al riguardo).
Questa è la linea che seguo. Ho su di me lo sguardo della nostra Madre celeste, la Santissima Madre di Dio, Regina del Cielo e della terra, nel mio studio, nel corridoio e nella mia stanza da letto. E mi rivolgo a lei, insieme a San Michele Arcangelo e a San Giovanni Paolo II, per ogni necessità in preghiera incessante, in sostengo nella lotta quotidiana contro il Male.

Tra tante testi sull’argomento, condivido quanto segue (sono fiammingo e conosco i fatti di Amsterdam, anche a seguito di contatto diretto con i vescovi del luogo). Si tratta di un testo di qualche anno fa (ma in passato ne ho citato altri) , dal titolo “La Beata Vergine Maria è Corredentrice del genere umano”, pubblicato da Isidoro D’Anna sul suo blog “Luce che sorge – Con la luce di Cristo verso una nuova alba” (“scritto da un amico”).

Propongo questo testo – non esageratamente lungo – come introduzione alla condivisione, in un successivo articolo su questo mio “Blog dell’Editore”, del contributo – piuttosto lungo, ma questo non deve sconsigliarne la lettura – del Professore Miravalle.

De Vrouwe van alla Volkeren (La Signora di tutti i Popoli), Amsterdam.

La Beata Vergine Maria è Corredentrice del genere umano
Lucechesorge.org, 20 maggio 2016

I fatti

La Vergine Maria apparve negli anni 1945-1959 ad una donna di Amsterdam, Ida Peerdeman.
Maria le insegnò la preghiera che compare a lato dell’immagine per implorare la venuta dello Spirito Santo, stando in piedi dinanzi alla Croce. Dalle Sue mani escono raggi di Grazia, Redenzione e Pace per tutti i popoli che Le è consentito distribuire a tutti coloro che recitano ogni giorno questa preghiera.
La Signora dice anche: “Questa preghiera è data per la salvezza e per la conversione del mondo. Recitate questa preghiera in ogni cosa che voi fate! Voi non sapete quanto potente ed importante questa preghiera è davanti a Dio. Chi o cosa voi siete, venite alla Signora di tutti i popoli”.

(Constat de Supernaturalitate Apparitionum – Haarlem, 31.05.2002 + Mons.Dr. J.M.Punt,
Vescovo di Haarlem-Amsterdam)

Riguardo l’immagine, che descrive in triplice forma la maternità universale di Maria per tutti gli uomini di ogni tempo, la Signora di tutti i popoli afferma:
“Questa immagine deve precedere. Essa deve essere diffusa in tutto il mondo, essa è il significato e la raffigurazione del nuovo dogma, perciò io stessa ho dato questa immagine ai popoli” (8.12.1952).

Si tratta di un fatto singolare nelle apparizioni mariane che la Madonna chieda la proclamazione di un dogma e aggiunge che esso sarà “l’ultimo e il più grande” dogma mariano.

Rivolta al Santo Padre dice ancora: “Provvedi all’ultimo dogma, l’incoronazione della Madre del Signore Gesù Cristo, della Corredentrice, Mediatrice e Avvocata!” (11.10.1953).

Rivolgendosi più volte ai teologi nei messaggi aggiunge:
“Dì ai vostri teologi che possono trovare tutto nei libri. Io non porto alcun nuovo insegnamento”. (04.04.1954). “La Chiesa incontrerà molta opposizione a causa del nuovo dogma”. (15.08.1951).

Ad oggi questo dogma non è stato ancora proclamato. Molti Cardinali, centinaia di Vescovi e numerosi teologi vorrebbero vedere completati i titoli che onorano Maria, già Mediatrice e Avvocata, anche con il dogma di Corredentrice.
Ugualmente è così anche per molti sacerdoti e milioni di fedeli particolarmente devoti alla Vergine Maria.

Su questa diatriba ancora in corso, curiosamente e purtroppo, molti cadono in errore affermando o addirittura proclamando che non si potrebbe usare il termine di Corredentrice!
Niente di più sbagliato. Vediamo perché.

Le ragioni

Innanzi tutto la Chiesa, saggiamente, non ne proibisce l’uso.
In secondo luogo è un termine chiesto espressamente dalla Vergine Maria come da Lei dichiarato nelle apparizioni della Signora di tutti i popoli (delle quali è stato riconosciuto il carattere di sovrannaturalità…)
La tesi che, secondo noi giustamente, sostengono quei i teologi favorevoli alla proclamazione del Dogma di Corredentrice, è l’evidenza dell’intima e totale partecipazione della Vergine Maria alla Passione di Cristo sin dal pronunciamento del Suo “Fiat”, passando per la profezia di Simeone che annuncia la totale condivisione spirituale del calvario e del martirio ai piedi della Croce: “e una spada trapasserà la tua anima” Lc 2,34.
La Sua partecipazione è stata talmente straordinaria in tutto che il termine Corredentrice è perfettamente identificante il ruolo fondamentale di Maria nella storia della Redenzione.
Qualcuno teme l’identificazione con il Cristo, ma è un argomento di ben poca consistenza, in quanto la particella “co” definisce e distingue il ruolo di aiuto (in unione perfetta con il Figlio Redentore), profondissimo, che, tuttavia, non lascia spazio a una possibile sovrapposizione con Gesù Cristo, rendendo la tesi una fantasiosa ipotesi semantica del tutto infondata.
Inoltre la particella co- deriva dal latino cum che significa con e non “uguale a…”.
Cristo e Sua Madre hanno condiviso una comune sofferenza per la Redenzione del Mondo, ma non tutte: infatti sono stati completamente uniti spiritualmente, ma disgiunti nel destino del loro corpo terreno.

