Coldiretti premia i giovani con l’Oscar

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Fantasia e creatività insieme al desiderio di divertirsi e vivere un’esperienza unica hanno assicurato la vittoria del premio Oscar Green 2020 all’innovazione della Coldiretti, nella categoria Impresa4.terra, a Massimiliano Gatti che in Umbria ha trasformato la sua azienda nell’antico west con enormi bisonti che cavalcano proprio come avviene nei film, alzando una gran nuvola di polvere proprio nei film sugli indiani.

I premi sono stati consegnati nelle finali di Roma: “Il giovane imprenditore è stato premiato per aver creato una cultura d’impresa esemplare, riuscendo a incanalare creatività, originalità e grande abilità progettuale per lo sviluppo e la crescita dell’agricoltura italiana coniugando tradizione e innovazione. Del bisonte, tra l’altro, non si butta via niente, dalla pelle per prestigiose lavorazioni artigianali alla lana ma anche in cucina è molto apprezzato dai ristoranti che puntano all’eccellenza e all’innovazione in tavola”.

Nella categoria ‘Creatività’ l’ambito premio è andato a Giulia Arrighi, la giovane imprenditrice toscana che produce un vino molto particolare facendo maturare i grappoli appena raccolti sotto gli abissi marini per accelerare il processo di fermentazione e restituire salinità ma soprattutto per evitare di utilizzare solfiti: “L’unico disinfettante antiossidante naturale impiegato nella produzione è il sale del mare. L’azienda è stata premiata la genialità di una idea, la capacità di interpretare il futuro, con il valore della tradizione e la capacità di saper mettersi in gioco in quelle che appaiono come sfide insuperabili”.

Essere custode di saperi e sapori antichi da tramandare alle nuove generazioni per sconfiggere l’omologazione ha invece garantito la vittoria nella categoria Sostenibilità a Marco Zozzoli un agricoltore custode del Friuli Venezia Giulia appassionato di antiche colture che, per produrre farina e biscotti, ha iniziato a coltivare un particolare tipo di mais ‘la gemma di vetro’ delle antiche tribù Cherokee che non ha bisogno di trattamenti:

“La pannocchia è più piccola rispetto alle altre ma è di straordinaria bellezza con tutte le tonalità del vetro, dal blu intenso al trasparente dell’acqua, fino al viola, vinaccia e turchese. Il contadino custode  è stato premiato per avere sfidato l’omologazione, impiegato coraggio e passione per prodotti antichi che guardano al futuro dell’agricoltura”.

Puntare sull’unione che fa la forza è importante per vincere l’Oscar Coldiretti della categoria ‘Fare rete’ e per questo motivo il premio è stato assegnato a Gianluca Nappo che in Abruzzo, regione devastata dal terremoto, produce accessori natural fashion senza utilizzare additivi chimici, semplicemente colorandoli con la gemma più preziosa del posto, lo zafferano: “Stringendo un patto salva – terremoto con i coltivatori della zona, in pieno centro all’Aquila tra le gru della ricostruzione il giovane imprenditore ha aperto un punto vendita dei suoi prodotti protagonisti di una nuova sfida per la rinascita di un territorio ferito”.

Nella categoria ‘Campagna Amica’ invece a vincere è Leonardo Belotti che in Lombardia si è inventato il primo formaggio di latte d’asina – chiamato arlecchino perché viene prodotto grazie all’aggiunta di latte di capra e di mucca permettendo così alle incredibili proprietà del latte d’asina di andare in stagionatura donando a questo gustoso prodotto una qualità incredibile: “Nell’avere espresso fino in fondo lo spirito di questa categoria il vincitore è stato premiato per aver coniugato bontà bellezza e inimitabilità della migliore tradizione italiana”.

E per finire nella categoria ‘Noi per il sociale’ viene premiato il coraggio di Luca Cammarata che nella splendida Sicilia è riuscito a trasformare l’ingiustizia in riscatto sociale cominciando a coltivare terreni confiscati alla mafia per convertirli in oasi di pace e tranquillità: “L’azienda è stata premiata per aver ridato, attraverso l’agricoltura, speranza, opportunità, legalità ed esempio di integrazione riuscita.

Le storie dei giovani vincitori dell’Oscar Green sono rappresentative di un modello di innovazione sostenibile in agricoltura che affonda le sue radici nella terra e nelle comunità. Storie di giovani, veri protagonisti italiani del Green Deal, che nascono tanto dall’esigenza di rendere reale un sogno individuale d’impresa quanto dalla voglia di dare risposte alle necessità di una collettività, realizzando prodotti originali o arricchendo il territorio di servizi altrimenti impossibili da garantire”.   

Questi Oscar sono l’esempio che in Italia è in atto uno storico ritorno alla terra con oltre 56.000 giovani under 35 alla guida di imprese agricole, un primato a livello comunitario con uno straordinario aumento del +12% negli ultimi cinque anni. Infatti in Italia sono oltre 548.000 le aziende condotte da under 35 in tutti i comparti produttivi, dal commercio alla manifattura, dall’abbigliamento ai servizi con il settore agricolo che vanta più del 10% del giovani che fanno impresa e creano lavoro.

Una presenza che ha di fatto rivoluzionato il lavoro della terra dove sette imprese under 35 su dieci operano in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili, come ha sottolineato la leader dei giovani della Coldiretti Veronica Barbati:

“La rinnovata attrattività della campagna per i giovani si riflette nella convinzione comune che l’agricoltura sia diventata un settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo. Non è dunque un caso che oltre otto italiani su dieci (82%) sarebbero contenti se il proprio figlio lavorasse in agricoltura secondo l’indagine Coldiretti/Ixè. E’ in atto dunque un cambiamento epocale che non accadeva dalla rivoluzione industriale il mestiere della terra non è più considerato l’ultima spiaggia di chi non ha un’istruzione e ha paura di aprirsi al mondo, ma è la nuova strada del futuro per le giovani generazioni istruite”.

Insomma l’agricoltura italiana è la più ‘green’ d’Europa, per questo la Coldiretti chiede all’Italia di investire in questo settore strategico, che è l’agricoltura: “Anche attraverso i giovani l’Italia ha conquistato un ruolo guida nel Green Deal a livello globale con l’agricoltura più green d’Europa con 299 specialità Dop/Igp/Stg riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, la leadership nel biologico con 72mila operatori del biologico, 40mila aziende agricole impegnare nel custodire semi o piante a rischio di estinzione e il primato della sicurezza alimentare mondiale”.  

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