Maria è Regina della Chiesa che, a sua volta, è parte del Corpo Mistico di Cristo e, come Madre del Salvatore, ha partecipato alla Redenzione sin dal concepimento.
Qui si realizza la circolarità del Disegno Divino che, nella Comunione dei Santi, ci vede figli di un Padre e di una Madre: noi siamo figli ed eredi in Cristo e coeredi della vita eterna (anche grazie alla Madre di Cristo) come ricorda S. Paolo nella lettera ai Romani 8, 17:
“E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle Sue sofferenze per partecipare anche alla Sua Gloria”.
In conseguenza di ciò, riteniamo che si possa pure affermare che la Vergine abbia preso parte alle sofferenze del Figlio ben più di noi e in modo unico.

La Madonna ha detto a S. Brigida di Svezia:
“Adamo ed Eva hanno venduto il mondo per una mela, mio Figlio ed io lo abbiamo riscattato con un cuore”.

Infine, ma è uno degli argomenti più pregnanti, occorre ricordare che, già ben prima delle apparizioni di Amsterdam, diversi Santi e studiosi di mariologia hanno amato e utilizzato ampiamente il titolo di Corredentrice.
Basti ricordare la mistica Caterina Emmerick, S. Leopoldo Mandic, S. Massimiliano Kolbe, S. Pio da Pietrelcina, S. Teresa Benedetta della Croce, Madre Teresa di Calcutta, il Beato Bartolo Longo (fondatore del Santuario di Pompei), S. Josè Maria Escrivà, Suor Lucia di Fatima e molti altri santi e beati.
E come non ricordare il Pontefice S. Giovanni Paolo II che usò il termine Corredentrice almeno sei volte (come del resto fece molte volte anche Papa Pio XI) ?

In particolare, nella sua omelia in Ecuador nel Gennaio del 1985, egli affermò che la Vergine Maria era stata “crocifissa spiritualmente con il figlio crocifisso” e che “il suo ruolo di Corredentrice non è cessato dopo la glorificazione di Suo figlio”.
Inutile ma giovevole ricordare che queste ripetute affermazioni di Giovanni Paolo II, quale Pontefice, rappresentano una manifestazione del Magistero ordinario del Papa, che richiede il nostro assenso religioso della volontà e dell’intelligenza secondo la Lumen Gentium 25.
I discorsi dei papi sono stati riconosciuti dal Concilio come fonti dottrinali legittime, come è stato legittimo e corretto il Magistero mariano di Giovanni Paolo II.
Affermare il contrario o dire, come è persino accaduto, che dichiarare legittimo il titolo di Corredentrice equivarrebbe a “ribaltare” il Catechismo della Chiesa Cattolica, significa indirettamente criticare un Pontefice e molti Santi e Beati ricchissimi di zelo mariano e ben più illuminati dallo Spirito Santo di noi fedeli.
D’altra parte, come affermò il Venerabile Cardinale Newman, rispondendo a un’obiezione circa i riferimenti non espliciti nelle Scritture e nei Padri della Chiesa, riguardo il titolo di Corredentrice: “perché contestate il fatto che Nostra Signora venga chiamata Corredentrice quando siete pronti ad accettare titoli incommensurabilmente più gloriosi attribuiti a Maria dai Padri: Madre di Dio, Seconda Eva, Madre di Vita, Stella del Mattino, Nuovo Paradiso Mistico, Centro dell’Ortodossia, e altri simili?”.

Tuttavia lo scopo principale di questo articolo non è tanto quello di dimostrare la correttezza di una tesi teologica piuttosto che un’altra, bensì di affermare con libertà, fede e ragione la perfetta liceità del titolo di Corredentrice alla Vergine Maria, quantunque esso non sia ancora un Dogma proclamato dalla Chiesa.

A noi non spetta, e nemmeno ne abbiamo le competenze, discettare sulla questione dogmatica, che invece pertiene ai teologi e alla Chiesa.
Sebbene noi, del Movimento Beato Bartolo Longo, nell’eredità di grandissima devozione e di zelo mariano dell’Apostolo del Santo Rosario, non possiamo fare a meno di sostenere la bellezza e la correttezza “storica” di questo magnifico titolo di Corredentrice, dedicato a alla Santissima Vergine Maria, la Regina delle Vittorie, la Signora di tutti i Popoli.

Articolo successivo.

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